Personaggi

Attila

Il 16 marzo è l’anniversario della morte (nel 453) del condottiero unno Attila (406-453),
it.wikipedia.org/wiki/Attila
sovrano di un vastissimo impero che si estendeva dall’Europa centrale al Mar Caspio e dal Mar Baltico al Danubio, unificando Germani orientali, Slavi e Ugro-Finni.
Nemico acerrimo dell’Impero romano (sia di Occidente che di Oriente), assediò Costantinopoli, si spinse in Francia fino ad Aurelianum (Orléans) dopo aver conquistato molte grandi città (tra cui tra cui Reims, Strasburgo, Treviri, Colonia e Metz), rase al suolo Aquileia e saccheggio Padova (gli abitanti superstiti si rifugiarono in quella che poi divenne Venezia), occupò Milano, mise in fuga da Ravenna l’Imperatore Valentiniano II, e si fermò soltanto quando, sulla riva del Po nelle vicinanze di Mantova, gli si fece incontro Papa Leone I Magno (390-461).
it.wikipedia.org/wiki/Papa_Leone_I
Secondo la tradizione, il Papa avrebbe dissuaso Attila dal proseguire verso Roma mostrandogli il Crocifisso; gli storici propendono per altre spiegazioni: la difficoltà di proseguire la campagna militare; un ingente riscatto; il timore di Attila (che era molto superstizioso) di fare la fine di Alarico I, morto nel 410 poco dopo aver saccheggiato Roma.

August von Platen


Attila è il tipico esempio di come la storia abbia molte facce: per i popoli che subirono i suoi saccheggi, Attila fu un condottiero feroce, soprannominato “Flagellum Dei” (Flagello di Dio, nel senso di “sferza”, non di “calamità”), tanto che “dove passava lui non cresceva più l’erba”; invece, per i popoli da lui guidati a conquiste entusiasmanti, fu un nobile sovrano, tanto che è entrato a far parte della Saga germanica dei Nibelunghi (come secondo marito di Crimilde – Krimhild, vedova di Siegfrid -Sigfrido), ed ancora oggi “Attila” è un nome molto diffuso in Ungheria.
Dante Alighieri lo cita due volte:

– nel canto XII dell’Inferno, versi 133-134, Attila è tra i dannati “violenti contro il prossimo”:
La divina giustizia di qua punge
quell’Attila che fu flagello in terra.

– nel canto XIII dell’Inferno, versi 143-150, si ha invece una inesattezza storica, perché si afferma che Attila avrebbe dato alle fiamme la città di Firenze, mentre quell’incendio fu verosimilmente appiccato dal re degli Ostrogoti Totila (516-552)
it.wikipedia.org/wiki/Totila

I’ fui de la città che nel Batista
mutò il primo padrone; ond’ei per questo

sempre con l’arte sua la farà trista;
e se non fosse che ‘n sul passo d’Arno
rimane ancor di lui alcuna vista,

que’ cittadin che poi la rifondarno
sovra ‘l cener che d’Attila rimase,
avrebber fatto lavorare indarno.

Allego i francobolli vaticani del 1961, su bozzetto di Andreina Grassellini, per il quindicesimo centenario della morte di Papa Leone I Magno, venerato come Santo dalla Chiesa cattolica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *