Personaggi

Gianni Rodari

Il 14 aprile è l’anniversario della morte (nel 1980) dello scrittore, poeta, pedagogo e giornalista italiano Giovanni Rodari, conosciuto con il nome d’arte Gianni Rodari (1920-1980),
it.wikipedia.org/wiki/Gianni_Rodari
specializzato in delicati testi per bambini e ragazzi, famoso per la sua fantasia e la creatività linguistica. Le sue opere sono tradotte in moltissime lingue (compreso l’Esperanto), malgrado le difficoltà derivanti dai frequenti giochi di parole, che non sono fine a se stessi, ma hanno lo scopo di stimolare la fantasia.
Ho già parlato di lui il 23 ottobre 2017, nell’anniversario della nascita.

Gianni Rodari


Trascrivo, in italiano e nella traduzione in Esperanto, il racconto “Il giovane gambero” (La juna kankro)
Allego un francobollo del 2011 della Bosnia-Erzegovina con un gambero di fiume (Astacus astacus).


IL GIOVANE GAMBERO

Un giovane gambero pensò: – Perché nella mia famiglia tutti camminano all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco. –
Cominciò a esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica: Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole.
Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: – State a vedere.- E fece una magnifica corsetta in avanti.
– Figlio mio,- scoppiò a piangere la madre, – ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene.
– I suoi fratelli però non facevano che sghignazzare.
Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse: – Basta così. Se vuoi restare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, il ruscello è grande: vattene e non tornare più indietro.-
Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo.
Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che da brave comari si erano radunate a far quattro chiacchiere intorno a una foglia di ninfea.
– Il mondo va a rovescio, – disse una rana, – guardate quel gambero e datemi torto, se potete.-
– Non c’è più rispetto, – disse un’altra rana.
– Ohibò ohibò, -disse un terza.
Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto ad un sasso. – Buon giorno, – disse il giovane gambero.
Il vecchio lo osservò a lungo, poi disse: – Cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua, piuttosto che rivolgermi la parola: Fin che sei in tempo, da’ retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio.-
Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava:
– Ho ragione io.-
E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino.
Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: – Buon viaggio! –
Gianni Rodari

°°°°°

LA JUNA KANKRO

Demandis sin juna kankro: «Kial en mia familio ĉiuj retropaŝas? Mi volas lerni paŝi antaŭen, kiel la ranoj, kaj prenu min la diablo se mi ne kapablos tion fari».
komencis kaŝe ekzerci sin, inter la ŝtonoj de la naskiĝloka rivereto, kaj dum la unuaj tagoj la tasko estis treege laciga por li. Kontraŭ ĉio li puŝiĝis, kontuzis sian karapacon kaj surtretis kruron per la alia. Sed iom post iom la afero pliboniĝis, ĉar ĉio estas lernebla, per persista volo.
Kiam li sentis sin tute sekura, li prezentiĝis al sia familio kaj diris: «Nu, rigardu!». Kaj sin elmontris per belega kuradeto antaŭen. «Ho, filo mia – ekploris la patrino – ĉu ci freneziĝis? Reprudentiĝu, paŝu kiel cia patro kaj cia patrino instruis al ci, paŝu kiel ciaj fratoj, kiuj ege amas cin». Sed liaj fratoj ja mokridaĉadis lin.
Dum iom da tempo lin rigardis la patro, severmiene, kaj fine, ekdiris: «Sufiĉas! Se ci volas resti kune kun ni, paŝu kiel la aliaj kankroj. Se ci volas agi laŭ via kapo, la rivereto grandas: iru kaj ne plu revenu».
La brava kankreto ja amis sian familion, sed estis tro memfida, por havi ian ajn malcertecon: li ĉirkaŭbrakis sian patrinon, salutis la patron kaj la fratojn kaj ekmarŝis al la mondo.
Lia paŝado tuj eksurprizis grupeton da ranoj, kiuj, kiel veraj amikinoj, estis kunvenantaj ĉirkaŭ nimfeofolio por iomete klaĉadi.
«La mondo iras al tute mala direkto – diris la unua – rigardu tiun kankron kaj, se vi povas, malpravigu min». «Neniu plu respektas iun ajn» diris la alia. «Huj do, huj do!» ekkriis la tria. Sed la kankreto pluiris rekten, ja precize tiel, laŭ sia vojo.
Subite aŭdiĝis alvoko far maljuna kankrego, melankolie rigardanta, kiu tute sola staris ĉe ŝtono.
«Bonan tagon» diris la juna kankro. La maljunulo longatempe observis lin, kaj poste diris: «Kion ci pensas fari? Ankaŭ mi, je mia junaĝo, opiniis oportune instrui la kankrojn paŝi antaŭen. Do, jen kion mi gajnis: mi vivas tute sola kaj ĉiuj prefere hakus sian langon, ol alparoli min. Aŭskultu min, ĝis ankoraŭ estas tempo: submetiĝu al konduto de la aliaj kaj, estontece, ci estos danka al mi pro tiu ĉi konsilo».
La juna kankro ne sciis, kion respondi kaj, do, prefere silentis. Sed ene de si mem li pensis: «Mi ja pravas». Do, li la oldulon afable salutis kaj forpafiĝis.
Ĉu malproksimen li iros? Ĉu li sukcesos? Ĉu li forbalaos ĉiujn maljustaĵojn de la mondo? Tion ni ne scias, ĉar li ankoraŭ nun estas daŭre marŝanta, kuraĝe kaj obstine kiel en la unua tago. Ni povas nur al li tutkore bondeziri:
«Bonan vojaĝon»!
Gianni Rodari – trad. Viglo (Giuseppe Valente),
“Bulteno de Triesta Esperanto-Asocio”

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