Personaggi

Luigi Barzini

Il 7 febbraio è l’anniversario della nascita (nel 1874) del giornalista e scrittore italiano Luigi Barzini senior (1874-1947)
it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Barzini_(1874-1947)
famoso per le sue corrispondenze giornalistiche da tutto il mondo e dalle più disparate situazioni: Londra, Parigi, Cina, Bengala, Siberia, Terra Santa, Argentina, Mosca, Serbia, guerra russo-giapponese (1905), Marocco, terremoto di San Francisco, terremoto di Messina (1908)

Tertremo de Mesino 1908


Trieste austriaca, guerra italo-turca (1911), guerre balcaniche, guerra civile messicana (1914), prima guerra mondiale, guerra civile di Spagna, seconda guerra mondiale.
​La fama di Barzini, però, è legata soprattutto ad un’impresa che, a suo tempo, apparve miracolosa: il raid automobilistico da Pechino a Parigi (16.000 chilometri)
it.wikipedia.org/wiki/Raid_Pechino-Parigi
​L’avvio all’impresa fu dato da un annuncio pubblicato il 31 gennaio 1907 dal quotidiano francese “Le Matin”, il quale lanciava una specie di sfida: andare da Pechino a Parigi in automobile. Non si trattava, comunque, di una bizzarria: l’automobile era ancora considerato un passatempo per ricchi, ed era necessario dimostrare che aveva le capacità tecniche per divenire un normale mezzo di locomozione (tra l’altro, c’erano anche interessi economici: ad esempio, c’era una lotta serrata tra la ditta italiana “Pirelli” e la britannica “Dunlop” per dimostrare la migliore qualità dei rispettivi pneumatici).
Alla gara (che non era basata sulla velocità ma sulla resistenza, e non prevedeva premi) si iscrissero 25 equipaggi, ma solo 5 si presentarono alla partenza: tre francesi (un triciclo “Contal” e due “De Dion-Bouton”), uno dai Paesi Bassi (su una “Spyker) e uno dall’Italia su una “Itala”: il principe Scipione Borghese
it.wikipedia.org/wiki/Scipione_Borghese_(principe)
il giornalista Luigi Barzini, e il meccanico Ettore Guizzardi
it.wikipedia.org/wiki/Ettore_Guizzardi
​La vettura italiana, partita da Pechino il 10 giugno 1907, raggiunse Parigi il 10 agosto, tra due ali di folla entusiasta (l’equipaggio italiano aveva accumulato un tale vantaggio sulla seconda vettura, che, giunto a Mosca, poté permettersi di allungare il percorso di mille chilometri, deviando per prendere parte ad un ballo a San Pietroburgo).
Oggi è difficile capire l’eccezionalità dell’impresa, ma nel 1907 quasi non c’erano strade, ovviamente non c’erano lungo il cammino né distributori di benzina né officine di riparazione; i fiumi spesso dovevano essere attraversati a guado; i ponti non sempre reggevano al peso delle vetture (uno, difatti, sprofondò al passaggio dell’Itala); per superare forti pendenze era necessario l’aiuto di funi; occorreva vincere la diffidenza se non il terrore di popolazioni che non avevano mai visto una vettura che si muoveva senza cavalli (del resto, in un primo tempo il Governo cinese non concesse i visti d’ingresso, perché temeva che la sola vista delle “meraviglie” occidentali corrompesse l’animo dei cinesi); i mezzi di comunicazione erano scarsi e primitivi (Barzini racconta due episodi avvenuti in Cina: in un ufficio telegrafico, le parole della sua corrispondenza giornalistica furono trasmesse in verticale, secondo l’usanza locale; in un altro, l’impiegato ebbe difficoltà, perché il telegramma era il primo che veniva trasmesso, malgrado l’ufficio fosse aperto già da sei anni. C’è da aggiungere che i telegrammi spediti dalla Cina impiegavano anche dieci ore per giungere a destinazione, perché rimbalzano tra Pechino, Shanghai, Hong Kong, Singapore, Aden, Malta, Gibilterra, Londra).
La vettura italiana riuscì a sopravvivere a tutto ed arrivare prima perché era molto più potente e pesante delle altre (40 cavalli, 1.500 chilogrammi), montava pneumatici uguali sia davanti che di dietro (sicché aveva minore bisogno di ruote di scorta), e gli italiani, contrariamente a quello che normalmente si pensa delle loro capacità organizzative, avevano predisposto per tempo lungo il cammino depositi di carburante e di provviste; le due De Dion-Bouton, di Georges Cormier e Victor Colignon (di soli 10 cavalli), rimasero subito indietro; la Spyker di Charles Godard e Jean du Taillis (15 cavalli) arrivò con venti giorni di distacco (e Godard fu arrestato per truffa, con l’accusa di essersi venduto tutti i ricambi); e il triciclo Contal (che somigliava ad un carretto per gelati) si perse nel deserto del Gobi (fortunatamente il suo guidatore, Auguste Pons, fu tratto in salvo da nomadi mongoli).
La vettura “Itala” che partecipò al Raid Pechino-Parigi, perfettamente restaurata (conservata presso il Museo dell’Automobile di Torino), ha ripercorso nel 2007 lo stesso itinerario, per una trasmissione televisiva in occasione della ricorrenza centenaria; ovviamente, in condizioni molto più favorevoli.
La storia non dice come furono superate, nel 1907, le barriere linguistiche. È interessante, al riguardo, questo annuncio, apparso su “Lingvo Internacia” 1907-5, p. 237:
DIVERSAĴOJ

