Il funzionamento di una lingua pianificata: l'Esperanto, problemi teorici
La tesi discute la particolarità dell’esperanto in relazione a diversi metodi di classificazione delle lingue pianificate. Ad esempio, la classificazione di Couturat e Leau (1903) considera le lingue pianificate più o meno vicine alle lingue naturali a secondo dell’origine del loro patrimonio lessicale e del loro tipo di regole grammaticali. Nel caso dell’esperanto, il legame con le lingue naturali è più evidente, poiché riflette una situazione storica di convergenza culturale tra le lingue europee. Il metodo di classificazione di Blanke, invece, prende in considerazione il tipo di diffusione e il ruolo di comunicazione svolto effettivamente da ciascun progetto, con le crescenti differenziazioni nell’ambito della comunità dei parlanti (comparabili allo stadio di “vita semiologica” di una lingua, secondo Fernand de Saussure). Il bilinguismo di bambini segna la fase finale del passaggio a una lingua vera e propria da parte di un sistema nato come artificiale. Mentre molti progetti, come l’ido, hanno raggiunto lo status di semi-lingua, l’esperanto è l’unico che, secondo i criteri indicati da Blanke, può essere considerato una lingua.
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Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
Lettere e Filosofia
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