Personaggi

Bertolt Brecht

 

Il 10 febbraio ricorre la nascita (nel 1898) del drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco Eugen Berthold Friedrich Brecht, conosciuto come Bertolt Brecht (1898-1956)

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Da adolescente, scrisse versi di forte patriottismo e di esaltazione della guerra; ma mutò atteggiamento quando, nel 1917, fu arruolato e mandato al fronte. Scrisse allora (novembre 1919) Die Legende vom toten Soldaten (“La leggenda del soldato morto”), una feroce satira del militarismo che provocò, nel 1923, il suo inserimento nella “lista nera” di Hitler.

Nel 1933, per sottrarsi all’accusa nazista di alto tradimento, fu costretto a rifugiarsi all’estero, migrando di Paese in Paese (Cecoslovacchia, Francia, Olanda, Stati Uniti, Danimarca, Svezia, Finlandia, Unione Sovietica); nel 1936 fu privato della cittadinanza tedesca.

Stabilitosi in California, nel 1947 Brecht fu accusato di attività antiamericane in quanto comunista; lasciò quindi il Paese, ma non gli fu consentito l’ingresso nella Repubblica Federale di Germania, per cui visse in Svizzera, prese la cittadinanza austriaca, e si traferì infine a Berlino Est (Repubblica Democratica Tedesca), dove morì il 14 agosto 1956, dopo essere entrato in conflitto con il regime comunista per la repressione dei movimenti operai.

È sepolto a Berlino, sotto una semplice pietra irregolare con inciso soltanto il suo nome, accanto alle tombe di Hegel e di Fichte.

Temperamento ribelle, anticonformista, polemico, dissacrante, Brecht descrive – in uno stile semplice e senza giri di parole – la fame, la povertà, le ingiustizie e le ipocrisie sociali.

Delle sue numerose opere, vanno citate quanto meno:

– Die Dreigroschenoper (L’opera da tre soldi)

– Furcht und Elend des Dritten Reiches (Terrore e miseria del Terzo Reich)

– Mutter Courage und ihre Kinder (Madre Coraggio e i suoi figli)

– Leben des Galilei (Vita di Galileo).

In Esperanto esiste la traduzione completa del “Romanzo da tre soldi” (Dreigroschenroman), da non confondere con la più famosa “Opera da tre soldi” (Dreigroschenoper); in rete sono presenti anche numerosi brani (da notare che “La fiulo” fu pubblicato su “Literatura Mondo”, in Ungheria, nel 1938, cioè in piena epoca nazista):

Al la postnaskitoj (An die Nachgeborenen; Ai posteri), trad. Jofebo (Joseph F. Berger)

literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Revuoj/np/np5802/postnaskitoj.html

Al la postnaskitoj (An die Nachgeborenen; Ai posteri), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Poezio/cezarpoezio/postnaskitoj.html

La deŝirita ŝnuro (Der abgerissene Strick; La corda spezzata), trad.Cezar (Hans-Georg Kaiser)

literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Poezio/cezarpoezio/desxirita_sxnuro.html

La fiulo (Die Bestie; La bestia), trad. Anna Tarantiková

literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Revuoj/np/np5802/fiulo.html

Laŭdo pri la komunismo (Lob des Kommunismus; Lode del comunismo), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Poezio/cezarpoezio/komunismo.html

Legendo pri la kreiĝo de la libro Taŭtekingo dum la elmigrado de Laŭzio (Legende von der Entstehung des Buches Taoteking auf dem Weg des Laotse in die Emigration; Leggenda della nascita del lirbo Taoteking scritto da Laotse sulla strada dell’emigrazione), trad. Rikardo Ŝulco (Richard Schulz)

literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Revuoj/epc/epc9103/legendo.html

Memoro pri Marinjo A. (Erinnerung an die Marie A.; Ricordo di Maria A.), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Poezio/cezarpoezio/marinjo.html

Sepcent intelektuloj alpreĝas petrolŝipon (Siebenhundert Intellektuelle beten einen Öltank an; Settecento intellettuali pregano una petroliera), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

literaturo.org/HARLOW-Don/Esperanto/Literaturo/Poezio/cezarpoezio/sepcent_intelektuloj.html

Historioj pri sinjoro Kojno (Die Geschichten vom Herrn Keuner; Le storie del Signor Keuner), trad.Vilhelmo Lutermano (Wilhelm Luttermann) vlutermano.free.fr/Kojno_cx.html

Se la ŝarkoj estus homoj (Wenn die Haifische Menschen wären; Se gli squali fossero uomini), trad. Vilhelmo Lutermano (Wilhelm Luttermann) vlutermano.free.fr/Kojno_cx.html

Esistono anche altre traduzioni, non reperibili però in rete:

– Balado pri la agrabla vivo (Ballade vom angenehmen Leben; Ballata della vita piacevole), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser) – (Sennaciulo 2015-1/2, p. 6)

– La paketo de l’ kara Dio (Das Paket des lieben Gottes; Il pacchetto del buon Dio), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser) – (Sennaciulo 2015-1/2, p. 26-27)

