Personaggi

Claudio Baglioni

Il 16 maggio è l’anniversario della nascita (nel 1951) del cantautore italiano (romano) Claudio Baglioni.
it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Baglioni
Ho già parlato di lui il 16 maggio 2018.

Claudio Baglioni


Oggi trascrivo, in italiano e nella traduzione in Esperanto, la sua canzone “Poster”, il cui testo si trova nei manuali scolastici italiani.
Allego un francobollo italiano del 2003 sull’arte grafica nei manifesti, con l’immagine di un manifesto di Marcello Dudovich (1878-1962) in stile liberty, “donna vestita di azzurro”.


POSTER
Claudio Baglioni

Seduto con le mani in mano
sopra una panchina fredda del metro
sei lì che aspetti quello delle 7.30
chiuso dentro il tuo paletot
Un tizio legge attento le istruzioni
sul distributore del caffè
e un bambino che si tuffa dentro a un bignè.
E l’orologio contro il muro
segna l’una e dieci da due anni in qua
il nome di questa stazione
è mezzo cancellato dall’umidità.
Un poster che qualcuno ha già scarabocchiato
dice “Vieni in Tunisia”:
c’è un mare di velluto ed una palma
e tu che sogni di fuggire via…
di andare lontano, lontano…
E da una radiolina accesa
arrivano le note di un’orchestra jazz.
Un vecchio con gli occhiali spessi un dito
cerca la risoluzione a un quiz.
Due donne stan parlando
con le braccia piene di sacchetti dell’UPIM.
E un giornale è aperto sulla pagina dei films.
E sui binari quanta vita che è passata e quanta che ne passerà.
E due ragazzi stretti stretti
che si fan promesse per l’eternità.
Un uomo si lamenta ad alta voce
del governo e della polizia.
E tu che intanto sogni ancora
sogni sempre, sogni di fuggire via…
di andare lontano, lontano…
andare lontano, lontano…
Sei lì che aspetti quello delle 7,30
chiuso dentro il tuo paletot
seduto sopra una panchina fredda del metro.

°°°°°

AFIŜO
Claudio Baglioni, trad. Pier Luigi Cinquantini
www.cinquantini.it/esperant/kantoj/baglioni.html#AFISXO

Jen vi metrostacie nenifare kaj vi sidas sur malvarma benk’
kaj vi atendas la venontan trajnon en la palto kun indiferent’
persono legas instrukciojn sur la aparato por disdon’ de kaf’
kaj knabo per la buŝo celas al dolĉaĵotraf’

Horloĝo sur la muro montras neŝanĝitan horon jam de pli ol jar’
la nom’ de la metrostacio ne legeblas plu pro la humid’, kun klar’
afiŝ’ reklama jam surskribaĉita diras: “Venu al Tunizi’”
jen maro el veluro, palmoj kaj ekrevas vi pri fuĝ per fantazi’

Vojaĝi tre foren, tre foren
Vojaĝi tre foren, tre foren

Kaj vin atingas el radio sonoj de dissendo pri la ĵazmuzik’
oldulo tre miopa kun revuo serĉas solvon pri enigmrubrik’
babilas du virinoj kun saketoj aĉetaĵaj de vendej’ Upim’
ĉe filmopaĝoj malfermita estas magazin’

Jam multajn vivojn vidis pasi reloj kaj pli multajn vidos ilin plu
jen du geknaboj sin promesas amon ĝis la fin’ de sia vivoflu’
laŭtvoĉe pri la registaro plendas viro kaj pri l’ troa inflaci’
kaj dume vi ne ĉesas kaj plurevas vi pri fuĝ per fantazi’

Vojaĝi tre foren, tre foren
Vojaĝi tre foren, tre foren
Kaj vi atendas la venontan trajnon en la palto kun indiferent’
sidante ĉe metrostacio sur malvarma benk’

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