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Addio mia bella addio

Il 29 maggio 1848, nel corso della prima guerra d’indipendenza italiana, l’esercito austriaco, comandato dal Maresciallo Josef Radetzky

it.wikipedia.org/wiki/Josef_Radetzky

eo.wikipedia.org/wiki/Josef_Radetzky_von_Radetz

si scontrò presso Mantova, tra Curtatone e Montanara, con le truppe italiane, in particolare con un battaglione di 270 volontari toscani – studenti e professori delle Università di Pisa e di Siena

it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Curtatone_e_Montanara

La battaglia non fu particolarmente importante dal punto di vista militare, ma è rimasta nella memoria collettiva italiana (anche per l’esaltazione che ne fu fatta per rinvigorire il sentimento nazionale), perché fu uno dei pochi episodi del Risorgimento italiano in cui si ebbe una partecipazione popolare (più esattamente: medio-borghese: il grande difetto dell’unificazione d’Italia fu proprio la sostanziale assenza delle masse popolari).

Della battaglia di Curtatone e Montanara residuano due cose:

– il tradizionale berretto degli universitari italiani, ispirato a un modello medioevale, ha una lunga punta orizzontale: se ne può vedere un esempio in un famoso dipinto del 1859 di Francesco Hayez intitolato “Il bacio”

it.wikipedia.org/wiki/Il_bacio_(Hayez)

Ebbene, alla battaglia di Curtatone e Montanara gli universitari toscani tagliarono la punta del berretto, per prendere meglio la mira; da allora, gli universitari toscani portano il berretto con la punta mozzata;

– in occasione della prima guerra d’indipendenza, nacque un canto, che oggi è ritenuto di origine popolare, ma che in realtà ha un autore, Carlo Alberto Bosi

it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Alberto_Bosi

it.wikipedia.org/wiki/Addio_mia_bella_addio_(brano_musicale)

Trascrivo il canto (noto come “Addio mia bella addio” oppure “Addio del volontario”), in italiano, e nella versione in Esperanto di Clarence Bicknell (non senza motivo pubblicata nel 1916, nel pieno della prima guerra mondiale, probabilmente allo scopo di tenere alto il morale dei combattenti).

Allego:

– l’immagine del dipinto “Il bacio” di Francesco Hayez, conservato a Milano nella Pinacoteca di Brera;

il francobollo italiano del 1948 per il primo centenario della battaglia di Curtatone e Montanara;

– p. 53 de “L’Esperanto” 1916-5/6, con il canto.


LADDIO DEL VOLONTARIO

Carlo Alberto Bosi

www.youtube.com/watch?v=8oaLSfQbeH0

 

Addio, mia bella, addio,

l’armata se ne va;

se non partissi anch’io

sarebbe una viltà!

 

Non pianger, mio tesoro,

forse ritornerò;

ma se in battaglia io moro,

in ciel ti rivedrò.

 

La spada, le pistole,

lo schioppo l’ho con me;

allo spuntar del sole

io partirò da te.

 

Il sacco è preparato,

sull’omero mi sta;

son uomo e son soldato;

viva la libertà!

 

Non è fraterna guerra

la guerra ch’io farò

dall’italiana terra

l’estraneo caccerò.

 

L’antica tirannia

grava l’Italia ancor

io vado in Lombardia

incontro all’oppressor.

 

Saran tremende l’ire,

grande il morir sarà!

Si mora: è un bel morire

morir per la libertà.

 

Tra quanti moriranno

forse ancor io morrò;

non ti pigliare affanno,

da vile non cadrò.

 

Se più del tuo diletto

tu non udrai parlar,

perito di moschetto

per lui non sospirar.

 

Io non ti lascio sola,

ti resta un figlio ancor;

nel figlio ti consola,

nel figlio dell’amor.

 

Squilla la tromba

l’armata se ne va:

un bacio al figlio mio;

viva la libertà!

 

*****

 

 

ADIAŬ BELULINO

Carlo Alberto Bosi

trad. Clarence Bicknell

(“L’Esperanto” 1916-5,6)

 

Adiaŭ, belulino!

Larmeo al la front

foriris; se mi haltus

eterna estus hont!

 

Ne ploru! mi kredeble

revenos, ho angel’!

Aŭ en batal’ mortinte

vin vidos en ĉiel!

 

La glavon, la pafilon

mi portas kun pistol’;

je l’ sunleviĝo estos

la lasta korparol.

 

Tornistron mi surmetas

per tuta preparec’,

mi, vir’ kaj militisto!

Vivadu liberec!

 

Militi mi ne iras

kontraŭ patruja band

sed la fremdulojn peli

en la itala land.

 

Tro longe mi suferis

per forta tiranar’:

mi iras Lombardion

kontraŭ malamikar.

 

Ho! la pasioj estos

teruraj: sed la mort

por gajni liberecon

estos belega sort!

 

Kun tiom da aliaj

pereos eble mi,

sed ne maltrankviliĝu

ĉar noble mortos mi.

 

Se mankos la sciigo

pri mi, fidela vir

de kuglo mortigita,

ne estu korsopir!

 

Sur mia tombo brilos

la aŭreol de glor’,

cipres’ ne tie kreskos

sed ĉiu bela flor.

 

Mi ne vin lasas sola

ĉar restos la trezor’,

kaj li vin konsolados

la fil de mia kor. (1)

 

Kaj tiu fil’ amata

kolorojn portos tri;

en land’ liberigita

feliĉe vivos li.

 

Jen! la trumpetosono!

L’ armeo iras tuj!

Al filo kison donu!

Vivadu l’ Italuj! (1)

 

(1) Ĉi tiuj strofoj ne ekzistas en la itala eldono kun muziko.

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