Esperanto: utopia o soluzione inefficace?
La tesi si interroga su quali siano gli ostacoli che non hanno permesso all’esperanto di diventare lingua veicolare internazionale e su quale possa essere il suo futuro, grazie all’aiuto di questionari sottoposti via posta elettronica a diversi esperantisti di nazionalità differenti. Da parte di esperantisti italiani e di altri paesi non anglofoni emerge soprattutto la consapevolezza degli ostacoli economici e politici che ne frenano l’adozione. Nessuno di loro nega la sua possibilità di affermarsi in futuro, ma il potere decisionale è nelle mani di istituzioni. Gli esperantisti inglesi, invece, tendono a sottolinare la non necessità di imparare un’altra lingua, avendo già il mondo a disposizione l’inglese come lingua franca e la possibilità di perfezionare traduttori per comunicare internazionalmente. Nella loro prospettiva, il fine dell’esperanto oggi è mantenere viva la comunità esperantista, grazie anche all’aiuto di internet, anche se l’esperanto non potrà sostituire l’inglese. Da parte sua, l’autrice, esperantista autodidatta, suggerisce che, se si riuscisse a diffondere una consapevolezza dei vantaggi dell’esperanto, si riuscirebbe ad ottenere un sostegno più significativo da parte dei cittadini.
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Università degli Studi di Bergamo
Lingue, Letterature Straniere e Comunicazione
Lingue e Letterature Straniere Moderne
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