Personaggi

Etty Hillesum

Il 30 novembre è l’anniversario della morte (a 29 anni, nel 1943, nel campo di sterminio nazista di Auschwitz, oggi Oświęcim) della scrittrice olandese di origine ebraica Esther Hillesum, conosciuta come Etty Hillesum (1914-1943)
it.wikipedia.org/wiki/Etty_Hillesum
Meno famosa della connazionale Anne Frank (della quale parlerò in altra occasione)
it.wikipedia.org/wiki/Anna_Frank
Etty Hillesum è stata ignorata per molto tempo: il suo “Diario”, oggi tradotto in 14 lingue, è stato pubblicato in versione italiana completa, da Adelphi, soltanto nel 2012; e per un’edizione completa in italiano delle “Lettere” (sempre “Adelphi”) si è dovuto attendere il 2013

Bibliografie


Rinvio alle pagine di Wikipedia, aggiungendo che nel 2002 ci fu a Roma un importante Convegno su Etty Hillesum
www.ettyhillesum.it/downloads/Convegno_Roma_2002.pdf
il 26 gennaio 2002 (v. il programma) vi partecipò anche mia sorella, Laura De Salvo, studiosa della scrittrice ed autrice di pubblicazioni su di lei. A suo tempo, in mancanza di edizioni complete in italiano degli scritti di Etty Hillesum, mia sorella dovette utilizzare l’edizione parziale in italiano del 1981, e le versioni in olandese e in inglese
www.ehoc.ugent.be/node/230
(fortunatamente, anche mia sorella ha una certa predisposizione per le lingue).
Un articolo in Esperanto su Elly Hillesum è pubblicato nella rivista “Literatura Foiro” 2014-267, p. 46-48.
Trascrivo una citazione ed una poesia/ preghiera (in una versione italiana ricavata dalla rete, e in una mia traduzione in Esperanto sulla base della versione italiana).
Preciso che la religiosità di Etty Hillesum non era “confessionale”, cioè, non era legata ad una religione in particolare; d’altra parte, non era neppure un generico sentimento di amore, ma piuttosto un amore concretamente vissuto: amore alla vita, amore alla natura, amore agli altri, perfino per lo stesso nemico.
Allego la copertina del programma del Convegno di Roma del 2002.


(sekvas traduko al Esperanto)

«Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo».
(Etty Hillesum, “Diario”)

PRENDIMI PER MANO

Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò,
non farò troppa resistenza.
Non mi sottrarrò a nessuna delle cose
che mi verranno addosso in questa vita,
cercherò di accettare tutto e nel modo migliore.
Ma concedimi, di tanto in tanto,
un breve momento di pace.
Non penserò più, nella mia ingenuità,
che un simile momento debba durare in eterno,
saprò anche accettare l’irrequietezza e la lotta.
Il calore e la sicurezza mi piacciono,
ma non mi ribellerò se mi toccherà
stare al freddo, purché tu mi tenga la mano.
Andrò dappertutto allora, e cercherò di non aver paura.
E dovunque mi troverò, io cercherò
di irraggiare un po’ di quell’amore,
di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro.

Etty Hillesum

°°°°°
(traduko)

«Estonta paco povos esti vere tia nur se pli frue ĝi estos trovita de ĉiu en si mem – se ĉiu homo liberigos sin de la malamo al la proksimulo de ĉiu ajn raso aŭ popolo, se li superos ĉi tiun malamon kaj transformos ĝin al io malsama, kaj eble, en longa tempospaco, al amo, se tio ne estas troa peto».
(Etty Hillesum, “Taglibro”)

PRENU MIN PER LA MANO

Mia Dio, prenu min per la mano, mi sekvos vin,
mi ne rezistos tro multe.
Mi evitos neniun el la aferoj,
kiuj venos sur min en ĉi tiu vivo,
mi klopodos akcepti ĉion kaj en la plej bona maniero.
Sed konsentu al mi, de tempo al tempo,
mallongan momenton de paco.
Mi ne plu pensos, en mia naiveco,
ke tia momento daŭru eterne,
mi ankaŭ scipovos akcepti la malkvieton kaj la lukton.
Varmo kaj sekureco plaĉas al mi,
sed mi ne ribelos se mi devos
esti en malvarmo, kondiĉe, ke vi tenu mian manon.
Tiam mi iros ĉien, kaj klopodos ne timi.
Kaj kie ajn mi estos, mi klopodos
disradii iom el tiu amo,
de tiu vera amo al la homoj, kiun mi portas en mi mem.

Etty Hillesum, trad. Antonio De Salvo

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