Il 21 dicembre è l’anniversario della morte (nel 1375) dello scrittore, poeta, umanista e filologo italiano (toscano) Giovanni Boccaccio (1313-1375), conosciuto soprattutto per la raccolta di novelle “Decamerone”.
it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Boccaccio
Già più volte ho parlato di lui, da ultimo il 16 giugno 2018.
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/06/16/giovanni-boccaccio-2/
Rinvio alle pagine di Wikipedia, e trascrivo (con traduzione in italiano) parte di un articolo mandato in onda il 21 dicembre 1975 dalla Radiotelevisione Italiana-RAI (Radio Roma), nel quadro delle trasmissioni per l’estero in Esperanto.
Allego una quartina di uno dei francobolli italiani del 1975 per il sesto centenario della morte di Boccaccio.
(Segue traduzione in italiano)
RADIO ROMA – ESPERANTO, 21.12.1975
Teksto de Gherardo Ghelardini, traduko de Antonio De Salvo
Bokaĉo havis gajan karakteron; li akceptis la vivon sen plendoj, kaj ne kutimis ekkoleri. Pro tio, liaj amikoj nomadis lin “Giovanni della tranquillità” (Johaho de la Trankvileco), kaj amis lin. Li estis ankaŭ belaspekta, kaj dum junaĝo li travivis plaĉajn jarojn en Napolo, kien li estis sendita de sia patro, kiu esperis fari el li komerciston. Sed Johano tute ne intencis okupiĝi pri negocoj, kaj, anstataŭ gajni, li senŝpare elspezadis la monon senditan de la patro.
La pasioj de Johano Bokaĉo estis libroj kaj poezio; kaj, samkiel ĉiuj junaj poetoj, li verkis amason da poeziaĵoj por sia amatino, al kiu li donis la kaŝnomon Fiammetta. Temis pri nobela virino, Maria d’Aquino, neleĝa filino de la Napola Reĝo. Johano multe amis ŝin, kaj li neniam forgesis ŝin, dum Maria baldaŭ enuis pri li. Johano ankaŭ verkis romanon titolitan “Fiammetta”, kaj Fiammetta nomiĝas unu el la sep junulinoj de “Dekamerono”.
Bedaŭrinde, la bela vivo de Napolo ne povis longe daŭri, ĉar la patro de Johano ekhavis financajn malfacilaĵojn, kaj en 1341 li devis revoki sian filon al Florenco. En ĉi tiu urbo, Johano travivis mizerajn jarojn. Li sin konsolis verkante kaj studante, tiel ke rapide li fariĝis vera erudiciulo.
Estas konate, ke “Dekamerono” estas maldeca libro. Nu, ĉu vi kredas tion? Ĝia aŭtoro, iumomente, estis trafita de konsciencaj riproĉoj, de religia krizo, kiu igis lin retiriĝi en Certaldo, la toskanan vilaĝon, de kie devenis lia familio; tie li vivis ermite siajn lastajn jarojn, kaj mortis pie, la 21-an de decembro 1375.
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(traduzione)
Boccaccio aveva un temperamento gioviale; accettava la vita senza lamentarsi, e non aveva l’abitudine di arrabbiarsi. Per questo, i suoi amici lo chiamavano “Giovanni della tranquillità”, e gli volevano bene. Era anche di bell’aspetto, e in gioventù passò anni piacevoli a Napoli, dove era stato mandato dal padre, che sperava di fare di lui un commerciante. Ma Giovanni non aveva affatto intenzione di occuparsi di affari, e anziché guadagnare, sperperava il denaro mandato dal padre.
Le passioni di Giovanni Boccaccio erano i libri e la poesia: e come tutti i giovani poeti, scrisse una montagna di poesie per la sua amata, alla quale diede lo pseudonimo Fiammetta. Si trattava di una nobildonna, Maria d’Aquino, figlia illegittima del Re di Napoli. Giovanni le volle molto bene, e non la dimenticò mai, mentre Maria si stancò presto di lui. Giovanni scrisse anche un romanzo intitolato “Elegia di Madonna Fiammetta”, e Fiammetta si chiama una delle sette giovani del “Decamerone”.
Purtroppo, la bella vita di Napoli non poté durare a lungo, perché il padre ebbe problemi finanziari, e nel 1341 dovette richiamare il figlio a Firenze. In quella città, Giovanni passò anni di miseria. Si consolò scrivendo e studiando, tanto che rapidamente divenne un erudito.
È noto che il “Decamerone” è un libro licenzioso. Ebbene, lo credereste? Il suo autore, ad un certo momento, fu colto da rimorsi di coscienza, da una crisi religiosa, che lo portò a ritirarsi a Certaldo, il villaggio toscano da cui proveniva la sua famiglia; lì visse da eremita i suoi ultimi anni, e morì piamente, il 21 dicembre 1375.