Personaggi

L. L. Zamenhof

Il 15 dicembre ricorre la nascita (nel 1859) di Ludovico Lazzaro Zamenhof.
​Su di lui si è scritto così tanto, che ogni mia aggiunta rischia di essere una ripetizione o un panegirico; mi limito quindi ad alcune curiosità:
1- Il nome proprio.
​Si chiamava, in yiddish, Lejzer (in Esperanto, Lazaro; in italiano, Lazzaro); ma ai suoi tempi e nella sua parte del mondo (Polonia sotto dominazione russa) c’era l’abitudine di affiancare al nome ebraico un nome “cristiano”, preferibilmente con la stessa iniziale, ed ecco “Ludwik”, “Ludvik”, “Ludwig” (in Esperanto, Ludoviko; in italiano, Ludovico). Si può discutere, se si sentisse più “Lejzer Ludwik” o “Ludwik Lejzer”; la questione è difficilmente risolvibile, perché aveva l’abitudine di firmare con le doppie iniziali “L. L.”.
​Ha scritto al riguardo Carlo Minnaja:
>“L’atto di nascita (reperibile da varie parti, in particolare dal “Memorlibro pri la Zamenhof-jaro”) dice semplicemente “Lejzer”, e non vedo perché ci si vergogni a dire che il nome era in yiddish. Il Ludovico è posticcio, e non è codificato da nessuna parte (vd. «Homarano» di Aleksander Korĵenkov, che dedica varie pagine ai circa diciotto nomi con cui è chiamato e con cui lui stesso si firmava, a seconda del luogo e del tempo). Comunque, quando si firmava con un nome solo (vd. «La liro de la esperantistoj», 1893), si firmava Dr. Ludvik, non Ludwig, forma che pure si trova successivamente. La sua firma a doppie iniziali L. L. Zamenhof è venuta con il 1900, quando anche Leono Zamenhof si è laureato in farmacia e si firmava d-ro L. Zamenhof, e quindi c’era possibilità di confusione. Se si vogliono utilizzare i due nomi, direi che è preferibile “Lazzaro Ludovico” piuttosto che “Ludovico Lazzaro”.
​2- Il cognome.
Generalmente è conosciuto come “Zamenhof”; ma nei primi tempi usava anche la forma germanizzante “Samenhof” (che è letta “Zamenhof”).
3- La pronuncia del cognome.
Trascrivo dalla “Itala Esperanta Revuo” 1926-2, p. 18:
​>Il nome del Maestro – Ci viene domandato come si deve pronunciare il nome del Maestro. Alcuni lo pronunziano con l’accento sull’ultima sillaba, qualche altro con l’accento sulla penultima scambiandolo per una parola Esperanto. I più lo pronunziano bene. È doveroso però che lo facciano tutti. Zamenhof si pronuncia con l’accento sull’a, e alla Z si dà il suono che ha in Esperanto. Vogliamo sperare che non avverrà più di sentire fra gli Esperantisti italiani qualcuno che ignora l’esatta pronuncia del nome del grande Maestro.
4-La data di nascita.
Zamenhof nacque il 15 dicembre 1859 secondo il calendario gregoriano; ma poiché all’epoca la sua città natale (Białystok) faceva parte dell’Impero russo, ufficialmente nacque il 3 dicembre, secondo il calendario giuliano

Gregoria kalendaro


5-La festa dell’Esperanto.
Si discusse molto, nei primi anni, quale giorno fosse da considerare “festa dell’Esperanto”.
Vivente Zamenhof, non si pensò, ovviamente, alla sua data di nascita (15 dicembre), ma si suggerirono altri giorni (v. “Brita Esperantisto” 1908-37, p.16):
– 17 dicembre, giorno della prima festa esperantista (1878);
– Il giorno dell’equinozio (uguaglianza di notte e giorno) di primavera o di autunno, simbolo di neutralità per tutta l’umanità;
– Il giorno (21 luglio) in cui si riteneva che la censura russa avesse apposto il visto per la pubblicazione del “Primo Libro”.
Contro tutte quelle proposte furono sollevate obiezioni: il 17 dicembre, perché troppo vicino al Natale; il giorno dell’equinozio, perché diverso a seconda dell’emisfero; il 21 luglio, perché in realtà (come chiarito dallo stesso Zamenhof) il visto era stato rilasciato il 21 maggio secondo il calendario russo, ed il 2 giugno secondo quello gregoriano.
Alla fine, dopo la morte di Zamenhof, prevalse il 15 dicembre, festeggiato come “Zamenhofa tago” (Giorno di Zamenhof)
it.wikipedia.org/wiki/Giorno_di_Zamenhof
eo.wikipedia.org/wiki/Zamenhofa_Tago
​Allego:
– la copertina del libro “Homarano” di Aleksander Korĵenkov;
– la copertina del primo vocabolario singolo di Esperanto (Wörterbuch der internationalen Esperanto-Sprache / Meza vortaro internacia-germana, 1889); in esso il cognome dell’autore è scritto “Samenhof”;
– due cartoline illustrate, sulle quali sono stati applicati i due francobolli polacchi del 1959 per il primo centenario della nascita di Zamenhof. Una presenta la casa natale a Białystok (distrutta durante la seconda guerra mondiale), l’altra un ritratto di Zamenhof, scolpito da Stanisława Wakulińska.

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