Il primo marzo è l’anniversario della morte (nel 1938) di Gabriele D’Annunzio (1863-1938),
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poeta, scrittore, combattente e politico.
Già molte volte ho parlato di lui; oggi mi limito a trascrivere, con traduzione in Esperanto, una sua poesia.
Allego un ritratto di D’Annunzio, da un francobollo emesso nel 1920 durante la “Reggenza Italiana del Carnaro” a Fiume/ Rijeka.
Da “Poema paradisiaco”
O GIOVINEZZA!
O Giovinezza, ahi me, la tua corona
su la mia fronte già quasi è sfiorita.
Premere sento il peso de la vita,
che fu si lieve, su la fronte prona.
Ma l’anima nel cor si fa più buona,
come il frutto maturo. Umile e ardita,
sa piegarsi e resistere; ferita,
non geme; assai comprende, assai perdona.
Dileguan le tue brevi ultime aurore,
o Giovinezza; tacciono le rive
poi che il tonante vortice dispare.
Odo altro suono, vedo altro bagliore.
Vedo in occhi fratelli ardere vive
lacrime, odo fratelli petti ansare.
Gabriele D’Annunzio
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El “Poemo paradiza”
JUNECO, VE!
Juneco, ve! florado via krona
kvazaŭ forvelkis ĉirkaŭ frunto mia;
prempezas vivo, iam ĝojebria,
sur frunto kapoklinon nun prikona.
Enkore iĝas la anim’ pli bona
kiel matura frukt’. Mild-energia
ĝi fleksas sin, rezistas; vund-konscia
ne ploras ĝi, kompleze plenpardona.
Perdiĝas viaj, ho Junec’, aŭroroj
lastaj, mallongaj; mutas riverrandoj
ĉar la fluego tondra malaperas.
Jen son’ alia, novaj lumtrezoroj.
Mi vidas brulajn larmojn sur fratvangoj,
mi aŭdas fratojn kies kor’ suferas.
Gabriele D’Annunzio, trad. Gaudenzio Pisoni
(el manuskripto)