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Giornata della donna

L’8 marzo si celebra la “Giornata internazionale dei diritti della donna”, per ricordare le conquiste del mondo femminile e combattere le discriminazioni e le violenze che ancora avvengono in molti Paesi.

La Giornata è conosciuta anche come “Festa della donna”; ma impropriamente, perché non si tratta di una festa, ma di un momento di riflessione.

Trascrivo, in italiano e nella traduzione in Esperanto, il testo della canzone di Giorgio Gaber “Una donna”, ed allego il francobollo italiano del 2011, su bozzetto di Maria Carmela Perrini, per la “Giornata internazionale della donna”.

 


UNA DONNA

(Giorgio Gaber)

www.youtube.com/watch?v=mJp_zntDaK4

 

Una donna fasciata in un abito elegante

una donna che custodisce il bello

una donna felice di essere serpente

una donna infelice di essere questo e quello

una donna che a dispetto degli uomini

diffida di quelle cose bianche che sono le stelle e le lune

una donna cui non piace la fedeltà del cane.

 

Una donna nuova appena nata

antica e dignitosa come una regina

una donna sicura e temuta

una donna volgare come una padrona

una donna così sospirata

una donna che nasconde tutto nel suo incomprensibile interno

e che invece è uno spirito chiaro come il giorno.

 

Una donna una donna una donna

 

Una donna talmente normale

che rischia di sembrare originale

uno strano animale debole e forte

in armonia con tutto anche con la morte

una donna così generosa

una donna che sa accendere il fuoco che sa fare l’amore

e che vuole un uomo concreto come un sognatore.

 

Una donna una donna una donna

Una donna una donna una donna

 

Una donna che resiste tenace

una donna diversa e sempre uguale

una donna eterna che crede nella specie

una donna che si ostina ad essere immortale

una donna che non conosce

quella stupida emozione più o meno vanitosa

una donna che nei salotti non fa la spiritosa.

 

E se questo bisogno maledetto

lasciasse in pace i suoi desideri

e se non le facessero più effetto

i finti amori dei corteggiatori

allora ci saremmo anche noi gli uomini

e un mondo di donne talmente belle da non aver bisogno

di uniformarsi all’immagine del nostro sogno.

 

Una donna una donna una donna

Una donna una donna una donna

 

°°°

 

JEN VIRINO

(Giorgio Gaber, trad. Giuseppe Castelli)

www.cinquantini.it/esperant/kantoj/gaber.html#JEN%20VIRINO

 

Jen virino vindita per robo eleganta,

jen virino gardista de la belo,

jen virino ĝojplena pro la viv’ serpenta,

jen virino senĝoja pro la viv’ sen celo.

Jen virino, kiu malgraŭ la viroj

malfidas al tiuj aĵoj blankaj –

malfidas al luno kaj stelo.

Jen virino, kiun tedas de hundo la fidelo.

 

Jen virino nova, ĵus naskita,

antikva kaj tre digna kiel dam’ nobela,

jen virino memcerta, timata,

jen virino samkiel mastro triviala.

Jen virino jam tre sopirita,

jen virino kiu kaŝas ĉion

per sia vualo mistera,

kaj samtempe ŝin direktas anim’ kristale klara.

 

Jen virino, jen virino, jen virino.

 

Jen virino ĝisoste normala

riskanta ŝajni tro originala,

besto tre speciala, malforta kun forto,

en harmoni’ kun ĉio, eĉ onia morto.

Jen virino neniom avara,

kiu scias ekflamigi la fajron,

kiu scias amoron

kaj postulas praktikan, konkretan kaj reveman viron.

 

Jen virino, jen virino, jen virino.

 

Jen virino rezista kontraŭ ĉio,

jen virino malsame ĉiam sama,

jen virino eterne kredanta je l’ specio,

jen virino insista resti nemortema.

Jen virino ne jam spertinta

tiun emocion stultan

de vanto societa.

Jen virino kiu ĉe festo ne devas esti sprita.

 

Kaj se tiuj bezonoj malbenitaj

ne plu turmentus ŝin per deziroj

kaj ne trompus ŝin plu la hipokritaj

ridindaj diroj de la kavaliroj,

nur tiam ja ekzistus la viroj

kaj mondo da tiaj virinoj belaj,

ke malaperus la devo

resti kaptitoj de la mensogo de nia revo.

 

Jen virino, jen virino, jen virino.

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