Personaggi

San Giovanni Battista

La festa di San Giovanni Battista (24 giugno) è una festa antica, ricca di significati simbolici, non solo e non tanto religiosi: già prima del cristianesimo, il periodo tra il 19 e il 25 giugno, in cui il sole raggiuge la massima declinazione positiva rispetto all’equatore celeste, era considerato un tempo sacro. Il giorno 24, poi, è stato fissato con riferimento al Natale di Cristo: una volta stabilito (nel calendario romano) al 25 dicembre il Natale, si è fatto il conto alla rovescia, arrivando al 25 marzo per l’Annunciazione; e poiché l’Angelo dice a Maria che la cugina Elisabetta era al sesto mese di gravidanza, si è fatto il conto che Giovanni sarebbe nato, appunto, il 24 giugno.
Il collegamento con la massima declinazione del sole (dopo la quale le ore di luce cominciano a decrescere) è ben visibile nei falò che, in molti Paesi, vengono accesi nella “notte di San Giovanni” (tra il 23 ed il 24 giugno), per scacciare magicamente gli “spiriti maligni” e le “streghe”.
A Roma, c’è la leggenda popolare secondo cui, nella notte di San Giovanni, le streghe dirette al loro convegno annuale presso il noce di Benevento, sorvolano sulle loro scope la zona antistante la basilica romana di San Giovanni in Laterano; di questa leggenda è rimasto un gustoso ricordo in una canzone di Alipio Calzelli, lanciata nel 1891 in occasione del primo festival della canzone romanesca, in un’epoca in cui la notte di San Giovanni ci si radunava per mangiare lumache (le cui corna divergenti simboleggiavano le discordie appianate), e bere abbondantemente, tra serenate e componimenti improvvisati.
Trascrivo la canzone, che gioca su doppi sensi lessicali (il bastone, la funzione, il montare a cavallo, lo scopare); ne tento anche una traduzione letterale in Esperanto, sebbene sia consapevole che è impossibile riprodurre adeguatamente tutti i giochi di parole dell’originale (in cui ad esempio, c’è la parola “fallo”, interpretabile come voce dell’imperativo di “fare”, ma anche, quale sostantivo, come “organo genitale maschile”).
Allego una vignetta umoristica sulle scope moderne delle streghe, da “La settimana enigmistica”; la didascalia dice: “Bah, non mi dicono niente questi nuovi modelli a propulsione ibrida”.


LE STREGHE
(Alipio Calzelli)

M’hanno detto che le streghe
so’ vecchiacce brutte assai;
nun capisco come mai
nun so’ belle come te.

Perché tu sei un angioletto
che dar celo sei cascato,
e pe’ questo m’ hai stregato,
nu’ me fai connette più.

Si tutte le streghe so come sei te,
non ho più paura: le voglio vedè.

M’hanno detto ch’a la strega
se je metti su la porta
una scopa, è mezza morta
o la pija e nun torna più.

Ma si tu trovi anniscosta
una scopa a casa mia,
ciai paura e scappi via
e te metti a spazzolà.

Si tutte le streghe so come sei te,
non ho più paura: le voglio vedè.

M’hanno detto che le streghe
quanno vanno alla funzione
s’accavallano un bastone
e cominceno a volà.

Perché allora eh boiettaccia
nun me fai montà a cavallo?
strega bella fallo fallo
e poi porteme a sposà.

Si tutte le streghe so come sei te,
non ho più paura: le voglio vedè.

°°°°°

(provo de laŭvorta traduko):

LA SORĈISTINOJ

Oni diris al mi, ke sorĉistinoj
estas tre malbelaj oldulinaĉoj;
mi ne komprenas, kial do
ili ne estas belaj kiel vi.

Ĉar vi estas anĝeleto,
kiu el ĉielo falis,
kaj tial vi sorĉis min,
igas min ne plu rezoni.

Se ĉiuj sorĉistinoj estas kiaj estas vi,
mi ne plu timas: mi volas ilin vidi.

Oni diris al mi, ke se al sorĉistino
vi metas sur la pordon
balailon, ŝi duonmortas
aŭ ĝin prenas kaj ne revenas plu.

Sed se vi trovas kaŝita
balailon en mia domo,
vi ektimas kaj forkuras,
kaj komencas balai.

Se ĉiuj sorĉistinoj estas kiaj estas vi,
mi ne plu havas timon: mi volas ilin vidi.

Oni diris al mi, ke sorĉistinoj,
kiam ili iras al la funkcio,
ekrajdas bastonon
kaj komencas flugi.

Kial do, ho kanajleto,
vi ne igas min ekrajdi?
Bela sorĉistino, penis’ penis,
kaj poste edzigu min.

Se ĉiuj sorĉistinoj estas kiaj estas vi,
mi ne plu havas timon: mi volas ilin vidi.

Alipio Calzelli, trad. Antonio De Salvo

 

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