– Balado pri Mackie Messer (Die Moritat von Mackie Messer; Ballata di Mackie Messer), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

– Macky Messer (Die Moritat von Mackie Messer; Ballata di Mackie Messer), trad. Pavo

– Demandoj de leganta laboristo (Fragen eines lesenden Arbeiters; Domande di un lettore operaio), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

– Legendo pri la morta soldato (Die Legende vom toten Soldaten; La leggenda del soldato morto), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

– La tajloro de Ulm (Der Schneider von Ulm; Il sarto di Ulma), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

– Tion legu matene kaj vespere (Morgens und abends zu lesen; Da leggere mattina e sera), trad. Cezar (Hans-Georg Kaiser)

Una recensione del “Trigroŝa romano” è pubblicata su “Literatura Foiro” 1981-67, pagg. 20-21.

Allego:

– il brano “Wenn die Haifische Menschen wären” (Se gli squali fossero uomini), nella versione italiana, e nella traduzione in Esperanto (“Se la ŝarkoj estus homoj”) di Vilhelmo Lutermano (Wilhelm Luttermann).

– l’immagine del francobollo emesso nel 1998 dalle Poste Italiane in onore di Bertolt Brecht.


SE GLI SQUALI FOSSERO UOMINI
Bertolt Brecht

La figlioletta della padrona di casa chiese al signor K.: “Se gli squali fossero uomini si comporterebbero meglio con i pesciolini?”.
“Certo – rispose il signor K -. Se gli squali fossero uomini, farebbero costruire nel mare enormi casse per i pesciolini, con dentro ogni sorta d’alimenti, sia vegetali che animali. Si preoccuperebbero che le casse avessero sempre acqua fresca e adotterebbero ogni tipo di precauzioni sanitarie. Se, per esempio, un pesciolino morisse prematuramente, gli squali, affinché i pesciolini non si sentissero tristi, organizzerebbero di tanto in tanto delle grandi feste acquatiche, perché i pesci allegri hanno un miglior sapore di quelli malinconici. Ci sarebbero anche scuole per imparare a entrare nelle fauci degli squali. I pesciolini avrebbero bisogno di nozioni di geografia per localizzare meglio i grandi squali, che se ne vanno in giro bighellonando. L’essenziale sarebbe, naturalmente, la formazione morale dei pesciolini, si insegnerebbe loro che non c’è nulla di più grande e più bello per un pesciolino che sacrificarsi con allegria; si insegnerebbe pure ad aver fede negli squali ed a credere agli squali quando dicono che stanno preparando per i pesciolini un magnifico avvenire. Si farebbe capire ai pesciolini che tale avvenire è assicurato se impareranno ad obbedire. I pesciolini dovrebbero guardarsi bene dalle basse passioni, così come da qualsiasi inclinazione materialista, egoista o marxista. Se qualche pesciolino mostrasse similari tendenze, i suoi compagni dovrebbero comunicarlo immediatamente agli squali.
Naturalmente se gli squali fossero uomini si farebbero la guerra fra di loro per conquistare casse e pesciolini stranieri. Ogni squalo obbligherebbe i propri pesciolini a combattere in quelle guerre. E ogni squalo insegnerebbe ai suoi pesciolini che fra loro e i pesciolini degli altri squali esiste un’enorme differenza. Sebbene tutti i pesciolini siano muti, è certo che proclamerebbero che stanno zitti in molte lingue diverse e per questo non riusciranno mai a capirsi. Ad ogni pesciolino che ammazzasse in guerra un paio di pesciolini nemici, di quelli che stanno zitti in un’altra lingua, si consegnerebbe una medaglia d’alghe e si conferirebbe il titolo d’eroe.
Se gli squali fossero uomini avrebbero pure una loro arte. Ci sarebbero bellissimi quadri nei quali sarebbero rappresentati i denti degli squali con colori meravigliosi e le loro fauci come veri giardini di ricreazione in cui è bello trastullarsi. I teatri sul fondo del mare mostrerebbero eroici pesciolini che entrano entusiasti nelle fauci degli squali e la musica sarebbe tanto bella che, ai suoi accordi, cullati dai pensieri più delicati, come in sogno, i pesciolini, preceduti dalla banda, si precipiterebbero a frotte in quelle fauci. Certo ci sarebbe pure una religione, se gli squali fossero uomini. Quella religione insegnerebbe che la vera vita comincia per i pesciolini nello stomaco degli squali.
Inoltre, se gli squali fossero uomini, i pesciolini smetterebbero di essere tutti uguali, come sono adesso. Alcuni occuperebbero certi posti, che li collocherebbero sopra gli altri. A quei pesciolini che fossero un poco più grandi si permetterebbe pure di ingoiarsi i più piccoli. Gli squali vedrebbero questa prassi con piacere, dato che avrebbero più spesso dei grossi bocconi da mangiare. I pesciolini più grassi sparebbero quelli che occupano certi posti e s’incaricherebbero di mantenere l’ordine fra gli altri pesciolini, e diventerebbero maestri o ufficiali, ingegneri specializzati nella costruzione di casse, ecc.
In una parola ci sarebbe finalmente nel mare una cultura, se gli squali fossero uomini”.

