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Rivoluzione d’Ottobre

Può sembrare strano che si ricordi il 7 novembre un avvenimento del 25 ottobre 1917, la cosiddetta “Rivoluzione d’Ottobre”,

it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_d%27ottobre

quando il Partito Operaio Socialdemocratico Russo (comunista), guidato da Lenin e Lev Trockij, assunse il potere in Russia mediante l’azione armata.

La spiegazione sta nel fatto che nel 1917 la Russia ortodossa seguiva ancora il calendario giuliano, perché per motivi religiosi non aveva adottato il calendario gregoriano, in quanto introdotto da un Papa (Gregorio XIII).

(La stretta connessione tra calendario e ideologia durò anche dopo la Rivoluzione d’Ottobre: nel 1923, il nuovo regime introdusse il “calendario rivoluzionario sovietico”, che sostanzialmente era quello gregoriano. ma con un diverso metodo di calcolo degli anni bisestili; evidentemente, il regime sovietico pensava di vivere a lungo, visto che la prima differenza rispetto al calendario gregoriano “puro” si sarebbe avuta soltanto… nel 2800! È chiaro l’intento meramente dimostrativo della riforma sovietica; e d’altronde già nel 1940 il calendario “sovietico” fu realisticamente abbandonato).

La “Rivoluzione d’Ottobre” è stata ed è valutata molto diversamente, a seconda dei Paesi, degli orientamenti politici e soprattutto delle epoche; basti pensare che:

1- durante i regimi comunisti, era esaltata come l’inizio di una nuova era; trascrivo, al riguardo, con traduzione in italiano, un brano di un articolo pubblicato su un bollettino cecoslovacco del dicembre 1949;

2- per quanto possa sembrare paradossale, l’Italia fascista fu il primo Paese al mondo che (il 7 febbraio 1924) riconobbe l’Unione Sovietica (URSS), nata il 30 dicembre 1922 al termine dei convulsi avvenimenti conseguenti alla Rivoluzione d’Ottobre; questo perché Benito Mussolini (il quale, del resto, proveniva dal socialismo) sostanzialmente ammirava l’azione violenta che aveva portato ad un radicale cambiamento;

3- dopo la caduta dei regimi comunisti nei Paesi europei, il giudizio su quella Rivoluzione è drasticamente negativo.

Allego:

– un ritaglio da un bollettino cecoslovacco del dicembre 1949;

– un annullo postale polacco del 1967, con didascalia in Esperanto, per il 50° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre;

– un francobollo russo del 1998, per l’80° anniversario della tragica morte dello Zar Nicola II Romanov, assassinato (insieme con la famiglia) a seguito della Rivoluzione d’Ottobre.


(segue traduzione in italiano)

Jam niaj patroj kredis, ke Rusio foje ricevos gvidan rolon en la familio de la slavaj nacioj. Ĉi tiu kredo estis tiutempe pli vere sentimentala kaj mistika, sed tamen ĝi ne trompis nin. La Granda Oktobra Revolucio, realigante la neklarajn klopodojn kaj sopirojn de la pli fruaj generacioj de progresemuloj, estis rezulto de longa kaj obstina batalo de la rusa proletaro, al kiu estis donita de Lenin efektiva revolucia programo, malfermante novan epokon en la historio de l’ homaro.

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“Esperanto-Servo – Aktuala Informa Bulteno de Praha, Ĉeĥoslovakio”,

speciala eldono, 1949-decembro, p. 1

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(traduzione)

Già i nostri padri credevano che la Russia prima o poi avrebbe avuto un ruolo di guida nella famiglia delle nazioni slave. Questo credo a quel tempo era piuttosto sentimentale e mistico, però non ci ha ingannato. La Grande Rivoluzione d’Ottobre, realizzando i vaghi sforzi e le aspirazioni delle precedenti generazioni di progressisti, è stata il risultato di una lunga e tenace lotta del proletariato russo, a cui è stato dato da Lenin un programma effettivamente rivoluzionario, aprendo una nuova era nella storia dell’umanità.

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“Esperanto-Servo – Aktuala Informa Bulteno de Praha, Ĉeĥoslovakio”

(Bollettino Informativo di Attualità di Praga, Cecoslovacchia)

edizione speciale, 1949-dicembre, p. 1

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