Personaggi

Vittoria Colonna – Michelangelo Buonarroti

Il 25 febbraio è l’anniversario della morte (nel 1547) della poetessa italiana Vittoria Colonna (1492-1547)
it.wikipedia.org/wiki/Vittoria_Colonna
​Nata a Marino, nelle vicinanze di Roma, da nobile famiglia (era Marchesa di Pescara), fu promessa sposa quando era ancora bambina, e si sposò nel 1509, ad appena 17 anni. Il marito partì presto per la guerra, fu fatto prigioniero, tornò a combattere e fu ferito a morte nel 1525. Vittoria cadde in depressione e meditò il suicidio; si ritirò quindi in convento.
​Nel 1536 conobbe Michelangelo Buonarroti (1475-1564)
it.wikipedia.org/wiki/Michelangelo_Buonarroti
eo.wikipedia.org/wiki/Mikelan%C4%9Delo
con il quale strinse una forte amicizia (malgrado la differenza di età e di carattere), tenendo una fitta corrispondenza, di cui rimangono sette lettere (due di Michelangelo e cinque della Marchesa).
A lei Michelangelo dedicò alcuni sonetti, uno dei quali (“Non ha l’ottimo artista alcun concetto”) è stato tradotto in Esperanto da Lajos Tárkony (Ludwig Totsche), con il titolo “Ne estas eĉ plej arta rev’ el ŝtono”, e più volte pubblicato, da ultimo con una leggera variante.
A dire il vero, in “Norda Prismo” 1964-2 è anche pubblicata la traduzione, di Jiří Kořínek, di un altro sonetto di Michelangelo, presentato con il generico titolo “La lasta saluto al Vittoria Colonna” (L’ultimo saluto a Vittoria Colonna); purtroppo, malgrado attente ricerche, finora non sono riuscito a identificare il testo originale in italiano.
Una curiosità: secondo alcuni, il volto di Maria nel “Giudizio Universale” di Michelangelo nella Cappella Sistina è quello di Vittoria Colonna.
Vittoria Colonna è autrice di poesie d’amore per il marito (“Rime amorose” e “Rime spirituali”), e prose di carattere religioso. Esiste la traduzione in Esperanto di un suo sonetto (“Qual digiuno augellin, che vede ed ode” – Kiel birdet’ malsata, kiu vidas), di Juliette Vatré-Baudin, pubblicata su “Literatura Mondo” 1937-5, p. 140.
​Trascrivo i sonetti di Vittoria Colonna e di Michelangelo, in italiano e nelle versioni in Esperanto, ed allego:
– un annullo postale italiano del 16 giugno 1979, per una mostra filatelica dedicata a Vittoria Colonna a Salsomaggiore Terme (Parma);
– un particolare del “Giudizio Universale” di Michelangelo nella Cappella Sistina.


QUAL DIGIUNO AUGELLIN, CHE VEDE ED ODE

Qual digiuno augellin, che vede ed ode
batter l’ali alla madre intorno, quando
gli reca il nutrimento, ond’egli, amando
il cibo e quella, si rallegra e gode,

e dentro al nido suo si strugge e rode
per desio di seguirla anch’ei volando,
e la ringrazia in tal modo cantando,
che par ch’oltre il poter la lingua snode;

tal io qualor il caldo raggio e vivo
del divin sole, onde nutrisco il core,
più dell’usato lucido lampeggia,

muovo la penna spinta dall’amore
interno; e senza ch’io stessa m’avveggia
di quel ch’io dico, le sue lodi scrivo.

Vittoria Colonna

KIEL BIRDET’ MALSATA, KIU VIDAS

Kiel birdet’ malsata, kiu vidas
kaj aŭdas flugilfrapojn de l’ patrino
portanta manĝon, dum en ĝia sino
plezuro vibras, ĉar ĝi manĝ-avidas,

kaj ĝi en nesto sin apenaŭ bridas,
sin streĉas, tremas de la flug-inklino,
kaj tiel kantas ĝi por dank-esprimo,
ke super sia pov’ la lang’ rapidas,

tiel mi, kiam brila varm’ viv-dona
de l’ sankta suno, nutr’ al mia koro,
pli ol kutime flamas, helradia,

mi movas plumon, kiun la adoro
pelas, kaj jen, mi skribas, ne-konscia
pri l’ propraj vortoj, laŭdojn al vi, bona.

