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Muri millenari

Prima della prima guerra mondiale, erano senza problemi i contatti tra le diverse componenti dell’allora Impero Austro-Ungarico.
Dopo la prima guerra mondiale, la situazione si fece più complicata, perché i territori dell’ex Impero si frantumarono in diversi Stati (Austria, Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia, Italia, Jugoslavia, Romania, ecc.).
Dopo la seconda guerra mondiale, la situazione si complicò ulteriormente, per la suddivisione di fatto di quei territori in diversi blocchi (Austria, in via di principio neutrale; Italia, nell’orbita occidentale; Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia, Romania, socialiste; Jugoslavia, in via di principio non allineata).
Attualmente, vi è una ulteriore frammentazione in Stati, con la nascita di Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina.
In teoria, malgrado quella frammentazione, dovrebbe giocare un ruolo positivo la quasi totale appartenenza all’Unione Europea; ma nella pratica si vedono sempre più spesso alzarsi muri, materiali e spirituali.
Allego:
– quanto alla facilità dei collegamenti all’interno dell’Impero prima della prima guerra mondiale, una cartolina postale del 1872 da Vienna a Pest (non ancora Budapest, che nacque l’anno successivo);
– quanto alla difficoltà dei rapporti tra l’Impero e l’Italia, una cartolina da Vigolo Vattaro (Trentino) a Roma del 5 dicembre 1914, in cui il mittente si lamenta dell’alto dazio doganale:
“Con mio rincrescimento ho dovuto rifiutare il saggio della vostra Emulsione iodata che vi compiaceste spedirmi per prova, perché caricata di corone 5.60 di dazio doganale. Anche i fascicoli di ricette che mi avete spedito ho dovuto pagarli con 30 centesimi di multa postale”.
Sulla situazione tra le due guerre, trascrivo (con traduzione in italiano) parte di un trafiletto da “Espero katolika” 1929-69, p. 107-108, che racconta l’esperienza nel 1929 dell’allora Presidente dei cattolici esperantisti, Joan Font i Giralt, il quale dalla Catalogna (Spagna) si era recato al 14° Congresso Internazionale dei cattolici esperantisti a Praga (Cecoslovacchia).


(Segue traduzione in italiano):

VOJAĜO TRA LA MULTEGAJ ŜTATOJ DE EŬROPO
Mi iris de Hispanujo al Praha kaj revenis. Tio estis por mi longega vojaĝo, kiu permesis al mi interkonatiĝi kun multegaj eŭropaj landoj.
Mi devis trapasi Francujon, Italujon, Jugoslavujon, Aŭstrujon, Ĉeĥoslovakujon, Germanujon, Svisujon, kaj denove Francujon.
Mi devis lerni la kurzon de la franca franko, de la liro, de la dinaro, de la aŭstra ŝilingo, de la ĉeĥa krono, de la marko, de la svisa franko kaj viziti naŭ fojojn la doganojn kaj montri deksep fojojn la pasporton!!!
Kaj mi povis konstati ke la granda baro por la alproksimiĝo de la popoloj estas la lingva baro.
Joan Font i Giralt
(Traduzione):
VIAGGIO TRA I NUMEROSISSIMI STATI D’EUROPA
Sono andato dalla Spagna a Praga e ritorno. È stato per me un viaggio lunghissimo, che mi ha consentito di conoscere moltissimi Paesi europei.
Ho dovuto attraversare Francia, Italia, Jugoslavia, Austria, Cecoslovacchia, Germania, Svizzera, e di nuovo la Francia.
Ho dovuto imparare il corso del franco francese, della lira, del dinaro, dello scellino austriaco, della corona cecoslovacca, del marco tedesco, del franco svizzero, e passare nove volte la dogana e mostrare diciassette volte il passaporto!!!
Ed ho potuto constatare che un grande ostacolo all’avvicinamento tra i popoli è la barriera linguistica.
Joan Font i Giralt, trad. Antonio De Salvo

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