Il 2 febbraio è l’anniversario della nascita (nel 1882) dello scrittore, poeta e drammaturgo irlandese James Joyce (1882-1941)
it.wikipedia.org/wiki/James_Joyce
famoso soprattutto per i romanzi “Ulysses” (Ulisse), “Dubliners” (Gente di Dublino), “A Portrait of the Artist as a Young Man” (Ritratto dell’artista da giovane, oppure Dedalus), “Finnegans Wake” (La veglia per Finnegan).
Viaggiò molto; visse anche molto tempo a Trieste, fin dai tempi in cui la città apparteneva all’Impero Austro-Ungarico; a Trieste strinse amicizia con Italo Svevo,
scrisse i primi tre capitoli di “Ulisse”, e frequentava abitualmente lo storico “Caffè degli Specchi” in Piazza Grande (oggi piazza dell’Unità d’Italia), e il “Caffè Tommaseo” nell’omonima piazza.
A Trieste, Joyce insegnava l’inglese alla Berlitz School; sarebbe interessante sapere “quale” inglese, visto che nelle sue opere ha usato quella lingua in modo assolutamente anticonformista e innovativa (quanto a grammatica, sintassi e vocaboli), il che ha suscitato al tempo stesso entusiastiche approvazioni ed aspre critiche. Del resto, nelle sue opere Joyce ha usato, mescolandole e creando nuovi vocaboli, una quarantina di lingue, compreso l’Esperanto; anche per questo motivo è molto difficile capire e tradurre i suoi scritti (senza contare che lo stesso contenuto delle opere di Joyce ha suggerito ad alcuni a dubitare della sua salute mentale).
Joyce parlava correntemente l’italiano; anzi, rimangono testimonianze del suo uso del dialetto triestino (ne parla Giampiero Mughini nel bel libro “In una città atta agli eroi e ai suicidi – Trieste e il caso Svevo”, Bompiani, Milano 2011).
Una curiosità: nel 1912 Joyce superò a Padova l’esame di abilitazione all’insegnamento nelle scuole italiane, ma fu escluso perché non fu riconosciuto il titolo di studio da lui conseguito all’estero.
Un elenco dettagliato di quello che di Joyce o su Joyce è stato pubblicato in Esperanto si trova qui:
www.autodidactproject.org/bib/joyce_esperanto02.html
Aggiungo:
“Literatura Foiro” 2015-275, p. 118-123 (con foto)
“Literatura Foiro” 2015-276, p. 182-184
Trascrivo due brani di Joyce in cui è usato l’Esperanto, e (con traduzione in italiano) un trafiletto su Joyce apparso nel bollettino 2014-9/10 dell’Associazione Esperantista Triestina.
Allego (da una foto di Teresa Varvara) l’immagine della statua bronzea di Joyce, che si incontra come una presenza familiare camminando per le vie di Trieste.
BLOOM: I stand for the reform of municipal morals and the plain ten commandments. New worlds for old. Union of all, jew, moslem and gentile. Three acres and a cow for all children of nature. Saloon motor hearses. Compulsory manual labour for all. All parks open to the public day and night. Electric dishscrubbers. Tuberculosis, lunacy, war and mendicancy must now cease. General amnesty, weekly carnival, with masked licence, bonuses for all, esperanto the universal brotherhood. No more patriotism of barspongers and dropsical impostors. Free money, free love and a free lay church in a free lay state.
James Joyce, Ulysses, Circe
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Will you please come over and let us mooremoore murgessly to each’s other down below our vices. I am underheerd by old billfaust. Wilsh is full of curks. The coolskittle is philip deblinite. Mr Wist is thereover beyeind the wantnot. Wilsh and wist are as thick of thins udder as faust on the deblinite. Sgunoshooto estas preter la tapizo malgranda. Lilegas al si en sia chambro. Kelkefoje funcktas, kelkefoje srumpas Shultroj. Houdian Kiel vi fartas, mia nigra sinjoro? And from the poignt of fun where I am crying to arrive you at they are on allfore as foibleminded as you can feel they are fablebodied.
James Joyce, Finnegans Wake
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(Segue traduzione in italiano)
La ekstravaganca Joyce
En 1905 alvenas en Triesto el la fora Dublino iu senmona irlanda profesoro, kies nomo estis James Joyce (1882-1941). Li venis kune kun knabino, Nora Barnacle, kiun ĉiam li prezentis kiel sian edzinon, kvankam nur en 1931 li ŝin edzinigos, post 27 jaroj da kunvivado. Ilia unua hejmo estis en “Barriera Vecchia”, n. 32; dum sia restado en Triesto mult-foje ili ŝanĝos loĝejon.
Tamen tutcerte tiu unua tago en la urbo restis bone fiksita en ilia memoro. Ĵus eltrajniĝintaj, en la ĝardeneto de la placo vidalvida al la centra stacidomo, ili spektis viglan disputon inter anglaj kaj aŭstraj maristoj. J. Joyce, kiu estis alta, maldika kaj tre miopa, ekhavis la bizaran ideon helpi la samlandanojn kaj… sin ĵetis en la lukton.
Konsekvenco? Li pasigis la tutan nokton en malliberejo, dum la pacienca Nora, sidanta sur ĝardeneta benko, atendis lian revenon!
(Bulteno de Triesta Esperanto-Asocio/ TEA, 2014-9/10, p. 2)
(Traduzione):
Lo stravagante Joyce
Nel 1905 arriva a Trieste dalla lontana Dublino uno squattrinato professore irlandese, che aveva nome James Joyce (1882-1941). Venne con una ragazza, Nora Barnacle, che presentava sempre come sua moglie, sebbene soltanto nel 1931 l’abbia sposata, dopo 27 anni di convivenza. La loro prima abitazione fu in Barriera Vecchia, n. 32; durante il soggiorno a Trieste avrebbero cambiato casa molte volte.
Però è certo che quel primo giorno in città restò ben fisso nella loro memoria. Appena scesi dal treno, nel giardinetto della piazza di fronte alla stazione centrale assistettero ad una vivace discussione tra marinai inglesi ed austriaci. J. Joyce, che era alto, magro e molto miope, ebbe la bizzarra idea di aiutare i suoi connazionali e… si buttò nella mischia.
Conseguenza? Passò tutta la notte in prigione, mentre la paziente Nora, seduta su una panchina del giardinetto, aspettava il suo ritorno.
(Bollettino dell’Associazione Esperantista Triestina/ AET, 2014-9/10, p. 2;
trad. Antonio De Salvo)