Personaggi

Robert Cecil

Il 14 settembre ricorre la nascita (nel 1864) del diplomatico, giurista e politico britannico Edgar Algernon Robert Gascoyne Cecil of Chelwood (1864-1958), conosciuto come Robert Cecil oppure Lord Cecil, Premio Nobel per la pace nel 1937
it.wikipedia.org/wiki/Robert_Cecil,_I_visconte_Cecil_di_Chelwood
eo.wikipedia.org/wiki/Robert_Cecil
​Eminente giurista, e pacifista convinto ed attivo, fu uno dei “padri” della Società delle Nazioni (fece parte già della Commissione internazionale presieduta da Woodrow Wilson incaricata, nel 1919, di formulare una proposta per la sua istituzione); fu anche vicepresidente della Società (quale rappresentante del Sudafrica, all’epoca dominion britannico).
​Nel 1927 si dimise dal Governo britannico (di cui faceva parte, con diversi incarichi e in vari periodi, fin dal 1915), per protesta contro l’atteggiamento governativo nei confronti della Società delle Nazioni; nel 1932 si dimise anche da rappresentante britannico presso la Società delle Nazioni, restando, però, suo consigliere esterno.
Nel dopoguerra fu nominato presidente onorario dell’O.N.U.
Il prestigio internazionale di Robert Cecil è dimostrato da questo passaggio dell’intervento del Cancelliere dell’Impero Tedesco Conte Georg von Hertling, al Reichstag (Parlamento) il 29 novembre 1917, riportato dal bollettino tedesco in Esperanto del tempo di guerra “Internacia Bulteno” 1918-1, p. 11:
>Kiam mi antaŭ kelke da tempo interparolis kun neŭtralulo, disponanta pri plej preciza kono de la aferoj, pri anglaj politikistoj kaj ilia miriga nescio pri la kontinento kaj speciale pri Gemanujo, tiu saĝa kompetentulo diris, ke plej kapabla por eksterlanda politiko nun sendube estas Lordo Robert Cecil.
​(Traduzione: Quando qualche tempo fa parlai con un neutrale, che disponeva della più precisa cognizione delle cose, in merito ai politici inglesi ed alla loro sorprendente ignoranza del continente ed in particolare della Germania, quel saggio esperto disse che il più capace per la politica estera è adesso senz’altro Lord Robert Cecil).
​La pagina in inglese di Wikipedia evidenzia che:
en.wikipedia.org/wiki/Robert_Cecil,_1st_Viscount_Cecil_of_Chelwood
>Cecil was an Esperantist, and, in 1921, he proposed that the League of Nations adopt Esperanto as solution to the language problem.[30]
Forster, Peter Glover (1982). The Language Movement. Walter de Gruyter. p. 173. ISBN 90-279-3399-5.
​(Traduzione: Cecil è stato un Esperantista, e, nel 1921, propose che la Lega delle Nazioni adottasse l’Esperanto come soluzione del problema linguistico)
​Anche la pagina in Esperanto menziona il suo favore per la lingua internazionale, e cita una frase che appare (peraltro, senza fonte) a p. 131 della “Encikopedio de Esperanto” – Enciclopedia dell’Espernto (1934):
>angla esperantisto kaj eksministro de Britio. Kiel delegito de Sud-Afriko ĉe la Ligo de Nacioj, estis en 1920-21 fervora subtenanto de Esperanto. Laŭ lia eldiro “helpa mondlingvo ne estas bezonata nur de la intelektuloj, sed antaŭ ĉio de la popoloj mem.”.
(Traduzione: esperantista inglese ed ex ministro della Gran Bretagna. Come delegato del Sud Africa alla Lega delle Nazioni, fu nel 1920 un fervente sostenitore dell’Esperanto. A suo dire “una lingua ausiliaria mondiale è necessaria non solo agli intellettuali, ma prima di tutto agli stessi popoli”).
Nulla, invece, è detto nelle altre lingue, compreso l’italiano.

