Il 23 aprile ricorre la morte (nel 1554) della poetessa italiana Gaspara Stampa (1523-1554)
it.wikipedia.org/wiki/Gaspara_Stampa
Famosa per la sua bellezza e l’elegante vita mondana, colta nella letteratura e nella musica, ebbe nella sua breve vita (morì a 31 anni, forse suicida) numerose esperienze amorose: quella che lasciò segni profondi fu la passione, non adeguatamente ricambiata, per il nobile Collatino di Collalto, al quale è dedicata la maggior parte delle sue 311 poesie, che costituiscono quasi un diario, la cui originalità risiede nel fatto che forse per la prima volta dai tempi di Saffo una donna si apre a confessioni amorose.
In Esperanto sono stati tradotti due sonetti, entrambi da Juliette Vatré-Baudin:
– “Chi vuol conoscer, donne, il mio signore” (“Scivole, damoj, pri mia sinjoro”), in Literatura Mondo” 1937-5, p.140;
– “Mesta e pentita de’ miei gravi errori” (“Malĝoja, penta pro eraroj miaj”), nella “Itala Antologio”, FEI, Milano 1987, pag. 190).
Trascrivo il testo del primo sonetto, in italiano e in Esperanto, ed allego la pag. 140 di “Literatura Mondo” 1937-5, con (tra l’altro) quella versione.
Antonio De Salvo
CHI VUOL CONOSCER, DONNE, IL MIO SIGNORE
Chi vuol conoscer, donne, il mio signore,
miri un signor di vago e dolce aspetto,
giovane d’anni e vecchio d’intelletto,
imagin de la gloria e del valore:
di pelo biondo, e di vivo colore,
di persona alta e spazioso petto,
e finalmente in ogni opra perfetto,
fuor ch’un poco (oimè lassa!) empio in amore.
E chi vuol poi conoscer me, rimiri
una donna in effetti ed in sembiante
imagin de la morte e de’ martiri,
un albergo di fé salda e costante,
una, che, perché pianga, arda e sospiri,
non fa pietoso il suo crudel amante.
Gaspara Stampa
SCIVOLE, DAMOJ, PRI MIA SINJORO
Scivole, damoj, pri mia sinjoro,
rigardu, jen li estas, mild-aspekta,
juna laŭ aĝ’, sed maljun-intelekta,
la vera bildo de la virt’ kaj gloro.
Blondhara kaj de sana viv-koloro,
staturo alta, brusto belefekta,
fine, en ĉiuj agoj tre perfekta,
krom iometa tim’ en am-fervoro.
Kaj vidu, se vi koni min deziras,
virinon, kiu, ŝajn’ kaj fakt’ malhela,
estas martira bild’, mortante spiras;
konstanta firma hejm’ de am’ fidela,
kiun, ĉar arde, plende ĝi suspiras,
ne ekkompatas la amant’ kruela.
Gaspara Stampa, trad. Juliette Vatré-Baudin
(“Literatura Mondo” 1937-5, p.140)