Riuniti a Torino gli irriducibili dell'esperantoIl professore: "Internet ha rilanciato lo studio"(Giulia Pescara, La Stampa, 24 agosto 2011)Fabrizio Angelo Pennacchietti, professore emerito, già ordinario di Filosofia Semitica nell'Università di Torino, ha dedicato la vita all'esperanto. «Mio padre - racconta - era molto amico del rettore dell'Università di Padova, esperantofono. Avevo 14 anni quando in un cassetto della sua scrivania ho trovato una grammatichetta che ne spiegava i fondamenti: mi sono subito appassionato. E grazie a questa lingua ho conosciuto una ragazza svedese, che poi è diventata mia moglie». È fiducioso nei confronti del futuro: «Il mondo si trasforma velocemente e l'associazionismo è in crisi. Ma grazie a Internet la diffusione dell'esperanto è sempre più vivace: in 120 anni la lingua non è cambiata molto, nonostante l'ovvio sviluppo di un gergo giovanile. Bisogna parlare in modo semplice, evitare i neologismi, così da agevolare la comunicazione». Anche il mondo universitario è al passo con quest'espansione: «Molti professori conoscono e parlano l'esperanto, alcuni studenti ci danno persino le tesi. Quelle migliori vengono premiate, l'ultima era all'Università di Parma. Nei prossimi 50 anni molti idiomi scompariranno: l'esperanto invece è una lingua di elezione e portatrice di valori, permette una comunicazione simmetrica».