Personaggi

Leonardo da Vinci

Il 2 maggio 2019 è il 500° anniversario della morte di Leonardo da Vinci (1452-1519)
it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci
verosimilmente il più “completo” uomo del Rinascimento: sebbene autodidatta (si autodefiniva “omo sanza lettere”!), eccelse come pittore, scultore, architetto, ingegnere idraulico, matematico, inventore (a lui si devono i primi studi sulle “macchine volanti”), studioso di anatomia, geologo, cartografo, botanico, musicista. Fu anche scrittore, senza intenti artistici ma con il linguaggio esatto dello scienziato ed il vigore del polemista.
Ho già parlato di lui il 21 agosto 2018, a proposito del quadro “la Gioconda”,

La Gioconda


ed il 18 aprile 2019, a proposito dell’ “Ultima Cena” nell’ex refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Ultima cena (Leonardo)


Trascrivo i testi di alcuni suoi “Pensieri”, in un linguaggio italiano oggi divenuto arcaico, insieme col la loro traduzione in Esperanto.
Allego:
– il francobollo italiano del 1952 per il 500° anniversario della nascita di Leonardo, con un suo autoritratto conservato nella Biblioteca Reale di Torino;
– una cartolina del 1955, con una frase di Leonardo tradotta in Esperanto (“Capirsi è amore, non capirsi è odio” – Komprenigo estas amo, malkomprenigo estas malamo).


(sekvas traduko al Esperanto)

Leonardo da Vinci: Pensieri

L’anima mai si può corrompere nella curuzzion del corpo, ma sta nel corpo a similitudine del vento ch’è causa del sono de l’organo, che guastandosi una cana no’ resultava per quella, del vento buono effetto.
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O dormiente. O che cosa è sonno? Il sonno ha similitudine con la morte. O perché non fai adunque tale opera, che dopo la morte tu abbi similitudine di perfetto vivo, (piuttosto) che vivendo farsi col sonno simile ai tristi morti?
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L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente.
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O tempo, consumatore delle cose, e, o invidiosa antichità, tu distruggi tutte le cose, e consumate tutte le cose dai duri denti della vecchiezza, a poco a poco, con lenta morte. Elena, quando si specchiava, vedendo le vizze grinze del suo viso fatte per la vecchiezza, piagne, e pensa seco perché fu rapita du’ volte.
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Quando l’opera sta pari col giudizio, quello è tristo segno in tal giudizio; e quando l’opera supera tal giudizio, questo è pessimo, come accade a chi si maraviglia d’aver sì bene operato; e quando il giudizio supera l’opera, questo è perfetto segno. E se il giovane è in tal disposizione, senza dubbio questo sia eccellente operatore, ma sia componitore di poche opere, ma saranno di qualità, che fermeranno gl’uomini con ammirazione a contemplarli.
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Piacere e dispiacere fannosi binati, perché mai l’uno è sanza l’altro come se fussin appiccati; fannosi colle schiene voltate, perché son contrari l’uno all’altro; fannosi fondati sopra un medesimo corpo, perché hanno un medesimo fondamento, imperocché ‘l fondamento del piacere si è la fatica col dispiacere, il fondamento del dispiacere sono i cari e lascivi piaceri; e però qui si figura colla canna nella man destra ch’è vana e sanza forza, e le punture fatte con quella son venenose; mettonsi in Toscana al sostegno de’ letti, a significare che quivi si fanno vani sogni e quivi si consuma gran parte della vita, quivi si gitta molto utile tempo, cioè quel della mattina, ché la mente è sobria e riposata e così il corpo atto a ripigliare nove fatiche.
*****
(traduko):

La animo neniam povas putri en la putrado de la korpo; sed ĝi agas en la korpo kiel la vento, kiu estas kaŭzo de la orgensono: se malboniĝas kano, la sono tra ĝi ne estas bona.

Ho dormanto, kio estas dormo? Dormo similas morton; kial do vi ne agas tiel, ke, mortinta, vi havos la aspekton de perfekta vivanto, anstataŭ ol, vivanta, igi vin simila, per la dormado, al la mornaj mortintoj?

La riverakvo, kiun vi tuŝas, estas la lasta de la irinta, kaj la unua de la venonta: tia la nuno.

Ho tempo, ĉion konsumanta, kaj vi, ho envia antikvo, vi ĉion detruas, kaj ĉio konsumiĝas de la akraj dentoj de l’ maljuno, iom post iom, per malrapida morto. Helena, antaŭ la spegulo, vidante la ŝrumpajn faltojn de sia vizaĝo, kaŭzitajn de la maljuneco, ploras kaj pensas, kiel okazis, ke ŝi estis forrabita dufoje.

Kiam la verko estas egala al la ideo, tiu estas malbona signo pri tiu ideo; kiam la verko superas la ideon, ĉi tiu estas malbonega, kiel okazas al iu, kiu miras, ke li tiel bone laboris: kiam la ideo superas la verkon, ĉi tiu estas perfekta signo, kaj se la artisto estas juna, kun tiaj animsentoj, sendube li iĝos bonega verkisto; sed tre malmultajn verkojn li faros. Sed ili estos tiaj, ke ili haltigos la homojn, kiuj admire rigardu iliajn perfektojn.

Ĉi tiu estas la Ĝojo kune kun la Malĝojo: ili estas desegnitaj duopaj, ĉar neniam unu estas disigita de la alia; oni pentras ilin kun turnitaj dorsoj, ĉar unu estas kontraŭa al la alia; oni pentras ilin baziĝantaj sur sama korpo, ĉar ili havas saman fundamenton: ĉar la fundamento de la ĝojo estas la penado kun la malĝojo, la fundamento de la malĝojo estas la diversaj kaj voluptaj ĝuoj. Tial ĝi montriĝas ĉi tie kun la kano en la dekstra mano, kiu estas vana kaj senforta, sed la pikoj per ĝi faritaj estas venenaj. La kanojn oni uzas en Toskanio kiel apogilojn por la litoj, por indiki, ke tie oni faras vanajn sonĝojn, kaj ke tie foriĝas granda vivoparto, tie oni forĵetas multe da utila tempo, nome tiun de la mateno, kiam la menso estas klara kaj senzorga, kaj same la korpo, preta por surpreni novajn laborojn.
Leonardo da Vinci, trad. Carlo Minnaja
(“Itala Antologio”, 1987, p.150-152)

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