Il 6 agosto 2018 è il 150° anniversario della nascita del poeta, drammaturgo e diplomatico francese Paul Claudel (1868-1955)
it.wikipedia.org/wiki/Paul_Claudel
Figura molto complessa e discussa (sul piano ideologico, politico, religioso), passò dal materialismo (cui aderiva per influenza di Arthur Rimbaud) alla fede religiosa cattolica, che difese in modo così integralista da meritare aspre critiche (non c’è da meravigliarsi: a proposito della frequente intolleranza dei convertiti, un proverbio italiano dice che “il turco fatto cristiano vuole impalare tutti quelli che bestemmiano”)
Rinvio alle pagine di Wikipedia per i dati biografici, aggiungendo soltanto che Claudel fu eletto Accademico di Francia nel 1946, malgrado le sue passate simpatie per la Spagna franchista, la Germania di Hitler e la Francia collaborazionista del Maresciallo Pétain.
Nel 1935, invece, per soli 5 voti gli era stato preferito Claude Farrère
it.wikipedia.org/wiki/Claude_Farr%C3%A8re
Ne parla l’articolo in Esperanto di “Literatura Mondo” 1935-3, p. 72, che trascrivo insieme con la traduzione in italiano.
Segnalo (senza però tradurlo in italiano, per la sua lunghezza) l’ampio articolo di André Espiau de la Maëstre, “Sankta Vendredo kaj Pasko” (Venerdì Santo e Pasqua)
www.esperokatolika.org/ek19661970/ek1968_04.htm#1
che esamina a fondo l’atteggiamento degli intellettuali cattolici francesi, in particolare di Paul Claudel.
Claudel è citato, in modo critico, in una poesia di Giorgio Silfer (Valerio Ari) pubblicata in “Literatura Foiro” 2008-233, p. 115, “Verkistoj al la povo servis, flatis” (Scrittori hanno servito, blandito il potere); ne allego l’immagine.
In Esperanto esiste la traduzione, di Odd Tangerud, del dramma “L’Annonce faite à Marie” (L’annuncio a Maria – La Anunciacio al Maria), accessibile in rete:
Allego il francobollo francese del 1968 per il centenario della nascita di Claudel.
CLAUDE FARRÈRE KAJ PAUL CLAUDEL.
Grava franca revuo publikigis en decembro la rezulton de tre interesa enketo sub la titolo “Kion legas nia junularo”. La statistiko montras, ke post Maurois la plej multe legata aŭtoro estas Farrère. La modernaj poetoj, kaj inter ili precipe Paul Claudel, ne ĝuas grandan popularecon ĉe la junularo vizitanta altlernejon. Komparante tiun rezulton kun tiu de pli fruaj enketoj, la kompilinto konkludas ke 60% de la cititaj libroj estis ankaŭ legataj de la antaŭa generacio, de tiu de la gepatroj. Tial, elektante Claude Farrère kiel posteulon de Barthou, la Franca Akademio ŝajne sankciis la publikan opinion. Kvankam la aŭtoro de “La Bataille” meritas ĉies simpation, kelkaj rondoj vere konsterniĝis pro lia triumfo super Claudel, en kiu ili salutas la plej grandan draman poeton nuntempan. Ĉu oni devas pravigi la aserton, ke la francoj nek legas nek honoras siajn poetojn? Ne, la rezulto de la akademia baloto estas iagrade motivita ankaŭ de la personeco mem de Claudel, multrilate aparta, fora de la nuntempo kaj mondumo, trajto, kiu lin diferencigas ekzemple de Valéry aŭ Henri de Régnier.
Interese estas nun rememori, ke antaŭ tri jaroj la unuan prezentadon de “La Atlasa ŝuo” de Claudel, tiam ambasadoro en Berlin, donis teatro de tiu urbo, kaj por reciproki la ĝentilon oni ludis germanan teatraĵon en Paris.
Same kiel Claude Farrère, Claudel multe vojaĝis. Li konas Usonon, Ĉinujon kaj Japanujon, sed por li certe pli gravas la aventuroj travivitaj en la fundo de la propra animo. Lia reveno al la katolika kredo, lia mistika konatiĝo kun la Biblio, kun Dante, Rimbaud, Baudelaire kaj Verlaine havas la karakteron de profunda malkovro kaj de kulmina revelacio. Sur lia animo ili lasis neforviŝeblan impreson.
Kiam oni parolas pri mistikulo, oni volonte imagas senkarnan asketon, kiu iras en la mondo kun la okuloj ĉielen levitaj kaj floroj en la mano. Claudel neniel similas tiun portreton: potenca, peza korpo, plena de vivavido kaj poseda instinkto. En liaj verkoj aperas same imponaj potencaj bildoj, same vivavidaj figuroj, kaj tamen ĉiam superregas la esenco de la spiritualismo.
(“Literatura Mondo” 1935-3, p. 72)
(traduzione)
CLAUDE FARRÈRE KAJ PAUL CLAUDEL.
Un’importante rivista francese ha pubblicato a dicembre il risultato di un’inchiesta molto interessante, con il titolo “Che cosa legge la nostra gioventù”. La statistica mostra, che dopo Maurois l’autore più letto è Farrère. I poeti moderni, e tra loro principalmente Paul Claudel, non godono di grande popolarità presso la gioventù delle scuole superiori. Mettendo a confronto questo risultato con quello di precedenti inchieste, il compilatore conclude che il 60% dei libri citati era letto anche dalla passata generazione, quella dei genitori. Quindi, scegliendo Claude Farrère come successore di Barthou, l’Accademia Francese a quanto pare ha sancito l’opinione pubblica. Sebbene l’autore de “La Bataille” meriti la simpatia di tutti, alcuni circoli sono rimasti davvero costernati per il suo trionfo su ambienti Claudel, nel quale essi salutano il più grande poeta drammatico contemporaneo. Bisogna forse dar ragione a chi dice che i francesi non leggono né onorano i propri poeti? No, il risultato della votazione accademica è in qualche modo giustificato anche dalla stessa personalità di Claudel, sotto molti aspetti appartato, lontano dall’attualità e dalla mondanità, una caratteristica che lo differenzia, ad esempio, da Valéry o Henri de Régnier.
Ora è interessante ricordare che tre anni fa la prima rappresentazione de “Le soulier de satin” (La scarpina di raso) di Claudel, all’epoca ambasciatore a Berlino, avvenne in un teatro di quella città, e per ricambiare la gentilezza fu rappresentato un lavoro teatrale a Parigi.
Così come Claude Farrère, Claudel ha viaggiato molto. Conosce gli USA, la Cina e il Giappone, ma per lui sono certamente contano di più le avventure vissute in fondo alla propria anima. Il suo ritorno alla fede cattolica, la sua mistica presa di conoscenza con la Bibbia, con Dante, Rimbaud, Baudelaire e Verlaine, ha il carattere di una profonda scoperta e di una sublime rivelazione. Sulla sua anima hanno lasciato una impressione incancellabile.
Quando si parla di un mistico, s’immagina volentieri un asceta disincarnato, che cammina nel mondo con gli occhi alzati al cielo e fiori in mano. Claudel non somiglia per nulla a questo ritratto: un corpo potente, pesante, pieno di voglia di vivere e di istinto possessivo. Nelle sue opere appaiono figure ugualmente imponenti e potenti, figure ugualmente avide di vita, e tuttavia sempre domina l’essenza dello spiritualismo.
(“Literatura Mondo” 1935-3, p. 72)