Il 9 marzo è l’anniversario della nascita (nel 1883) del poeta e scrittore triestino di origine ebraica Umberto Poli, conosciuto con lo pseudonimo Umberto Saba (1883-1957)
it.wikipedia.org/wiki/Umberto_Saba
Già più volte ho parlato di lui, da ultimo il 25gosto 2020.
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2020/08/25/umberto-saba-4/
Oggi trascrivo, in italiano e nella traduzione in Esperanto, la poesia “La capra”.
L’immagine mostra, da una vecchia cartolina, il Tempio israelitico di Trieste.
LA CAPRA
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
Umberto Saba
°°°
LA KAPRO
Mi parolis al kapro.
Ĝi solis en paŝtejo, alligita.
Herbosata, malsekis
pro la pluvo, ĝi mekis.
Tiu meko egala jam koncernas
mian doloron. Mi respondis, eke
por ŝerco, poste ĉar dolor’ eternas,
unuvoĉa, konstanta.
Tiun voĉon mi audis
de izolita kapro lamentanta.
De kapro kun semida esprimivo
ĝem-plendon aŭdis mi pri ĉiu fio,
pri ĉiu vivo.
Umberto Saba, trad. Giulio Cappa
“Enlumas min senlimo”, LF-KOOP,