Personaggi

John Milton

Il 9 dicembre è l’anniversario della nascita (nel 1608) dello scrittore, poeta, politico e teologo inglese John Milton (1608-1674)
it.wikipedia.org/wiki/John_Milton
Ho già parlato di lui l’8 novembre 2017

John Milton


ed ho segnalato che divenne cieco molti anni prima della morte.
Oggi trascrivo il suo sonetto “On his blindness”, nell’originale inglese, nella mia traduzione in italiano (“Sulla sua cecità), e nella traduzione in Esperanto (“Pri sia blindeco”) di Leonard Nowell Mansell Newell.
Allego un francobollo della Gran Bretagna del 2010, con un ritratto di Milton, nella serie “The age of the Stuarts” (L’età degli Stuart).


ON HIS BLINDNESS

When I consider how my light is spent
E’re half my days, in this dark world and wide,
And that one Talent which is death to hide,
Lodg’d with me useless, though my Soul more bent

To serve therewith my Maker, and present
My true account, least he returning chide,
Doth God exact day-labour, light deny’d,
I fondly ask; But patience to prevent

That murmur, soon replies, God doth not need
Either man’s work or his own gifts, who best
Bear his milde yoak, they serve him best, his State

Is Kingly. Thousands at his bidding speed
And post o’re Land and Ocean without rest:
They also serve who only stand and waite.

John Milton

°°°°°

SULLA SUA CECITÀ

Quando considero come la mia luce sia spenta,
prima della metà dei miei giorni, in questo mondo vasto e oscuro,
e che anche un solo talento che la morte nasconda
alloggi in me inutilizzato, per quanto io mi sforzi

di servire il mio Creatore, e presentare
il mio esatto rendiconto, affinché tornando non mi rimproveri,
Dio forse esige un preciso lavoro giornaliero, dato che la luce è negata?
domando scioccamente; ma la Pazienza, per prevenire

quel mormorio, lesta replica: Dio non ha bisogno
del lavoro dell’uomo o dei suoi doni, chi meglio
sopporta il suo mite giogo, quello meglio lo serve, il suo stato

è regale. Migliaia al suo comando s’affrettano
e senza posa percorrono terra e oceano:
lo servono anche quelli che solo stanno e aspettano.

John Milton, trad. Antonio De Salvo

°°°°°

PRI SIA BLINDECO

Pri elĉerpiĝ’ pensante de mia lumofonto,
Jam antaŭ meza vivo, en vasta mond’ obskura,
Kaj pri l’ mort-pun’ por kaŝo de la talento nura
Loĝanta min senfrukta, kvankam anim-volonto

Mian Kreinton servus, kaj por la vera konto
Kalkulojn al Li donus, ke blam’ ne estu dura,
“Ĉu Dio tag-laboron volas sen lum’ natura,”
Demandas mi malsaĝe; tuj venas la respondo

De l’ Pacienc’ al plendo: Neniam Di’ bezonas
Siajn donacojn proprajn, nek homajn. Por la mastro,
Kiuj trankvile restas sub jug’, plej bone faras.

Li reĝe pompas. Miloj, se Lia vol’ ordonas,
Vojaĝas Oceanon kaj Landon sen prokrasto:
Lin ankaŭ tiuj servas, kiuj atende staras.

John Milton, trad. Leonard Nowell Mansell Newell
(“La Nica Literatura Revuo” 1961-34, marto-aprilo 1961, p. 133)
literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Revuoj/nlr/nlr64/blindeco.html

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *