Il 16 aprile 529 entrò in vigore il “Codice di Giustiniano” (“Codex Iustinianeus primus” o “Codex Iustinianeus vetus”),
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primo nucleo di quello che, mediante successive integrazioni, formò il “Corpus iuris civilis”, la raccolta organica di norme giuridiche che tuttora forma la base del diritto civile negli ordinamenti di tradizione romana, e fornisce formule giuridiche in latino.
Flavius Petrus Sabbatius Iustinianus (in italiano, Flavio Pietro Sabbazio Giustiniano o semplicemente Giustiniano o Iustiniano, detto anche Giustiniano I o Giustiniano il Grande), (482-565),
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ultimo Imperatore romano d’Oriente di lingua e cultura latina, è famoso per vari motivi, alcuni gloriosi (il Codice, la riconquista all’Impero di vasti territori occupati dai barbari tra cui la stessa Italia, la costruzione della Basilica di Santa Sofia – Αγία Σοφία, Hagia Sophia, Hagia Sofia, propriamente non una Santa, ma la Sapienza Divina) – a Costantinopoli/ Istanbul,
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la fioritura della cultura storica e letteraria), altri dolorosi (la pestilenza che negli anni 541-542 devastò l’Impero, uccidendo dai 50 ai 100 milioni di persone).
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Di Giustiniano si ricorda anche la moglie, l’Imperatrice Teodora, che ebbe gran parte nelle decisioni del marito (ed è risaputo che “dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”).
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Dante Alighieri presenta ampiamente Giustiniano nella “Divina Commedia” (Paradiso, canto VI); qui mi limito a citare i versi 10-12, relativi alla sua opera di semplificazione giuridica:
Cesare fui e son Iustiniano,
che, per voler del primo amor ch’i’ sento,
d’entro le leggi trassi il troppo e ’l vano.
Allego queste immagini:
– un mosaico della Basilica di San Vitale a Ravenna, in cui Giustiniano è rappresentato con l’aureola dorata, propria dei Santi;
– uno dei francobolli vaticani del 1934 per il 14° centenario del Codice di Giustiniano;
– un francobollo italiano del 2004, su bozzetto di Cristina Bruscaglia, con l’immagine di Teodora tratta da un mosaico della Basilica di San Vitale a Ravenna.
