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La Gioconda

Il 21 agosto 1911 Vincenzo Peruggia (1881-1925)

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un imbianchino italiano emigrato in Francia, rubò dal Museo del Louvre di Parigi il famosissimo quadro conosciuto come “La Gioconda” o “Monna Lisa”

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di Leonardo da Vinci (1452-1519) (del quale parlerò in altra occasione)

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La “giustificazione” del furto fu l’asserito desiderio “patriottico” di restituire all’Italia quel capolavoro, che il ladro riteneva, erroneamente, sottratto da NapoleoneBonaparte.

In realtà, non è così: Napoleone portò via tante cose dall’Italia, ma non la “Gioconda”, che lo stesso Leonardo portò con sé quando si trasferì in Francia; quando l’artista morì (nel castello di Amboise), il quadro fu regolarmente acquistato dal Re di Francia Francesco I (François d’Orléans)

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Napoleone c’entra soltanto marginalmente, perché prelevò il quadro dal Louvre per appenderlo nella propria camera da letto. In un certo senso, fu lui il primo “ladro” della Gioconda”, peraltro ladro “autorizzato”; ma mentre Peruggia finì in prigione, a Napoleone nessuno disse nulla, in base al principio che “chi ruba poco va in galera, chi ruba tanto fa carriera”.

Il furto del 1911 (che si risolse con la condanna del ladro ad una pena mite, soli sette mesi di carcere, grazie alla seminfermità mentale ed al sostegno dell’opinione pubblica italiana) è soltanto una delle traversie subite dal quadro: fu esposto in diverse residenze reali, tra cui Versailles; con la Rivoluzione francese, fu spostato al Louvre; Napoleone (come detto) se lo mise in camera da letto; prima di rientrare in Francia, dopo il furto del 1911, fu esposto agli Uffizi a Firenze, all’ambasciata di Francia aPalazzo Farnese a Roma, alla Galleria Borghese di Roma; durante la seconda guerra mondiale, rischiò di finire nella collezione privata di Adolf Hitler, ma fu nascosto (sotto il letto!) dal Direttore del Louvre, Jacques Jaujard

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nel 1963 fu esposto a Washington e New York (presso il “Metropolitan Museum of Art” fu per ore inondato dall’acqua spruzzata per un guasto dell’impianto antincendio, e si salvò soltanto per la spessa schermatura del vetro); nel 1974, fu esposto a Tokyo e Mosca.

Il quadro, che come tutte le opere di Leonardo è molto cagionevole, ha pure subito vari atti vandalici, per cui è protetto da un vetro infrangibile, all’interno di una teca a temperatura controllata.

Lo scorso marzo, il ministro della Cultura francese, Françoise Nyssen

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ha manifestato l’intenzione di spostare il quadro dal Louvre, nell’ambito di iniziative volte a “combattere la segregazione culturale e mettere le opere d’arte a disposizione di un pubblico più vasto”; allo spostamento, anche solo per mostre itineranti, si è fermamente opposto Jean-Luc Martinez, direttore del Museo del Louvre, il quale ha sottolineato che la “Gioconda” è talmente fragile che non può essere spostata neppure da un piano all’altro dello stesso Museo.

Tante ipotesi sono state fatte su chi rappresenti realmente la “Gioconda” e sul perché di quel sorriso enigmatico (è stato perfino sostenuto che si tratterebbe dell’ambiguo ritratto di un uomo). Ne trascrivo una (con traduzione in italiano), dalla trasmissione in Esperanto di Radio Roma del 20 gennaio 2007:

 

“Dokumentoj malkovritaj en arkivo de Florenco konfirmas la ekziston kaj la identecon de “Monna Lisa”, la famkonata modelino kiu inspiris “La Gioconda”, la ĉefverkon de Leonardo de Vinĉi, gardatan ĉe Luvro. Kiel tutunue rakontis Giorgio Vasari, en sia verko “La Vivoj” de 1550, la bildigita virino estas verŝajne Lisa Gherardini, edzino de la riĉa florenca komercisto Francesco Del Giocondo. En la registro de la mortintoj de la florenca preĝejo honore al Sankta Ursula, profesoro Giuseppe Pallanti, studulo pri la vivo kaj la arto de Leonardo, malkovris la pruvon pri la ekzisto de Monna Lisa: iu dokumento atestas, ke Lisa Gherardini mortis la dekkvinan de julio 1542, en la aĝo de sesdek tri jaroj”.

 

“Documenti scoperti in un archivio di Firenze, confermano l’esistenza e l’identità di “Monna Lisa”, la celebre modella che ispirò “La Gioconda”, il capolavoro di Leonardo da Vinci, custodito al Louvre. Come per primo raccontò Giorgio Vasari, nelle “Vite” del 1550, la donna ritratta sarebbe Lisa Gherardini, moglie del ricco mercante fiorentino Francesco Del Giocondo. Nel registro dei morti della chiesa fiorentina di Sant’Orsola, il professor Giuseppe Pallanti, uno studioso della vita e dell’arte di Leonardo, ha scoperto la prova dell’esistenza della Monna Lisa: un documento attesta che la Gherardini morì il 15 luglio 1542, all’età di 63 anni”.

 

Allego il francobollo francese del 1999 per la “Gioconda” (nella serie «Chefs-d’œuvres de l’Art» – Capolavori dell’Arte), su bozzetto di Jean-Paul Véret-Lemarinier.

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