Personaggi

Renato Zero

Il 30 settembre è l’anniversario della nascita (nel 1950) del cantautore italiano (romano) Renato Fiacchini, conosciuto con il nome d’arte Renato Zero
it.wikipedia.org/wiki/Renato_Zero
​autore e/ o interprete di oltre 500 canzoni, molte delle quali di grande successo (in particolare, “Il cielo”, “Mi vendo” e “Il carrozzone”).
​È uno dei cantanti italiani più noti ed amati: ed è buffo pensare che scelse il suo nome d’arte perché, agli inizi, tutti gli dicevano: “Sei uno zero”.
​In Esperanto esiste la versione della canzone “Il carrozzone”, che trascrivo; a suo tempo (1.1.2015) il traduttore (Carlo Minnaja) accompagnò la traduzione con queste toccanti parole:
​“Ecco il mio ultimo omaggio a mia figlia Marina, morta a vent’anni (1966-1986), che tanto amava Renato Zero”.
In allegato: lo spartito della canzone.


IL CARROZZONE
Testo di Franca Evangelisti, musica di Piero Pintucci
canta Renato Fiacchini (Renato Zero)

Il carrozzone va avanti da sé
con le regine, i suoi fanti, i suoi re
ridi buffone per scaramanzia
così la morte va via.

Musica gente cantate che poi
uno alla volta si scende anche noi
sotto a chi tocca in doppiopetto blu
una mattina sei sceso anche tu.

Bella la vita che se ne va
un fiore, un cielo, la tua ricca povertà
il pane caldo, la tua poesia
tu che stringevi la tua mano nella mia.
Bella la vita dicevi tu
è un po’ mignotta e va con tutti sì però
però, però
proprio sul meglio ti ha detto no.

E il carrozzone riprende la via
facce truccate di malinconia
tempo per piangere no non ce n’è
tutto continua anche senza di te.

Bella la vita che se ne va
vecchi cortili dove il tempo non ha età
i nostri sogni, la fantasia
ridevi forte e la paura era allegria.
Bella la vita dicevi tu
e t’ha imbrogliato e t’ha fottuto proprio tu
con le regine, con i suoi re
il carrozzone va avanti da sé.

LA TRENĈAREGO

La trenĉarego mem iras sen leĝ’
kun siaj fantoj, reĝinoj kaj reĝ’
ho ridu klaŭno vi kontraŭ missort’
tiel forfuĝas la mort’.

Muziko, kantu popol’ kun graci’
kaj unuope descendas eĉ ni
laŭvice venu kun robo por fest’
iun matenon vi estos en kest’.

Bela la vivo, pasanta for
ĝia malriĉo riĉa, ĉiel’, flor’
la pano varma, poezio via,
vi tenis strikte vian manon en la mia.
Bela la vivo, diradis vi
iom putine sin kunigas, tamen sed
tamen, ho ve’,
al vi ĉe l’ plejo ĝi diris ne.

La trenĉarego plu al vojo sia
trajtoj ŝminkitaj per melankolio
tempo ne estas por ploro aŭ kri’
ĉio pludaŭras nun ankaŭ sen vi.

Bela la vivo, pasanta for
tempo ne havas aĝon ĉe malnova kort’,
la fantazio, la revoj kaj
vi ridis laŭte dum la timo estis gaj’.
Bela la vivo, diradis vi
kaj ĝi vin trompis, ĝi vin fikis, ĝuste vin
kun la reĝinoj, kun sia reĝ’
la trenĉarego mem iras sen leĝ’.

Trad. Carlo Minnaja (1.1.2015)

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