Personaggi

Robert Schuman

Il 4 settembre è l’anniversario della morte (nel 1963) del politico Jean-Baptiste Nicolas Robert Schuman, conosciuto come Robert Schuman (1886-1963),
it.wikipedia.org/wiki/Robert_Schuman
di cui non è facile definire la nazionalità: nacque in Lussemburgo, da padre francese (loreno) di lingua tedesca e da madre lussemburghese; parlava correntemente lussemburghese, francese e tedesco.
Dopo che (nel 1918) l’Alsazia-Lorena passò dalla Germania alla Francia, Robert Schuman fu eletto al Parlamento francese; nei decenni successivi, ricoprì cariche di rilievo nel Governo francese.
Vissuto in una regione da sempre punto d’incontro e di scontro, non c’è da meravigliarsi che Robert Schuman abbia lanciato l’idea di una federazione europea, che mantenesse pacifiche relazioni tra i popoli; è infatti ritenuto uno dei fondatori di quella che in seguito divenne l’Unione Europea, insieme con il tedesco Konrad Adenauer

Konrad Adenauer


e l’italiano Alcide De Gasperi (1881-1954)

Alcide De Gasperi


(anche lui proveniente da una regione – il Trentino, prima austriaco e poi italiano – al centro di controversie territoriali).
Una curiosità: la Chiesa cattolica ha in corso la causa di beatificazione di Robert Schuman (già proclamato “Servo di Dio”); ed analoga causa di beatificazione è in corso per Alcide De Gasperi.
Trascrivo (con retroversione in italiano) parte di un articolo mandato in onda dalla RAI (Radio Roma, trasmissioni per l’estero in Esperanto) l’8 giugno 1980, ancora attuale dopo quasi 40 anni.
Allego un annullo postale francese del 1970 in onore di Robert Schuman.


(segue traduzione in italiano)
NEMULTE MEMORIGITA DATREVENO
Antaŭ 30 jaroj, en majo 1950, la franca Ministro pri Eksterlandaj Aferoj, Robert Schuman, deklaris ĉe la Eŭropa Konsilio, ke la franca Registaro proponas submeti la tuton de franc-germana produktado de karbo kaj de ŝtalo al komuna Alta Instanco, en aranĝo malfermata al la aliaj eŭropaj Landoj, je dispono de la popoloj sen distingoj kaj sen ekskludoj.
Je 5-jara distanco de la fino de la mondmilito, temis pri revolucia deklaro. La interesiĝo estis tuja. Senprokraste aliĝis Germanio, Italio kaj Benelukso; dum Britio, post unuamomenta favora sinteno, proponis tre pli mildan formulon de asociiĝo, ĉar ĝi taksis neakceptebla la koncepton da supernacia instanco. La 6 Landoj tamen eklaboris, kaj unu jaron poste la Traktato por Eŭropa Komunaĵo de Karbo kaj Ŝtalo estis ratifita de la 6 naciaj Parlamentoj.
Oni devas memorigi tiujn komencajn paŝojn, kiuj naskiĝis el efektiva eŭropeca sento kaj el vera komuneca aspiro. La tiamaj regantoj havis la intuicion, efektivigi la neklarajn esperojn de la popoloj: tut-eŭropan pacon, unuecon de interesoj, komunan ekonomian progreson, eŭropan helpon al la tria mondo.
Sed la komenca viglo progresive malkreskis, kaj renaskiĝis harfendaj naciaj fierecoj.
Ivo Murgia, trad. Antonio De Salvo (Radio Roma-Esperanto, 8.6.1980)

°°°°°
(traduzione):
UN ANNIVERSARIO NON MOLTO COMMEMORATO
30 anni fa, a maggio del 1950, il Ministro francese degli Esteri, Robert Schuman, dichiarò al Consiglio d’Europa che il Governo francese proponeva di assoggettare l’intera produzione franco-tedesca di carbone e acciaio a una Alta Autorità comune, in una organizzazione aperta agli altri Paesi europei, a disposizione dei popoli senza distinzioni e senza esclusioni.
A 5 anni di distanza dalla fine della guerra mondiale, si trattò di una dichiarazione rivoluzionaria. L’interesse fu immediato. Senza indugio aderirono Germania, Italia e Benelux, mentre la Gran Bretagna, dopo un iniziale atteggiamento favorevole, propose una formula molto più morbida di associazione, perché giudicò inaccettabile il concetto di una autorità sovranazionale. Tuttavia, i 6 Paesi cominciarono a operare, e, un anno dopo, il Trattato per la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA) fu ratificato dai 6 Parlamenti nazionali.
Bisogna ricordare quei passi iniziali, che nacquero da un effettivo sentimento europeo e da una vera aspirazione comunitaria. I governanti dell’epoca ebbero l’intuizione di far diventare realtà le vaghe speranze dei popoli: pace per l’intera Europa, unità di interessi, comune progresso economico, aiuto europeo al terzo mondo.
Ma lo slancio iniziale progressivamente diminuì, e rinacquero puntigliosi orgogli nazionali.
Ivo Murgia, trad. Antonio De Salvo (Radio Roma-Esperanto, 8.6.1980)

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