Personaggi

Claudio Magris

Il 10 aprile è l’anniversario della nascita (nel 1939) dello scrittore, saggista, traduttore, professore e politico italiano (triestino) Claudio Magris,
it.wikipedia.org/wiki/Claudio_Magris
tra i maggiori esperti di letteratura mitteleuropea, con particolare riguardo al mito asburgico ed al filone ebraico, ed acuto interprete dell’anima triestina e di frontiera (ad esempio, in “Trieste. Un’identità di frontiera”, Torino, Einaudi 1982).
Nel 2013, un brano tratto dal saggio “L’infinito viaggiare” è stato proposto ai candidati italiani all’esame di maturità (lo trascrivo parzialmente in basso).
Il 24 ottobre 2019 l’Università degli Studi di Parma gli ha conferito la laurea magistrale “honoris causa” in Giurisprudenza: anche se può sembrare strano che il riconoscimento sia andato non già all’attività di saggista e narratore di Magris (una delle figure più prestigiose della cultura italiana contemporanea, nel 2007 ad un passo dal Premio Nobel per la Letteratura), la scelta ha voluto testimoniare il suo impegno civile sul tema della cultura come somma e intreccio di culture diverse.
Il suo romanzo “Non luogo a procedere” (Milano, Garzanti, 2015) è stato tradotto in Esperanto da Carlo Minnaja con il titolo “La muzeo de milito” (FEL, Antwerpen, 2019).
Allego:
– una foto che feci il 3 novembre 1961 a Gorizia, con l’immagine di quello che all’epoca era il “confine provvisorio” tra l’Italia e la Jugoslavia (oggi confine definitivo tra l’Italia e la Slovenia), nel bel mezzo della città;
– la copertina del libro “La muzeo de milito”.


(sekvas traduko al Esperanto)

 

Non c’è viaggio senza che si attraversino frontiere politiche, linguistiche, sociali, culturali, psicologiche, anche quelle invisibili che separano un quartiere da un altro nella stessa città, quelle tra le persone, quelle tortuose che nei nostri inferi sbarrano la strada a noi stessi. Oltrepassare frontiere; anche amarle – in quanto definiscono una realtà, un’individualità, le danno forma, salvandola così dall’indistinto ma senza idolatrarle, senza farne idoli che esigono sacrifici di sangue. Saperle flessibili, provvisorie e periture, come un corpo umano, e perciò degne di essere amate; mortali, nel senso di soggette alla morte, come i viaggiatori, non occasione e causa di morte, come lo sono state e lo sono tante volte

Claudio Magris, L’infinito viaggiare, Mondadori, Milano 2005.

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(traduko)

 

Ne ekzistas vojaĝo sen transpaso de landlimoj – politikaj, lingvaj, sociaj, kulturaj, psikologiaj, eĉ tiuj nevideblaj, kiuj apartigas unu kvartalon de alia en la sama urbo, tiuj inter la personoj, tiuj tordaj, kiuj en niaj intimaĵoj baras la vojon al ni mem. Transpasi landlimojn, ankaŭ ami ilin – tial, ke ili difinas iun realon, iun individuecon, donas al ĝi formon, tiel savante ĝin de la nedistingeco – sed ne idolkultante ilin, ne igante ilin idoloj, kiuj postulas sangajn oferojn. Sciante, ke ili estas flekseblaj, provizoraj kaj mortontaj, samkiel homa korpo, kaj tial indaj esti amataj; mortemaj, tio estas elmetitaj al la morto, kiel la vojaĝantoj, ne mortigaj, ne okazo kaj kaŭzo de morto, kiaj ili estis kaj estas plurfoje….

Claudio Magris, L’infinito viaggiare, trad. Antonio De Salvo

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