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Cavalleria rusticana

Qualche giorno fa, parlando del poeta siciliano Jacopo da Lentini (circa 1210-cica 1260).

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/07/04/giacomo-da-lentini/

ho fatto un paragone tra alcuni versi del suo sonetto “Io m’aggio posto in core a Dio servire” e il finale della serenata siciliana di Turiddu nell’opera “Cavalleria rusticana”

www.youtube.com/watch?v=fc-fhsw29Lw

(Beniamino Gigli)

Ho citato l’opera come (mi si perdoni il gioco di parole) opera “di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, musica di Pietro Mascagni”.

Sono stato rimproverato, da una persona che mi ha scritto: “ma la Cavalleria rusticana non è di Giovanni Verga?”.

Ebbene, sì e no: Giovanni Verga (nel 1880) scrisse la novella (in forma di dramma in un atto) “Cavalleria rusticana”

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/01/27/giovanni-verga/

da cui Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci trassero liberamente (nel 1889) il libretto dell’opera, musicata da Mascagni.

Su quel “liberamente”, a dire il vero, si innestò una causa giudiziaria per plagio, che finì con una transazione ed un sostanzioso indennizzo a Giovanni Verga.

Una curiosità: la novella “Cavalleria rusticana” fu tradotta in Esperanto da Rodolfo Castagnino, e pubblicata nel 1913 con il titolo Kamparana kavalireco aŭ Vilaĝana honoro” ( = Cavalleria contadina ovvero onore di villaggio). Si trattò di un’impresa non facile, per rendere in maniera internazionalmente comprensibile una realtà tipicamente locale (già il titolo è spesso non compreso dagli stessi italiani, che pensano erroneamente ai cavalli, anziché al comportamento a difesa dell’onore; e, ad esempio, non è facile far capire ad uno straniero il profondo significato del siciliano “compare”, che in Sicilia non è solo un appellativo di gentilezza, ma corrisponde ad una quasi parentela: nel Sud, soprattutto in passato e nei paesi, il vincolo del “comparato” era molto diffuso e rispettato, per il gran numero di bambini, per l’assoluta osservanza del precetto del battesimo cattolico, per la ristrettezza dell’ambiente, e perché, secondo un proverbio siciliano, “il San Giovanni – cioè, il tenere a battesimonon si rifiuta a nessuno”.

Allego la cartolina maximum dei francobolli italiani del 1972 (su bozzetto di A. de Stefani, Tommaso Mele, Bellanca) per il cinquantenario della morte di Giovanni Verga (1840-1922), e la busta primo giorno (FDC) del francobollo italiano del 1963 per il centenario della nascita di Pietro Mascagni (1863-1945).

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