Personaggi

Vincenzo Cardarelli

Il 1° maggio è l’anniversario della nascita (nel 1887) del poeta, scrittore e giornalista italiano (di Tarquinia, provincia di Viterbo, Etruria meridionale, Maremma laziale) Nazareno Caldarelli, conosciuto come Vincenzo Cardarelli (1887-1959).
it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Cardarelli
Ebbe una vita travagliata: figlio illegittimo, abbandonato dalla madre, invalido al braccio sinistro, scontroso, solitario, affetto dal morbo di Pott (spondilite tubercolare, come probabilmente Giacomo Leopardi), fu fondamentalmente un autodidatta, e per vivere fece i più svariati mestieri, finché approdò al giornale socialista “L’Avanti!”, prima come correttore di bozze, e poi come redattore (in seguito, però, espresse forti simpatie per il fascismo).
Nel 1919 fondò con altri letterati la rivista “La Ronda”, che dette origine ad un movimento letterario chiamato “rondismo”, che tendeva alla restaurazione classica; e dal 1949 al 1955 fu condirettore della rivista “Fiera letteraria”.
(Nel campo esperantista, si può supporre che si ispirino a quei precedenti i nomi del gruppo letterario “La Patrolo” – La Ronda e della rivista “Literatura Foiro” – La Fiera letteraria).
Fu collaboratore di numerosi giornali, con prose, racconti di viaggio, poesie e critiche letterarie (particolarmente importanti quella favorevole su Giacomo Leopardi e quella sfavorevole su Giovanni Pascoli).
Cardarelli è famoso soprattutto come poeta: a differenza delle prose, scritte in un linguaggio formale e curato, le sue liriche adoperano un linguaggio discorsivo, incentrato sui ricordi, in tono distaccato.
Elenco, in fondo, le poesie di Cardarelli tradotte in Esperanto, e trascrivo (in italiano, e nella traduzione in Esperanto) la poesia “Alla morte” (Al la morto), letta da Vittorio Gassman.
Allego la busta primo giorno (FDC) del francobollo italiano del 1974 per espresso, che riproduce i cavalli alati etruschi, provenienti dal tempio conosciuto come “Ara della Regina”, oggi conservati al Museo Nazionale Etrusco di Tarquinia.


ALLA MORTE

Morire sì,
non essere aggrediti dalla morte.
Morire persuasi
che un siffatto viaggio sia il migliore.
E in quell’ultimo istante essere allegri
come quando si contano i minuti

dell’orologio della stazione
e
ognuno vale un secolo.
Poi che la morte è la sposa fedele
che subentra all’amante traditrice,
non vogliamo riceverla da intrusa,
né fuggire con lei.
Troppe volte partimmo
senza commiato!
Sul punto di varcare
in un attimo il tempo,
quando pur la memoria
di noi s’involerà,
lasciaci, o Morte, dire al mondo addio,
concedici ancora un indugio.
L’immane passo non sia
precipitoso.
Al pensier della morte repentina
il sangue mi si gela.
Morte non mi ghermire,
ma da lontano annunciati
e da amica mi prendi
come l’estrema delle mie abitudini.

Vincenzo Cardarelli

°°°°°
AL LA MORTO

Perei, ja,
ne esti agresitaj de la morto.
Forpasi konvinkitaj
ke tiu estas la vojaĝ’ plej bona.
Kaj lastmomente plenfeliĉaj esti
kiel se ni numerus la minutojn
de la horloĝo de la stacidomo
valorajn jarcentope.
Ĉar estas la morto la edzin’ fidela
venanta post amorantin’ perfida,
ne volas ni ricevi ŝin truditan,
nek kune kun ŝi fuĝi.
Tro ofte ni foriris
ne salutinte!
Estante trapasontaj
ni tempon er-sekunde,
kiam eĉ rememoro
pri ni elflugas for,
nin lasu, Morto, finsaluti l’ mondon,
permesu ke ankoraŭ ni prokrastu.
La senmezura paŝo estu
ne trorapida.
Ĉe la pripenso de subita morto
la sang’ en mi frostiĝas.
Ho Morto, min ne rabu,
anoncu vin de fore
kaj prenu min amike
kiel por lasta mia vivkutimo.

Vincenzo Cardarelli, trad. Gaudenzio Pisoni
(“Enlumas min senlimo”, LF-Koop,
La-Chaux-de-Fonds, 1990, p. 109)

°°°°°

Tradukoj al Esperanto/ Traduzioni in Esperanto

– “Autunno” (Aŭtuno), trad. Gaudenzio Pisoni, “Enlumas min senlimo”, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds, 1990, p. 105;
– “Ottobre” (Oktobro), trad. Gaudenzio Pisoni, “Enlumas min senlimo”, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds, 1990, p. 106;
– “Passato” (Pasinteco), trad. Gaudenzio Pisoni, “Enlumas min senlimo”, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds, 1990, p. 107;
– “Gabbiani” (Mevoj), trad. Gaudenzio Pisoni, “Enlumas min senlimo”, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds, 1990, p. 108;
– “Sera di Liguria” (Vesper’ en Ligurio), trad. Carlo Minnaja, “Enlumas min senlimo”, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds, 1990, p. 109;
– “Alla morte” (Al la morto), trad. Gaudenzio Pisoni, “Enlumas min senlimo”, LF-Koop, La-Chaux-de-Fonds, 1990, p. 109;
– “Alla deriva” (Fordrive), trad. Umberto Broccatelli;
– “Alla deriva” (Fordrive), vv 1-3, trad. Nicola Ruggiero.

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