Konkurveturado de Aŭtomobiloj Peking-Paris

La granda franca ĵurnalo Le Matin organizis konkurveturadon de aŭtomobiloj de Peking ĝis Paris. Francaj kaj italaj aŭtomobiloj foriros el Peking la 10-an de junio por traveturi Azion kaj Eŭropon. Ili vojiros tra la dezerto Gobi kaj, voje Kiakta, veturos tra Missovaja, Irkutsk, Ziminskaja, Niĵne-Udinsk, Kansk, Krasnoiarsk, Atchinsk, Mariinsk, Tomsk, Kolivan, Obi, Kainsk, Omsk, Petropavlovsk, Kurgan, Tcheliabinsk, Zlataŭst, Birsk, Elabuga, Kazan, Alatir, Niĵni-Novgorod, Vladimir kaj Moskvo.
La Redakcio de Le Matin sendis cirkuleron en Esperanto al la Esperantistoj loĝantaj sur la vojo de la konkurveturado por ilin peti, ke ili sendu al ĝi sciigojn en Esperanto pri la stato de la vojo kaj ankaŭ, se eble, ilustritajn poŝtkartojn aŭ fotografaĵojn de la regiono kaj de la vojaro. Ĝi petas plie, ke oni sendu rekte al la adreso Matin-Paris leteron aŭ telegramon por konigi la traveturon de ĉiu aŭtomobilo.
Le Matin enpresos francan tradukon de la ricevitaj informoj kaj citos la Esperantan devenon. Ĝi ankaŭ repagos la elspezojn de la bonvolaj korespondantoj, kies sciigoj estos utiligitaj.
Ĉar la ĵurnalo Le Matin estas treege disvastigita en Francujo, la sendo al ĝi de la petitaj sciigoj estos bonega propaganda rimedo. Ni esperas, ke tiuj el niaj legantoj, kiuj tion povos, bonvolos respondi ĝian alvokon.
Ili povas sendi la leterajn sciigojn al la Redakcio de L. I., kiu plezure transdonos ilin al Le Matin.

(Traduzione):
VARIE
Gara automobilistica Pechino-Parigi

>Il grande giornale francese Le Matin ha organizzato una gara automobilistica da Pechino a Parigi. Automobili francesi e italiane partiranno da Pechino il 10 giugno per attraversare l’Asia e l’Europa. Passeranno dal deserto del Gobi e, da Kiakta, toccheranno Missovaja, Irkutsk, Ziminskaja, Niĵne-Udinsk, Kansk, Krasnoiarsk, Atchinsk, Mariinsk, Tomsk, Kolivan, Obi, Kainsk, Omsk, Petropavlovsk, Kurgan, Tcheliabinsk, Zlataŭst, Birsk, Elabuga, Kazan, Alatir, Niĵni-Novgorod, Vladimir e Mosca.
>La Redazione de Le Matin ha inviato una circolare in Esperanto agli Esperantisti che abitano lungo il percorso della gara, per chiedere che le mandino notizie in Esperanto sulla condizione delle strade ed anche, se possibile, cartoline illustrate o fotografie della regione e della rete stradale. Essa chiede, inoltre, di mandare direttamente all’indirizzo Matin-Paris una lettera o un telegramma per dare notizia del passaggio di ogni automobile.
>Le Matin pubblicherà una traduzione in francese delle notizie ricevute, e citerà la provenienza esperantista. Rimborserà anche le spese dei volenterosi corrispondenti, le cui notizie saranno utilizzate.
>Poiché il giornale Le Matin è molto diffuso in Francia, l’invio ad esso delle notizie richieste sarà un ottimo mezzo di propaganda. Speriamo che coloro i quali ne avranno la possibilità vorranno rispondere al suo appello.
>Potranno mandare le notizie epistolari alla Redazione di L. I., che con piacere le inoltrerà a Le Matin.

Allego:
​- la prima pagina del giornale “Le Matin” del 31 gennaio 1907 (dalla Biblioteca Nazionale Francese di Parigi);
​- la prima pagina del giornale “Le Matin” dell’11 agosto 1907 (dalla Biblioteca Nazionale Francese di Parigi);
​- pag. 237 di “Lingvo Internacia” 1907-5 (dalla Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna)
– il francobollo italiano del 1989 con il tracciato del raid Pechino-Parigi del 1907.

2 pensieri su “Luigi Barzini

    1. Dankon pro via komento. La demando, vershajne, devus esti alia: chu la esperantistoj kaptis la okazon, kaj kontribuis? En “Lingvo Internacia” mi ne trovis spurojn; oni devus tralegi la gazeton “Le Matin” (periodo junio-aùgusto 1907), alireblan rete.

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