​La simpatia di Robert Cecil per l’Esperanto è ripetutamente documentata in pubblicazioni dell’epoca:
>La Commissione del lavoro intellettuale presso la Società delle Nazioni aveva raccomandato lo studio di lingue viventi a preferenza di quello di una lingua ausiliare artificiale. — Per la protesta circa questa decisione da parte di diversi delegati, fra cui Lord R. Cecil e quello italiano, questa proposta della Commissione suddetta ha dovuto essere ritirata.
(“L’Esperanto” 1923-11, p. 138)

>Lord Robert Cecil: «Credevo un tempo che l’Esperanto fosse uno scherzo: sono oggi convinto del mio errore. Vedo l’importanza dell’Esperanto e lo vedo progredire con gioia. Esso accelererà certamente l’utilità della Lega delle Nazioni».
(“L’Esperanto” 1929-3, p. 30)

​Particolarmente importante è quanto pubblicato in italiano ne “L’Esperanto” 1922-10, p. 205-206, che trascrivo, unitamente ad un articolo parallelo in Esperanto di Edmond Privat tratto da “Esperanto de UEA” 1930-10, p. 165.
Un’ampia presentazione degli avvenimenti del 1922 alla Società delle Nazioni è contenuta nello studio elaborato dalla “Commissione sulla lingua internazionale (detta esperanto)”, istituita con Decreto Interministeriale 29 aprile / 5 ottobre 1993 dal ministero italiano della Pubblica Istruzione:
www.parracomumangi.altervista.org/BollettinoUfficiale.pdf
​Allego:
– un ritratto di Robert Cecil;
​- la copertina dell’opuscolo in francese “L’Esperanto comme langue auxiliaire internationale – Rapport du Secrétariat général adopté par la troisième Assemblée de la Société des Nations” (L’Esperanto come lingua internazionale ausiliare – Rapporto del Segretariato generale adottato dalla terza Assemblea della Società delle Nazioni).


CRONACA ESTERA
Il mese di settembre è stato gravido di importanti avvenimenti nel nostro campo. Dobbiamo segnalare in primo luogo la discussione avvenuta in seno alla Lega delle Nazioni in occasione della sua terza assemblea generale.
I precedenti sono noti agli esperantisti. Dopo un primo generico accenno durante 1’assemblea del 1920, quella dell’anno scorso demandava al Segretariato Generale di preparare un accurato e dettagliato rapporto in merito alla questione della L. I. ed in particolar modo in merito alla diffusione attuale dell’Esperanto ed alle esperienze fatte da questo nel campo della scuola e nella vita pratica.
Abbiamo la fortuna di avere sott’occhio il testo della relazione presentata dal Segretariato stesso dopo un anno di attento studio ed approvata dalla Commissione speciale alla quale fu sottoposta prima di venir portata in sede di discussione generale. Essa è quanto di più lusinghiero si poteva sperare ed è d’altra parte una prova di più di quello che non possono non essere le conclusioni di un qualsiasi osservatore per quanto altolocato, il quale consideri con serietà e con obiettività la questione che viene da oltre trent’anni agitata.
II rapporto venne approvato e fatto proprio dalla V Commissione della Lega. La nostra F.E.I. à segnalato appena ne è stata a conoscenza questo risultato della discussione di Ginevra perchè esso venga fatto conoscere e diffuso specialmente fra quegli ambienti dal facile sorriso, dove con troppa fretta si parlava di un funerale di prima classe fatto alla proposta favorevole all’Esperanto.
La stessa V Commissione propose, e l’Assemblea accettò, che tutto l’insieme della questione venisse poi rimandato allo studio del Comitato della Collaborazione Intellettuale. Non era richiesto certo neppure dagli Esperantisti decisione più elevata. Non si poteva pensare, nè si pensava in un voto della Assemblea che deliberasse o che solo consigliasse circa l’insegnamento nelle scuole pubbliche degli stati associati. La questione è con la recente decisione sempre presente agli organi centrali della L.d.N. È già un risultato abbastanza grave, quale pochi anni fa sarebbe stato follia sperare, che un organismo, ufficialmente riconosciuto come il massimo coordinatore politico degli stati civili, e per di più in un periodo in cui gravissimi e delicatissimi compiti gli vengono richiesti nel mondo che cerca ancora le vie della sua pace, si occupi lungamente e ritenga di tanta serietà la questione non solo generica e platonica di una lingua internazionale ma specificamente dell’Esperanto, da esigerne l’esame degli organi più competenti e da domandarne la continua presenza nell’ordine del giorno.
Più che ogni nostra parola valga al riguardo quella della persona forse oggi più significativa del mondo esperantista, il dott. Privat, che nel numero di ottobre dell’Esperanto di Ginevra scrive: «Questa duplice deliberazione dell’Alto Consesso (approvazione del rapporto e incarico alla Commissione della Collaborazione Intellettuale per conoscerne l’opinione) è della più alta importanza per tutto intero il nostro movimento. Esso è il risultato di un compromesso fra le due principali tendenze che reggono oggi nella Lega. Per accontentare le sedici nazioni che s’interessano all’Esperanto si è accettata la prima parte e si è dato così, agli Esperantisti uno storico documento, accuratamente corretto dopo tre giorni di critica e di discussione, documento che rappresenta l’unanime constatazione della L.d.N. su fatti indiscutibili, sulla vitalità, l’uso e l’insegnamento dell’Esperanto. Per accontentare le altre si è rimandato alla Commissione Intellettuale per un ulteriore generale esame sul problema della L. I.​
Non è facile che questa Commissione si metta al lavoro fra breve…. Per intanto sta negli Esp. di provare con nuovi successi la utilità dell’Esperanto nel mondo. Questa stessa fu la conclusione dei due oratori nell’Assemblea, il senatore Reynald (Francia), scettico, e Lord R. Cecil (Inghilterra), simpatizzante dell’Esperanto. Seguiamo dunque il consiglio»
(“L’Esperanto” 1922-10, p. 205-206)

