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Fontana di Trevi

Il 25 gennaio 2020, il Consiglio comunale di Roma ha approvato una mozione, con cui si impegna il Comune ad installare una barriera protettiva, che impedisca di sedersi sul bordo della Fontana di Trevi.

it.wikipedia.org/wiki/Fontana_di_Trevi

Non è affatto sicuro, perrò, che la mozione verrà applicata, ed in tempi brevi: a parte la necessità di avere i necessari nulla-osta delle varie soprintendenze ai monumenti, non vi è accordo nella stessa Giunta municipale: mentre la Sindaca Virginia Raggi è favorevole, evidenziando che si tratterebbe “semplicemente” di una ringhiera alta meno di un metro, gli Assessori alla Cultura (Luca Bergamo) e quello al Commercio (Carlo Cafarotti) ritengono più utile regolamentare l’afflusso dei turisti al ristretto spazio davanti alla fontana.

La Fontana di Trevi costituisce la mostra monumentale dell’acquedotto dell’acqua Vergine, dell’epoca di Augusto, restaurato da Papa Urbano VIII.

Una precisazione: l’acqua “Vergine” si chiama così non in onore della Madonna, ma in ricordo della leggenda secondo cui sarebbe stata una vergine, una giovinetta, a indicare ai soldati romani la sorgente da cui attingere l’acqua. Il nome “Trevi”, poi, è probabilmente la deformazione della parola “Trivio”, perché in origine l’acquedotto terminava appunto ad un trivio.

L’ideazione della fontana fu affidata, nel 1745, all’architetto romano Nicola Salvi (1697-1751)

 it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Salvi

in seguito ad un concorso in cui egli prevalse su architetti famosi, tra cui Luigi Vanvitelli (quest’ultimo subentrò poi a Salvi nell’incarico di costruire la Reggia di Caserta, cui Salvi dovette rinunciare per le precarie condizioni di salute, che lo condussero alla morte nel 1751: sembra che il colpo apoplettico che gli prese sia stato causato proprio dalle frequenti ispezioni ai cunicoli dell’acquedotto dell’acqua Vergine).

Alla morte di Salvi, i lavori si fermarono, quando della fontana esistevano soltanto le fondamenta. Ripresero sostanzialmente dieci anni dopo, a cura di Pietro Bracci e del figlio Virginio, che portarono a compimento l’opera in soli de anni.

La Fontana è costituita da una grande vasca, ornata da una spettacolare scogliera in travertino movimentata da numerose statue, dominata da un colossale Nettuno, sul fondale architettonico della facciata di Palazzo Poli.

Al di là della sua importanza artistica nell’ambito del barocco romano, e della bellezza scenografica (esaltata dal fatto che ci si trova di fronte ad essa all’improvviso, in maniera del tutto inaspettata, sbucando fuori da una viuzza), la Fontana di Trevi è famosa in tutto il mondo per vari motivi:

– perché, come cantava Renato Rascel nella canzone “Arrivederci Roma” di Pietro Garinei, Sandro Giovannini e Renato Rascel,

Ce sta ‘na leggenda romana

legata a ‘sta vecchia fontana

per cui se ce butti un soldino

costringi er destino a fatte tornà.

– per una scena del film “La dolce vita” di Federico Fellini, con Anita Ekberg e Marcello Mastroianni.

www.youtube.com/watch?v=7_hfZoe9FHE 

Trascrivo, in italiano (in parte in dialetto romanesco) e nella traduzione in Esperanto, il testo della canzone “Arrivederci Roma”, ed allego un francobollo francese del 2002 con la Fontana di Trevi, nella serie “Capitali dei Paesi dell’Unione Europea”.


ARRIVEDERCI ROMA

Parole di Pietro Garinei e Sandro Giovannini,

musica di Renato Rascel

www.youtube.com/watch?v=yY3OvXVF-Yw

T’invidio turista che arrivi,

t’imbevi de fori e de scavi,

poi tutto d’un tratto te trovi

fontana de Trevi ch’è tutta pe’ te!

Ce sta ‘na leggenda romana

legata a ‘sta vecchia fontana

per cui si ce butti un soldino

costringi er destino a fatte tornà.

E mentre er soldo bacia er fontanone

la tua canzone in fondo è questa qua!

Arrivederci, Roma…

Good bye…au revoir…

Si ritrova a pranzo a Squarciarelli

fettuccine e vino dei Castelli

come ai tempi belli che Pinelli immortalò!

Arrivederci, Roma…

Good bye…au revoir…

Si rivede a spasso in carozzella

e ripensa a quella “ciumachella”

ch’era tanto bella e che gli ha detto sempre “no!”

Stasera la vecchia fontana

racconta alla solita luna

la storia vicina e lontana

di quella inglesina col naso all’insù.

Io qui, proprio qui l’ho incontrata…

E qui…proprio qui l’ho baciata…

Lei qui con la voce smarrita

m’ha detto: “È finita, ritorno lassù!”.

Ma prima di partire l’inglesina

buttò la monetina e sospirò:

Arrivederci, Roma…

Good bye…au revoir…

Voglio ritornare in via Margutta

voglio rivedere la soffitta

dove m’hai tenuta stretta stretta in braccio a te!

Arrivederci, Roma…

Non so scordarti più…

Porto in Inghilterra i tuoi tramonti

porto a Londra Trinità dei monti,

porto nel mio cuore i giuramenti e gli “I love you!”

Arrivederci, Roma…

Good bye… au revoir…

Mentre l’inglesina s’allontana

un ragazzinetto s’avvicina

va nella fontana pesca un soldo se ne va!

Arrivederci, Roma!

°°°°°

ĜIS LA REVIDO, ROMO

Vortoj de Pietro Garinei kaj Sandro Giovannini,

muziko de Renato Rascel

trad. Luigi Minnaja (el Radio Roma-Esperanto 2.3.1958)

www.cinquantini.it/esperant/kantoj/tradicia.html#GXIS%20LA%20REVIDO,%20ROMO

Ekmiras vi fremda turisto, 

dum Romon vi ĝuas plenguste; 

subite montriĝis majeste 

fontano de Trevi jen tuta por vi! 

Ekzistas legendo mondfama 

pri tiu malnova fontano: 

se tien vi ĵetas moneron 

vi trudas destinon por via reven’. 

Kaj dum monero kisas la fontanon 

en via koro 

sonas ĉi refren’: 

Ĝis la revido Romo… 

vi restas en memor’ 

Ho bongusta manĝ’ en Skŭarĉarelli 

kun la dolĉa vino de Kastelli 

kiel je la tempoj de Pinelli, dolĉa rev’! 

Ĝis la revido Romo 

mi ne forgesos vin 

mi kunportas hejmen vian sunon 

de subiroj ĝiaj la purpuron 

ĉiujn viajn ĉarmojn mi forportas en la kor’!

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