Il 3 marzo è l’anniversario della nascita (nel 1906) di Albert Bruce Sabin (1906-1993)
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famoso per aver scoperto un vaccino contro la poliomielite (popolarmente detta “paralisi infantile”).
Se si domanda a un esperantista chi era “l’ebreo, nato a Białystok quando quella città (oggi polacca) era russa, dichiarato dall’UNESCO grande personaggio nella storia dell’Umanità)”, la risposta è immediata e univoca: Ludwik Lejzer Zamenhof (1859-1917), colui che mise le basi della lingua internazionale Esperanto.
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La risposta è esatta, perché mentre in Zamenhof sono presenti tutte quelle caratteristiche, Sabin, anche lui ebreo e nato nel ghetto di Białystok, per quanto ne so non ha avuto dall’UNESCO l’egualmente meritato riconoscimento (né ha avuto, del resto, il Premio Nobel), pur avendo segnato un momento importante nella storia dell’Umanità.
Nel 1921, la famiglia di Sabin emigrò negli Stati Uniti, per sottrarsi al clima antiebraico di Białystok, quello stesso clima di contrasto etnico e sociale che aveva spinto Zamenhof a cercare una lingua comune capace di favorire la comprensione tra i popoli; Sabin prese la cittadinanza statunitense, si laureò in medicina in una Università USA, fu per 30 anni responsabile di una prestigiosa struttura sanitaria USA, fu medico militare USA durante la seconda guerra mondiale (partecipando allo sbarco in Sicilia), salvò milioni di bambini in tutto il mondo (comprese centinaia di migliaia di statunitensi) da una terribile malattia, ma agli occhi degli statunitensi rimase pur sempre “un immigrato”.
A lungo, gli USA preferirono al vaccino di Sabin quello sviluppato dallo statunitense Jonas Edward Salk (1914-1995);
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e poiché, purtroppo, tutto viene buttato in politica, i primi Paesi a produrre ed applicare su vasta scala il vaccino Sabin furono (quasi in polemica con gli USA) quelli del blocco comunista, a partire dalla Cecoslovacchia (1959), mentre negli USA si continuava ad usare il vaccino di Salk, molto più difficile da gestire, meno efficace e fonte di numerosi inconvenienti; un altro motivo di questa differente scelta potrebbe essere il fatto, che mentre Sabin aveva generosamente rinunciato a brevettare la sua scoperta, per rendere accessibile il suo vaccino al maggior numero possibile di bambini, il vaccino Salk era invece brevettato, e quindi più appetibile per le case farmaceutiche.
(Con l’occasione: anche Zamenhof rinunciò a qualsiasi diritto d’autore sull’Esperanto).
L’Italia autorizzò la vaccinazione antipolio con il vaccino orale Sabin nel 1963, e nel 1966 la rese obbligatoria: la poliomielite, che prima uccideva o semiparalizzava, così scomparve dal Paese.
Nel 2006, gli USA hanno emesso contemporaneamente due francobolli, uno dedicato a Sabin (nel centenario della nascita) e l’altro, quasi per contrappeso, dedicato a Salk (di cui non c’erano da ricordare ricorrenze); li allego entrambi.