Personaggi

Henri-Frédéric Amiel

L’11 maggio è l’anniversario della morte (nel 1881) del filosofo, poeta, critico letterario e professore universitario svizzero di lingua francese Henri-Frédéric Amiel (1821-1881),
it.wikiquote.org/wiki/Henri-Fr%C3%A9d%C3%A9ric_Amiel
www.treccani.it/enciclopedia/henri-frederic-amiel_%28Enciclopedia-Italiana%29/
autore, tra l’altro, di 174 quaderni (scritti tra il 1847 e il 1881) per un totale di 16.847 pagine.
Appena 500 pagine furono pubblicate postume nel 1883-1884, in due volumi, con il titolo “Fragments d’un Journal intime” (Frammenti di un diario intimo); ma furono sufficienti per dare all’autore quella fama che non aveva avuto in vita, e per esercitare una forte influenza su molti pensatori e scrittori, ad esempio Lev Tolstoj.
Nel 1923, ne fu fatta una seconda edizione in tre volumi, comprendendovi testi che in un primo tempo erano stati eliminati per scrupoli morali; infine, tra il 1976 ed il 1994, ne è stata curata una edizione completa in 12 volumi.
Appare adesso tutta la chiarezza del pensiero di Amiel, non solo attuale, ma addirittura anticipatore dei tempi, per la sua visione di una società massificata e banalizzata, esposta a manipolazioni demagogiche.
Trascrivo (nell’originale francese, e nelle traduzioni in italiano e in Esperanto) un brano del “Diario”, datato 12 giugno 1871; praticamente, questo brano di 150 anni fa è l’unico in qualche modo conosciuto in Italia, anche se spesso viene citato non integralmente (in particolare, omettendo il fondamentale aggettivo “virtuale” di “uguaglianza”), e piuttosto per contestare una visione definita antimoderna ed elitaria, mentre dovrebbe far riflettere, e stimolare a porsi delle domande, anche se scomode.
Allego un ritratto di Amiel.


Le nombre fait la loi, mais le bien n’a rien à faire avec le chiffre. Toute fiction s’expie, et la démocratie repose sur cette fiction légale, que la majorité a non seulement le force mais la raison, que’elle possède la sagesse en même temps que le droit. Fiction dangereuse parce qu’elle est flatteuse. Les démagogues ont toujours caressé le sens intime des masses. Les masses seront toujours au-dessous de la moyenne. D’ailleurs l’âge de majorité baissera, la barriere du sexe tombera, et la démocratie arrivera a l’absurde en remettant la décision des plu grandes choses aux plus incapables. Ce sera la punition de son principe abstrait de l’égalité, qui dispense l’ignorant de s’instruire, l’imbécile de se juger, l’enfant d’être un homme et le mauvais sujet de s’amender. Le droit public fondé sur l’égalité virtuelle se brisera par ses conséquences. Il méconnait l’inégalité de valeur, de mérite, d’expérience, c’est-à-dire le travail individuel; il aboutira au triomphe de la lie et de la platitude.
Henri-Frédéric Amiel, “Journal Intime”, 12 juin 1871,

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Il numero fa legge, ma il bene non ha nulla a che fare con le cifre. Ogni finzione si paga, e la democrazia riposa su questa finzione legale, che la maggioranza ha non solo la forza ma anche la ragione, che essa possiede la saggezza contemporaneamente al diritto. Finzione pericolosa, perché è adulatrice. I demagoghi hanno sempre accarezzato il senso intimo delle masse. Le masse saranno sempre al di sotto della media. D’altronde, la maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà all’assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci. Sarà la punizione del suo principio astratto dell’uguaglianza, che dispensa l’ignorante dall’istruirsi, l’imbecille dal giudicarsi, il bambino dall’essere uomo, e il cattivo soggetto dall’emendarsi. Il diritto pubblico fondato sulla uguaglianza virtuale andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Disconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè il lavoro individuale: finirà con il trionfo della feccia e dell’appiattimento.
Henri-Frédéric Amiel, “Journal Intime”, 12 giugno 1871, trad. Antonio De Salvo

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La nombro faras leĝon, sed la bono havas nenion komuna kun la cifero. Ĉiun fikcion oni elpagas, kaj la demokratio kusas sur ci tiu leĝa fikcio, ke la plimulto havas ne nur la forton sed ankaù la pravon, ke ĝi posedas la saĝon samtempe kun la rajto. Danĝera fikcio, ĉar ĝi estas flata. La popolagitistoj ĉiam karesis la intiman senton de la amasoj. La amasoj estos ĉiam sub la averaĝo, Cetere la plenkreska aĝo malpliiĝos, la barilo de sekso falos, kaj la demokratio atingos la absurdon konfidante la decidon de la plej grandaj aferoj al la sentaŭguloj. Tio estos la puno pro ĝia abstrakta principo de egaleco, kiu senigas la malklerulon de la devo kleriĝi, la stultulon de tiu sin juĝi, la infanon de tiu esti homo kaj la malbonulon de tiu korektiĝi. La publika juro fondita sur la virtuala egaleco disrompiĝos per siaj sekvoj. Ĝi misrekonas la malegalecon de valoro, de merito, de sperto, tio estas, la individuan laboron; ĝi finiĝos per la triumfo de la feĉo kaj de la plateco.
Henri-Frédéric Amiel, “Journal Intime”, 12 giugno 1871, trad. Antonio De Salvo

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