Nia Majstro Zamenhof estus feliĉa: la mondlingva problemo nun staras sur la programo de la plej alta aŭtoritato internacia, la Ligo de Nacioj. En sia tria ĝenerala kunsido, la 21an de septembro 1922, ĝi alprenis per solena voĉdono du decldojn: unu, kiu malkontentigos niajn urĝemulojn, ĉar ili devos atendi eble kelkajn jarojn por scii la opinion de la Intelekta Komisiono, alia, kiu kontentigos ilin, ĉar iIi tuj ricevos en manojn la plej potencan propagandilon, kiun iam posedis nia movado.
La Ligo decidis alpreni unuanime oficialan raporton pri esperanto en lernejoj kaj poste per 26 voĉoj kontraŭ 2 (favoraj al la angla lingvo) komisiìs la Komisionon de scienculoj por Intelekta Kunlaborado ekzameni la mondlingvan problemon kaj doni sian opinion.
Tiu duobla decido estas gravega por ni tuta afero. Ĝi estas rezultato de kompromiso inter la du ĉefaj tendencoj, kiuj regas nun ĉe la Ligo. Por kontentigi la 16 naciojn, kiuj interesiĝas al Esperanto oni akceptis la unuan parton kaj donis tiel al la esperantistoj historian dokumenton, zorge korektitan post tritaga kritikado kaj diskutado, dokumenton kiu prezentas la unuaniman konstaton de la Ligo de Nacioj pri faktoj nediskuteblaj, pri vivanteco, pri uzado kaj instruado de Esperanto kun ĉiuj naciaj dekretoj riIataj al ĝi.
Por kontentigi la ceterajn ŝtatojn, kiuj ankoraŭ ne estas pretaj enkonduki Esperanton en siajn lernejojn, oni akceptis la duan parton, kiu komisias la konstantan Intelektan Komitaton, kie sidas Bergson, Einstein, k. t. p., ke ĝi ekzamenu la demandojn pri Esperanto en lernejoj kaj donu sian opinion pri la tuta mondlingva problemo. Nur Norvegio kaj Svedlando voĉdonis kontraŭ tiu decido, ĉar por ili la problemo estas oficiale solvita en la senco de la angla lingvo.
Inter la ŝtatoj, kiuj voĉdonis por la dua decido, estas certe du grupoj: kelkaj kiel franca registaro, volis per tio nur prokrasti devigan enkondukon de Esperanto. Aliaj sincere deziris seriozan esploron de la afero per scienculoj.
Estas tute ne certe, ĉu la Intelekta Komisiono baldaŭ komencos la ekzamenon. En ĝi sidas partianoj de la angla lingvo, partianoj de la franca, subtenantoj de la latina kaj aprobantoj de esperanto. Kun tiom dividita opinio, estas kredeble ke la Komisiono povos nur alveni al scienca konstato pri la avantaĝoj kaj malavantaĝoj de mondlingvo, nacia, mortinta aŭ artefarita. Post kelkaj jaroj, sur la bazo de tia raporto kaj ankaŭ sur la bazo de la jam akirita raporto pri Esperanto en lernejoj, la Ligo eble reprenos la demandon en ĝenerala kunsido kaj decidos, ĉu ĝi volas alpreni definitivan rekomendon.
Ĝis tiu tempo, kuŝas en la manoj de la esperantisto pruvi per novaj sukcesoj la utilecon de sia lingvo al la mondo. Tiun saman konkludon diris ambaŭ parolintoj en la solena kunsido: franca senatano Reynald, skeptikulo, kaj Lord Robert Cecil, simpatiulo. Ni do sekvu la konsilon.
Edmond Privat
(“Esperanto de UEA” 1922-10, p. 165)

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