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Primo collegamento radio intercontinentale

Il 12 dicembre 1901 lo scienziato e imprenditore italiano Guglielmo Marconi (1874-1937)
it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Marconi
eo.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Marconi
stabilì, dalla stazione di Poldhu in Cornovaglia (Inghilterra),
en.wikipedia.org/wiki/Poldhu
il primo collegamento radio intercontinentale, trasmettendo a 4.000 chilometri di distanza (St. John’s, Newfoundland, Terranova, Canada) tre brevi scariche, corrispondenti ai tre punti della lettera S dell’alfabeto Morse.

Samuel Morse


Si trattava della prima trasmissione radio:
www.teche.rai.it/2015/04/guglielmo-marconi-1901/
Come ricorda la targa di bronzo posta sul monumento
www.radiomarconi.com/marconi/memorial.html
eretto dove un tempo sorgeva la stazione di Poldhu (chiusa nel 1934, e demolita):
“When the Poldhu station was erected in 1900 wireless was in its infancy, when it was demolished in 1935, wireless was established for communication on land, at sea and in the air, for direction finding, broadcasting and television”.
( = Quando la stazione Poldhu fu eretta nel 1900 la radiotelegrafia era nella sua infanzia: quando fu demolita nel 1935, il telegrafo senza fili era affermato per le comunicazioni terrestri, marittime e aeree, per la ricerca della posizione, per la radiodiffusione e la televisione).
Negli anni successivi al 1901, il nuovo mezzo rese eccezionali servizi, salvando vite umane (ad esempio:

Ŝippereo de Volturno


e fu uno strumento di avvicinamento tra i popoli; come sottolinea il bollettino filatelico delle Poste italiane (a firma del Prof. Gian Carlo Corazza, Presidente della Fondazione Guglielmo Marconi di Pontecchio Marconi – Bologna), emesso nel 1981 per la cartolina postale commemorativa del primo collegamento:
«In tutta la sua esistenza Guglielmo Marconi non si stancò mai di sottolineare come la Radio fosse un mezzo formidabile per portare la pace fra i popoli.
Questo suo messaggio raggiunse tutti gli uomini del suo tempo che non solo lo condivisero, ma lo sottolinearono nel momento della sua morte nel modo più “clamoroso”: facendo tacere per un breve intervallo di tempo tutte le stazioni radiotrasmittenti del mondo».
Trascrivo quello che pubblicò la rivista “L’Esperanto” 1934-1/2:

S.E. MARCONI PER UN LINGUAGGIO UNIVERSALE
Durante la sua recente visita al Giappone, S.E. Marconi prese parte ad un banchetto che autorità e personalità autorevoli di Tokio diedero in suo onore. Egli parlò in inglese ed uno dei soggetti che brevemente trattò fu quello della possibilità di un linguaggio universale che si formasse eventualmente con l’ausilio della radio.
«Mi accade proprio ora – disse S.E.Marconi – che per la mia ignoranza della lingua giapponese sono obbligato di esprimermi con voi in inglese. Chi può dire se, coll’uso costante e sempre crescente delle radiocomunicazioni, si troverà un giorno un nuovo mezzo di espressione dei propri pensieri, che possa essere adottato da tutti come lingua universale? Quale migliore coronamento dei progressi della radio, in verità, se, nello stesso modo con cui le onde elettriche circondano il mondo, i simboli che esse sono use a diffondere dovunque serviranno ad unire tutti i popoli in un unico blocco di comprensione e di buona volontà! Ciò può sembrare più la visione di un poeta che l’idea di uno scienziato: ma la scienza non è interamente priva di poesia ed ha un aiuto molto efficace nell’immaginazione. D’altronde credo di essere in diritto di affermare, in seguito a tutto quello che è stato esperimentato colla radio, che le più grandi possibilità sono davanti e non dietro di noi».
​Allego:
​- la cartolina postale italiana del 1981 per l’ottantesimo anniversario del collegamento radio Inghilterra-Canada, con il relativo annullo speciale;
​- l’annullo speciale italiano del 1968 per il gemellaggio tra Sasso Marconi (Bologna) e la cittadina inglese di Helston, nel cui territorio era la stazione radio Poldhu;
– una cartolina maximum, realizzata con la riproduzione dell’articolo de “L’Esperanto” 1934-1/2 e con uno dei due francobolli italiani del 1974 per il centenario della nascita di Marconi.

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