Personaggi

Francesco De Gregori

Il 4 aprile è l’anniversario della nascita (nel 1951) del cantautore romano Francesco De Gregori
it.wikipedia.org/wiki/Francesco_De_Gregori
Ho già parlato di lui il 4 aprile 2017.

Francesco de Gregori


Trascrivo il testo in italiano, e la traduzione in Esperanto, della canzone antimilitarista “Generale” (Generalo).
Allego una cartolina italiana di posta militare del 23 giugno 1915 (posteriore di qualche giorno all’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, 24 maggio 1915), con frasi bellicose, che in parte trascrivo per una più facile comprensione:
>Siamo alla vigilia di un giorno molto importante sul nostro fronte di combattimento. Il mio squadrone si trova addetto ad una divisione di 1-a linea.
>Domani farà molto caldo ed io avrò forse il mio battesimo di fuoco: mi auguro ardentemente che la vittoria arrida alle nostre armi già gloriose per non dubbie prove di valore e di resistenza.

La fine della guerra, che sembrava imminente, sarebbe avvenuta soltanto più di tre anni dopo, con milioni di morti, feriti e mutilati.


GENERALE
(Francesco De Gregori)

Generale, dietro la collina
ci sta la notte buia e assassina,
e in mezzo al prato c’è una contadina,
curva sul tramonto, sembra una bambina,
di cinquant’anni di cinque figli,
venuti al mondo come conigli,
partiti al mondo come soldati
e non ancora tornati.

Generale, dietro la stazione
lo vedi il treno che portava al sole,
non fa più fermate neanche per pisciare,
si va dritti a casa senza più pensare,
che la guerra è bella anche se fa male,
che torneremo ancora a cantare
e a farci fare l’amore, l’amore delle infermiere.

Generale, la guerra è finita,
il nemico è scappato, è vinto, è battuto,
dietro la collina non c’è più nessuno,
solo aghi di pino e silenzio e funghi
buoni da mangiare, buoni da seccare,
da farci il sugo quando viene Natale,
quando i bambini piangono
e a dormire non ci vogliono andare.

Generale, queste cinque stelle,
queste cinque lacrime sulla mia pelle
che senso hanno dentro al rumore di questo treno,
che è mezzo vuoto e mezzo pieno
e va veloce verso il ritorno,
tra due minuti è quasi giorno,
è quasi casa, è quasi amore.

°°°°°

GENERALO
Francesco De Gregori, Trad. Francesco Pignatelli – Giuseppe Castelli
www.cinquantini.it/esperant/kantoj/degregor.html#GENERALO

Generalo, el trans la monteto
alvenas nokto murda sen kompato;
sur tiu kampo, jen kamparanino:
sunsubire kurba, ŝajnas ŝi infano
kvindekjaraĝa kaj patrin’ kvinfila
pro la naskado kuniklostila;
sed la milito la filojn prenis,
ili ne plu revenis.

Generalo, jen ĉe la stacio
la trajn’ portinta nin al sunradio:
vidu, ĝi ne haltas, eĉ ne plu por pisi;
oni celas hejmen kun dezir’ forgesi
ke milito belas malgraŭ ĉiu vundo,
ke ni denove kantos laŭ la mondo,
ni plu deĵoros
kaj la flegistinoj plu kun ni amoros.

Generalo, la milit’ finiĝis,
malamiko venkiĝis, foriris, forfuĝis.
Ne plu estas homoj nun trans la monteto,
sed nur pinaj pikiloj kaj silento kaj fungoj
bonaj por tuj manĝi, bonaj por preparo
de funga saŭco je l’ kristnaska festaro,
kiam la infanoj ne enlitiĝemas
kaj protestas per ploro.

Generalo, la surbrustaj steloj
vere ŝajnas larmoj sur la haŭto brilaj:
ĉu ili sencas tra l’ bru’ de tiu ĉi vagono?
Ĝi plenas nur je la duono
kaj ĝi rapidas al la reveno.
Post du minutoj la mateno, preskaŭ hejmo
kaj preskaŭ amo.

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