Vittoria Colonna, trad. Juliette Vatré-Baudin
(“Literatura mondo” 1937-5, p. 140)

*****

NON HA L’OTTIMO ARTISTA ALCUN CONCETTO
(RIME 151)

Non ha l’ottimo artista alcun concetto
c’un marmo solo in sé non circonscriva
col suo superchio, e solo a quello arriva
la man che ubbidisce all’intelletto.

Il mal ch’io fuggo, e ‘l ben ch’io mi prometto,
in te, donna leggiadra, altera e diva,
tal si nasconde; e perch’io più non viva,
contraria ho l’arte al disiato effetto.

Amor dunque non ha, né tua beltate
o durezza o fortuna o gran disdegno,
del mio mal colpa, o mio destino o sorte;

se dentro del tuo cor morte e pietate
porti in un tempo, e che ‘l mio basso ingegno
non sappia, ardendo, trarne altro che morte.

Michelangelo Buonarroti

NE ESTAS EĈ PLEJ ARTA REV’ EL ŜTONO
(RIMOJ 151)

Ne estas eĉ plej arta rev’ el ŝtono,
kiun ne fermus marmorekzemplero
per sia troo; ĝin nur trovas fero
gvidata skulpte per inspir’ kaj kono.

Malbon’ timata, esperata bono
vin loĝas, dam’ pompanta en fiero,
sed vane penas mi kun malespero,
ne donas l’ art’ efekton laŭ bezono.

Nek amo kulpas do, nek via belo,
nek duro, fat’, malŝato malafabla
pri mia plago, nek destin’ aŭ sorto;

samtempe ja indulg’ kaj mortkruelo
nestas en vi, sed mi, kun nekapabla
ardanta cerbo trafas nur al morto.

Michelangelo Buonarroti, trad. Lali Blond (Lajos Tárkony/ Ludwig Totsche)
(“Literatura Mondo”1936-4, julio-aŭgusto, p. 101; “Literatura foiro” 1976-36)

NE ESTAS EĈ PLEJ ARTA REV’ EL ŜTONO
(RIMOJ 151)

Ne estas eĉ plej arta rev’ el ŝtono,
kiun ne fermus marmorekzemplero
per sia troo; ĝin nur trovas fero
gvidata skulpte per inspir’ kaj kono.

Timata mavo, esperata bono
vin loĝas, dam’ pompanta en fiero,
sed vane penas mi kun malespero,
doni la art-efekton laŭ bezono.

Nek amo kulpas do, nek via belo,
nek duro, fat’, malŝato malafabla
pri mia plago, nek destin’ aŭ sorto;

samtempe ja indulg’ kaj mortkruelo
nestas en vi, sed mi, kun nekapabla
ardanta cerbo trafas nur al morto.

Michelangelo Buonarroti, trad. Lajos Tárkony (Ludwig Totsche)
(“Hungara vivo” 1975-3)

*****

LA LASTA SALUTO
AL VITTORIA COLONNA

Kiam ŝi pasis for al mortoland’,
belecon ŝian kie tron’ atendis,
ŝin akompani mi veĝemojn sendis
kaj senfeliĉa restis mi plendant’.

La mort’ vin ŝiris for de via kant’,
en sunobril’ sin tero vastetendis,
diris ĉiel’: korp’ estas mia plant’,
spiriton vian ni por ni pretendis.

Ne de l’ pasemo prenis vin disfalo,
vort’ via kanta fundpenetris nin
kaj ne fordronos en eternomaro,

ja por ĉielo tiu rabviktim’
nur vana gajn’ – iradas tra dihaloj
senkante ŝi – la muta poetin’.

Michelangelo Buonarroti, trad. Jiří Kořínek
(“Norda prismo” 1964-2)

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