Personaggi

Publilio Siro

Di Publilio Siro (in latino, Publilius Syrus)
it.wikipedia.org/wiki/Publilio_Siro
si sa molto poco.
Vissuto nel I secolo a.C., contemporaneo di Giulio Cesare, Augusto, Cicerone, Virgilio, Orazio, era chiamato “Siro” perché condotto a Roma come schiavo dalla natia Antiochia (nell’odierna Turchia); grazie alle sue capacità letterarie fu affrancato, e svolse professionalmente attività di drammaturgo e di scrittore nella Roma imperiale.
Publilio Siro è famoso per una raccolta di circa settecento massime morali (“Sententiae”), in genere di un solo verso, che hanno dato origine a proverbi e modi di dire tuttora vivi nelle lingue neolatine, spesso addirittura alla lettera.
Ne do qualche esempio, in latino, italiano ed Esperanto.
Per illustrare uno dei proverbi (quello sull’avaro), allego un francobollo francese del 2019 per l’anno del maiale nel calendario cinese.


ad paenitendum properat, cito qui iudicat
chi tosto giudica, tosto si pente
kun juĝo neniam rapidu

amicum an nomen habeas, aperit calamitas
nei pericoli si vede, chi d’amico ha vera fede
amikon montras malfeliĉo

amoris vulnus idem sanat, qui facit
le ferite d’amore, le può sanare solo chi le ha fatte
korvundon elkuracas sole la vundint’ (Kalocsay)

avarus nisi cum moritur, nihil recte facit
l’avaro è come il porco, è buono dopo morto
avarulo kaj porko estas bonaj post la morto

beneficium accipere libertatem est vendere
chi dono prende, libertà vende
kiu donacon prenas, tiu sin katenas

bis dat, qui dat celeriter
chi dà presto, dà due volte
kiu donas rapide, donas duoble

bona opinio hominum tutior pecunia est
buona reputazione val più di gran ricchezza
honoro pli valoras ol oro

cuivis dolori remedium est patientia
d’ogni dolore rimedio è la pazienza
kontraŭ ĉiu tedo, pacienco estas rimedo

deliberandum est diu, quod statuendum est semel
cento misure, e un taglio
dek fojojn mezuru, unu fojon detranĉu

etiam capillus unus habet umbram suam
ogni pelo ha la sua ombra
ankaŭ unu haro havas sian ombron

ex vitio alterius sapiens mendat suum
savio è colui, che impara a spese altrui
nin instruas la eraro, kiun faras najbaro

Fortuna nimium quem fovet stultum facit
fortuna istupidisce, colui ch’ella troppo favorisce
tro da feliĉo igas malsaĝa

fortuna plus homini quam consilium valet
meglio un’oncia di fortuna, che una libbra di sapienza
pli helpas guto da feliĉo, ol barelo da saĝo

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