Personaggi

Marco Tullio Cicerone

Stando a Wikipedia (non so come abbiano fatto a determinare questa data con tanta precisione), il 3 gennaio ricorre la nascita (nel 106 a.C.) di Marcus Tullius Cicero (in italiano, Marco Tullio Cicerone; in Esperanto, Marko Tullo Cicerono. Il nome latino “Cicero” è pronunciato in due modi, rispettivamente Cicero secondo il latino ecclesiastico, e Kikero secondo la supposta pronuncia classica, in base alla quale il latino “Caesar” è diventato in tedesco “Kaiser”.
Per la pronuncia francese della parola siciliana “ciciru” (che significa “cece”; quel cece – in questo caso non vegetale, ma escrescenza nel naso – che è alla base del nome Cicerone), si possono leggere le conseguenze su:

Vespri siciliani – siciliaj vesproj


Tornando a Cicerone (106 a.C.-43 a.C.), devo dire che era una persona multiforme: avvocato, oratore, scrittore, filosofo e politico
it.wikipedia.org/wiki/Marco_Tullio_Cicerone
eo.wikipedia.org/wiki/Cicerono
​modello di eloquenza e di uso del latino.
​La sua fama è così grande, dopo più di duemila anni, che in italiano il nome proprio “Cicerone” è diventato nome comune (“cicerone”), per indicare chi fa da guida spiegando ai turisti le cose da vedere, nonché, in senso elogiativo, chi è eloquente oratore, ed in senso dispregiativo, chi si comporta da “trombone”.
Rinvio alla pagina di Wikipedia in italiano (quella in Esperanto è molto scarna) per i dati biografici, e mi limito ad elencare i testi di Cicerone tradotti in Esperanto, aggiungendo qualche osservazione:
Il brano “Somnium Scipionis” (Il sogno di Scipione), tradizionalmente considerato opera autonoma sebbene costituisca l’ultima parte del sesto libro del trattato “De re publica” (Dello Stato), è stato tradotto da Hjalmar Johannes Runeberg con il titolo “Sonĝo de Scipio”, e pubblicato ad Helsingfors/ Helsinki nel 1910; è citato a p. 11 de “La Ondo de Esperanto” 1911-1; è recensito da “La Revuo” 1910-1911, V, p. 430-431; è registrato al n. 4234 del libro di Petr E. Stojan “Bibliografio de internacia lingvo”.
Nel 1994 è apparsa presso l’editrice VoKo una versione di quel brano, con il titolo “Sonĝo de Skipiono” e con l’indicazione di due traduttori, Hjalmar Johannes Runeberg e Gerrit Berveling. Probabilmente si tratta di una riedizione, riveduta, della traduzione del 1910.
Anche nella “Antologia Latina” (Fonto, Chapecò 1998), curata da Gerrit Berveling, c’è una versione del “Somnium Scipionis (vol. I, p. 107-117), ma non so se si tratti di una nuova traduzione, oppure sia sostanzialmente sempre la stessa del 1910 e del 1994, senza più il nome di Runeberg.
(Il motivo di tanto interesse per il “Somnium Scipionis” sta nel fatto che l’opera è tradizionalmente considerata ispirata a principii rinvenibili nella successiva dottrina cristiana, quali l’immortlità dell’anima ed il premio ultraterreno per i giusti).
La citata “Antologia Latina” di Gerrit Berveling dedica a Cicerone 71 pagine (82-152), di cui 12 di presentazione (82-83, 98-99, 102-103, 106-107, 117, 130-132). Sono presenti (oltre al “Somnium Scipionis”) testi dalle seguenti opere:
– In Catilinam, I, (Contro Catilina, I), p. 84-98;
– De oratore, I (L’Oratore, I), p. 99-103;
– De re publica (Lo Stato), p. 103-106;
– De natura deorum (La natura degli dei), p. 118-125;
– Tusculanae disputationes (Conversazioni Tuscolane), p. 125-129
– Epistulae ad familiares (Lettere agli amici), p. 132-146;
– Epistulae ad Atticum (Lettere ad Attico), p. 146-151;
– Epistulae ad Quintum fratrem (Lettere al fratello Quinto), p. 151-152.
Nel 2003, Ramón Rius Santamaria ha pubblicato in rete la traduzione di un frammento dell’orazione “Per Quinto Ligario”:
www.angelfire.com/falcon/ramonrius/lit_cicerono_ligario.htm
Infine, in “Literatura Foiro” 2014-267, p. 30-31, è apparsa la traduzione, di Carlo Minnaja, di alcuni frammenti del “Laelius seu de amicitia” (Lelio o l’amicizia), quale omaggio al defunto amico Ljubomir Trifonĉovski.
​Allego:
​- il francobollo italiano del 1957 per il bimillenario della nascita di Cicerone;
​- l’immagine della statua di Cicerone davanti al Palazzo di Giustizia di Roma (Cicerone era un abilissimo avvocato, e sapeva usare la sua arte oratoria anche a suo vantaggio: ancora oggi, in Italia, si cita in senso dispregiativo il titolo latino di una sua arringa, “Cicero pro domo sua” – Cicerone per la propria casa -, quando si vuol dire che una persona si batte egoisticamente in difesa dei propri interessi).

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