L’uguaglianza dei popoli attraverso la lingua: il caso dell’esperanto
La tesi argomenta che il senso più profondo dell’Esperanto si trova tra la cultura e l’umanità. L’Esperanto è una lingua più etica che etnica, adottata come seconda lingua per libera elezione e non trasmessa “geneticamente” di padre in figlio. La sua neutralità rappresenta un veicolo capace di unire i popoli, senza tuttavia intaccare la lingua nazionale di nessuno di essi. Una comparazione con la metafora della torre di Babele evidenzia il suo spirito transnazionale e la sua valorizzazione delle diversità linguistiche. Infatti, il mito biblico può essere letto come reazione a forme di imperialismo e omogenizzazione culturale. In questo senso, la lingua di Zamenhof appare come una “Babele opposta”, in cui i popoli si avvicinano grazie alla lingua comune, anziché allontanarsi per le loro diversità.
January 1, 1970
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Università degli Studi di Sassari
Scienze Umanistiche e Sociali
Mediazione Linguistica e Culturale
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