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Repubblica romana

Il 9 febbraio 1849, dopo la fuga da Roma di Papa Pio IX, fu proclamata la Repubblica Romana, 

it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Romana_(1849) 

che ebbe vita breve (fino al 4 luglio 1849) per l’intervento militare francese di Luigi Napoleone Bonaparte (Presidente della Repubblica Francese, futuro Imperatore Napoleone III), malgrado l’eroica resistenza di volontari accorsi da tutta Italia (tra cui Giuseppe Garibaldi, Luciano Manara, e l’autore delle parole dell’Inno “Fratelli d’Italia”, Goffredo Mameli).

La Repubblica Romana (guidata da un Triumvirato composto da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi e Carlo Armellini) mise in pratica le idee di Mazzini, introducendo il suffragio universale, l’abolizione della pena di morte e la libertà di culto.

Ne fa fede il Manifesto del Triumvirato della Repubblica Romana del 5 aprile 1849, di cui riproduco il brano assegnato per la prova di italiano e storia, agli esami di maturità dell’anno scolastico 2005-2006.

Allego una cartolina maximum formata con il francobollo che, paradossalmente, la Francia ha dedicato a Giuseppe Mazzini nel 1963: quella stessa Francia che, nel 1849, aveva messo fine alla Repubblica Romana.


(sekvas traduko al Esperanto)

Dal “Manifesto del Triumvirato della Repubblica Romana” del 5 aprile 1849

«…Noi non siamo Governo d’un partito, ma Governo della Nazione…

Né intolleranza né debolezza. La Repubblica è conciliatrice ed energica… La Nazione ha vinto…

Il suo Governo deve avere la calma generosa e serena, e non deve conoscere gli abusi della vittoria. Inesorabile quanto al principio, tollerante e imparziale con gl’individui; né codardo né provocatore: tale dev’essere un Governo per essere degno dell’istituzione repubblicana.

Economia negli impieghi; moralità nella scelta degl’impiegati; capacità, accertata dovunque si può per concorso, messa a capo d’ogni ufficio, nella sfera amministrativa. Ordine e severità di verificazione e censura nella sfera finanziaria; limitazione di spese, guerra ad ogni prodigalità…

Non guerra di classi, non ostilità alle ricchezze acquistate, non violazioni improvvide o ingiuste di proprietà, ma tendenza continua al miglioramento materiale dei meno favoriti dalla fortuna, e volontà ferma di ristabilire il credito dello Stato, e freno a qualunque egoismo colpevole di monopolio, d’artificio, o di resistenza passiva…

Poche e caute leggi, ma vigilanza decisa sull’esecuzione…Sono queste le basi generali del nostro programma».

Giuseppe Mazzini, Scritti, Roma, 1877, vol. VII

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(traduko)

El la “Manifesto de la Triumviraro de la Roma Respubliko” de la 5-a de aprilo 1849

«…Ni ne estas Registaro de unu partio, sed Registaro de la Nacio…

Nek maltoleremo nel malforteco. La Respubliko estas pacigema kaj energia… La Nacio venkis…

Ĝia Registaro devas havi la trankvilon malavaran kaj serenan, kaj ne devas koni la misuzojn de la venko. Senkompromisa koncerne la principon, tolerema kaj senpartia kun la individuoj; nek malkuraĝa nek incitema: tia devas esti Registaro por esti inda je la respublikana institucio.

Ŝparemo en la oficoj; moraleco en la elekto de la oficistoj; kapableco, konstatita kie ajn eble pere de konkurso, metita je la estrado de ĉiu oficejo, en la administracia sfero. Ordo kaj severeco de kontrolo kaj riproĉo en la financa sfero; limigo de eklspezoj, batalo kontraŭ ĉia malŝparemo…

Ne klasbatalo, ne malamikeco al la akiritaj riĉaĵoj, ne malsaĝaj kaj maljustaj malrespektoj de proprieto, sed senĉesa strebo al la materia plibonigo de la malpli favorataj de la sorto, kaj firma volo restarigi la kredindecon de la Stato, kaj bremso al ĉiu ajn egoismo kulpa pri monopolo, artifiko aŭ pasiva rezisto…

Malmultaj kaj singardaj leĝoj, sed rezoluta viglado super ilia plenumo…

Jen la ĝeneralaj bazoj de nia programo».

Giuseppe Mazzini, Scritti (Skribaĵoj), Roma, 1877, vol. 7-a

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