Personaggi

George Orwell

Il 21 gennaio è l’anniversario della morte (nel 1950) dello scrittore britannico, di origine scozzese ma nato in India, Eric Arthur Blair (1903-1950), conosciuto con lo pseudonimo George Orwell.

it.wikipedia.org/wiki/George_Orwell 

Spirito ribelle, addirittura anarchico (cosa che spesso è ignorata, o dimenticata o taciuta da chi si avvale delle sue opere per criticare le società di sinistra), Orwell è famoso soprattutto per due romanzi:

– “Animal Farm” (La fattoria degli animali), del 1945, che lo rese inviso ai regimi comunisti, perché, sotto l’apparenza di una favola per bambini, si tratta di una satira del centralismo stalinista: in una fattoria, gli animali si ribellano ad un padrone (umano) crudele e dispotico, ma la rivoluzione si trasforma in una nuova tirannia capeggiata dai maiali, corrotti e avidi di potere come gli uomini, e riassunta dal motto: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”;

– “Nineteen Eighty-Four” (1984), scritto nel l944 ma pubblicato solo nel 1948 (il titolo 1984 è appunto il capovolgimento di 1948), quando l’autore riuscì a trovare un editore (in precedenza, il libro veniva rifiutato perché antistalinista, e all’epoca la Gran Bretagna era alleata dell’URSS); in esso, oltre a predire con una stupefacente approssimazione di date la caduta del regime comunista per il 1984, descrive l’oppressivo controllo sulla vita privata dei cittadini ad opera di regimi totalitari, e prefigura in chiave fantapolitica l’attuale invasione della sfera privata da parte di “poteri forti” di ogni genere, grazie al progresso tecnologico.

Gli scritti di Orwell si inseriscono nel filone inglese della cosiddetta “letteratura distopica”, di cui sono esempi, tra gli altri, Jonathan Swift con “I viaggi di Gulliver”,

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2019/11/30/jonathan-swift/ 

e Aldous Huxley (che fu insegnante di Orwell al College inglese di Eton): ossia, la rappresentazione della società da un punto di vista inverso rispetto a quello dell’utopia (“distopia” deriva da dis+utopia, cioè il contrario dell’utopia).

È impressionante come Orwell abbia saputo prevedere, oltre 70 anni fa, i guasti resi possibili dalle moderne tecnologie: invasione della sfera privata, manipolazione e continua revisione della storia, demagogico “addomesticamento” delle folle, diffusione di notizie false e tendenziose rivestite di un’apparenza di verità.

Orwell ha una particolare attenzione al linguaggio, tanto da “inventare” una lingua nuova, derivata dall’inglese, denominata “newspeak” (neolingua). Spesso questa lingua viene accostata all’Esperanto, ma senza fondamento: infatti, mentre l’Esperanto ha lo scopo di agevolare un’aperta comunicazione, e consentire la precisa espressione di sfumature di pensiero mediante un’abbondanza di termini a disposizione, il “newspeak” si propone di limitare al massimo il numero delle parole in uso (in base al ragionamento che meno si parla, meno si pensa e si critica il sistema), e adopera le parole in senso opposto a quello comune: ad esempio, il “ministero della Pace” si occupa della Guerra, la polizia politica si chiama “ministero dell’Amore”, e il “ministero della Verità” diffonde menzogne di Stato (forse c’è in questo un’allusione al fatto che il giornale ufficiale del Partito comunista sovietico si intitolava “Pravda”, che in russo vuol dire ”Verità”). 

“Animal Farm” (La fattoria degli animali) e “1984” sono stati tradotti anche in Esperanto (“1984” due volte, da Gerald Tucker, e da Donald Boaddribb 

i-espero.info/files/elibroj/eo%20-%20orwell,%20george%20-%201984.pdf )

Una interessante segnalazione: dall’anno prossimo le opere di Orwell potranno essere liberamente diffuse, senza diritto d’autore, perché saranno passati 70 anni dalla sua morte.

Allego il francobollo del 1988 della Repubblica di San Marino, su bozzetto di Franco Filanci, con il “Grande Fratello” (in inglese, “Big Brother”, letteralmente “Fratello Maggiore) che spia.

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