SE LA ŜARKOJ ESTUS HOMOJ
Bertolt Brecht
vlutermano.free.fr/Kojno_cx.html
“Se la ŝarkoj estus homoj – demandis al sinjoro Kojnero la plej juna filino de lia pensionmastrino – ĉu ili kondutus pli bone kun la fiŝetoj?”.
“Jes, memkompreneble – respondis sinjoro K. – Se la ŝarkoj estus homoj, ili konstruigus en la maro egajn kestojn por la fiŝetoj, kun ĉiaj nutraĵoj ene, tiel plantoj kiel bestaj materioj. Ili prizorgus, ke la kestoj havus ĉiam freŝan akvon kaj prenus ĉiajn sanfakulajn mezurojn. Se, ekzemple, fiŝeto vundiĝus je naĝilo, ili tuj vindus ĝin al li, por ke la fiŝeto ne mortu antaŭtempe. Por ke la fiŝetoj ne malgajiĝu, okazus, de tempo al tempo, grandaj akvaj festoj, ĉar gajaj fiŝetoj pli bongustas ol malgajaj. Ankaŭ ekzistus lernejoj ene de la kestoj. En tiuj ĉi lernejoj oni instruus al la fiŝetoj eniri en la ŝarkajn faŭkojn. Ili bezonus geografisciaĵojn por pli bone lokalizi la egajn ŝarkojn, kiuj vagvagis ĉie ajn. La ĉefa afero estus, nature, la morala formado de la fiŝetoj. Oni instruus ilin, ke nenio estas pli granda nek pli bela por fiŝeto ol gaje sinoferi; ankaŭ ili estus instruataj fidi je la ŝarkoj kaj kredi ilin, kiam tiuj ĉi dirus al ili, ke la ŝarkoj jam sin okupas forĝi por ili belan estonton. Oni farus kredi ilin, ke tiu estonto, kiun oni aŭguras al ili, nur estus sekura, se ili ellernos obei. La fiŝetoj devus bone singardi tiel antaŭ la fiaj pasioj, kiel antaŭ kiu ajn emo materiista, egoista aŭ marksista. Se iu ajn fiŝeto montrus tiajn emojn, liaj kunuloj devus sciigi tuj la ŝarkojn pri tio.
Se la ŝarkoj estus homoj, nature ili militus inter si, por konkeri malproprajn kestojn kaj fiŝetojn. Krome, ĉiu ŝarko devigus siajn proprajn fiŝetojn batali en tiuj ĉi militoj. Ĉiu ŝarko instruus siajn fiŝetojn, ke inter ili kaj la fiŝetoj de aliaj ŝarkoj ekzistas ega malsameco. Kvankam ĉiuj fiŝetoj estas mutaj – la ŝarkoj proklamus – certe ili silentas en tre malegalaj lingvoj kaj tial neniam atingas interkompreni. Al ĉiu fiŝeto, kiu mortigus milite malamikan fiŝetparon, oni donacus ordenon el algoj kaj krome la herotitolon.
Se la ŝarkoj estus homoj, ili havus ankaŭ sian arton. Ekzistus belaj bildoj, kie oni prezentus la ŝarkdentojn per mirindaj farboj kaj la ŝarkfaŭkon kiel veran amuzĝardenon, kie oni ĝojas petolante. La teatroj de la marfundo montrus heroajn fiŝetojn, kiuj eniras entuziasmaj en la ŝarkfaŭkon, kaj la muziko estus tiel bela, ke, kun tiaj sonoj, la fiŝetoj, kolumbumataj de la plej plezuregaj pensaĵoj, kiel en revo, sinĵetus svarme, antaŭitaj de la blovorkestro, en tiun faŭkon. Ekzistus ankaŭ religio, se la ŝarkoj estus homoj. Tiu religio instruus, ke la vera vivo nur komencas por la fiŝetoj en la stomako de la ŝarkoj.
Krome, se la ŝarkoj estus homoj, la fiŝetoj ne estus plu ĉiuj egalaj, kiel ili estas nuntempe. Iuj okupus oficojn, kio superlokus ilin super la aliaj. Al tiuj fiŝetoj, kiuj estus iomete pli grandaj, estus permesata eĉ engluti la pli malgrandajn. La ŝarkoj rigardus plaĉe tiun ĉi praktikon, ĉar ĝi liverus al ili pli grandajn mordpecojn. La fiŝetoj pli grasaj, kiuj estus okupantaj certajn postenojn, transprenus subteni la ordonon inter la aliaj fiŝetoj, kaj ili devenus majstroj aŭ oficiroj, inĝenieroj specialistaj en la kestkonstruado ktp.
Per unu vorto: ekzistus finfine klereco en la maro, se la ŝarkoj estus homoj.
Bertolt Brecht, trad. Vilhelmo Lutermano (Wilhelm Luttermann)

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