Personaggi

Gesualdo Bufalino

Il 15 novembre è l’anniversario della nascita (nel 1920) dell’insegnante, scrittore, saggista, poeta e traduttore siciliano Gesualdo Bufalino (1920-1996),

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divenuto famoso quando nel 1981, a 61 anni, pubblicò il suo romanzo “Diceria dell’untore”; successivamente, ebbe una produzione vasta e differenziata: poesia, prosa d’arte e di memoria, narrativa, saggistica, antologie.

Dotato di una straordinaria cultura, rimase intenzionalmente quasi tutta la vita nella natia cittadina siciliana di Comiso, preferendo i viaggi mentali attraverso le parole dei suoi autori più amati (era un “divoratore di libri”); aveva una incredibile abilità nella lingua italiana, e traduceva dal latino, dal francese e dallo spagnolo.

Innamorato della sua Sicilia, la descrisse con grande obiettività; ebbe a dichiarare: «Ho scritto molto sulla Sicilia, […], se una regola m’era possibile trarre, era di non promuovermi giudice o pedagogo, chirurgo o clinico della mia gente ma di sommessamente capirla».

Bufalino è anche conosciuto per il suo atteggiamento quando, nel 1981, Comiso divenne famosa in Italia e all’estero perché, di fronte all’acutizzarsi della crisi tra l’Italia e la Libia, la NATO (con l’appoggio del Governo italiano, guidato dal socialista Bettino Craxi) riattivò il vecchio aeroporto militare di quella città, per installarvi missili da crociera “Cruise”. 

Per una curiosa coincidenza, proprio il 1981 fu l’anno in cui Bufalino si rivelò al pubblico con il suo primo romanzo; sembrò naturale che si chiedesse a lui, divenuto improvvisamente celebre, e conoscitore di Comiso, un giudizio su quegli avvenimenti, nella prospettiva di un appoggio ai movimenti pacifisti.

In quella circostanza, Bufalino dichiarò:

«Nessuno ci pensava più, nessuno poteva immaginare che di tanti luoghi d’un tempo, desueti o distrutti, questo solo, il più sinistro, dovesse risuscitare, riverniciato a nuovo, ospizio di altri e tanto più stupidi e perfetti congegni per ammazzare».

Aggiunse pero: «[…] non mi pongo il problema in maniera più drammatica di come può porselo un abitante dell’Italia centrale o dell’Europa. Ritengo che una guerra atomica non distruggerebbe solo Comiso e la sua “memoria”, ma l’intera civiltà. Allora mi sembra meschino, o puerile, preoccuparmi della mia sorte privata o di quella del mio paese».

Per dare un’idea dei contrasti suscitati dal piano di installare a Comiso missili da crociera (venuto meno a seguito del Trattato INF/ Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty dell’8 dicembre 1987 tra gli USA di Ronald Reagan e l’Unione Sovietica di Michail Gorbačev), trascrivo, con traduzione in italiano, parte di un articolo in Esperanto diffuso il 17 ottobre 1981, nel quadro delle trasmissioni per l’estero della Radiotelevisione italiana-RAI (Radio Roma).

Allego:

– un ritratto di Bufalino;

– la copertina del volume di Carlo Minnaja “Luigi Pirandello kaj aliaj siciliaj aŭtoroj” (Luigi Pirandello e altri autori siciliani), FEI, Milano 2012, in cui (p. 328-341) è contenuta la traduzione in Esperanto dei capitoli XII e XIII del romanzo di Gesualdo Bufalino “Diceria dell’untore” (La diraĵo de la ŝmiristo).


(segue traduzione in italiano)

Dekmil homoj, plejparte junaj, marŝadis en la sicilia urbeto Comiso (elp. Komiso) la 12-an de oktobro 1981, por protesti kontraŭ la plano starigi tie raketan bazon. Sed la manifestaciantoj estis akceptitaj per centoj da afiŝoj, presitaj de la lokaj sekcioj de la partioj kristandemokrata, socialista, socialdemokrata kaj liberala, kiuj esprimis sian solidarecon al la Registaro kaj kritikis la marŝon. La Urbestro kaj la magistratanoj (kristandemokratoj, socialistoj kaj socialdemokratoj) ignoris la protestan kunvenon, kiu fermiĝis antaŭ la urbodomo, restinta intence ŝlosita.

RADIO ROMA – ESPERANTO, 17.10.1981

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(traduzione)

Diecimila persone, per lo più giovani, hanno marciato, nella cittadina siciliana di Comiso, il 12 ottobre 1981, per protestare contro il piano di installarvi una base missilistica. Ma i dimostranti sono stati accolti da centinaia di manifesti, stampati dalle sezioni locali dei partiti democristiano, socialista, socialdemocratico e liberale, che esprimevano solidarietà al Governo e criticavano la marcia. Il Sindaco e i componenti della Giunta comunale (democristiani, socialisti e socialdemocratici) hanno ignorato la riunione di protesta, che si è conclusa davanti al Municipio, rimasto intenzionalmente sbarrato.

RADIO ROMA – ESPERANTO, 17.10.1981

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