Personaggi

Lucio Dalla

Già più volte ho parlato del cantautore bolognese Lucio Dalla (1943-2012)
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/tag/lucio-dalla/

Enrico Caruso


Oggi presento, in italiano e nella traduzione Esperanto, una sua canzone, molto popolare, “L’anno che verrà”, che smitizza l’ingenua aspettativa di un anno nuovo senz’altro migliore di quello passato (questo stesso punto di vista è stato espresso da Giacomo Leopardi, 1798-1837, nel suo famoso “Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere”, di cui spero di parlare in altra occasione).
Allego un francobollo italiano del 2008, con una cassetta postale pronta a ricevere lettere.


L’ANNO CHE VERRÀ

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.

Si esce poco la sera compreso quando è festa
e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra,
e si sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire
del tempo ne rimane.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.

Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.

E si farà l’amore ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.

Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico
e come sono contento
di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa si deve inventare
per poterci ridere sopra,
per continuare a sperare.

E se quest’anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ci sia anch’io.

L’anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando è questa la novità.

°°°°°

VENONTJARE
trad. Giuseppe Castelli
www.cinquantini.it/esperant/kantoj/dalla.html#VENONTJARE

Do, amiko, mi skribas por distri min de l’ enu’;
kaj ĉar tiom vi malproksimas, mi skribu pli laŭte, ĉu?
Post kiam vi foriris la novaĵo estas, ke
jar’ malnova finiĝas jam; sed pri io plu problemas tre.

Ni ne plu emas eliri eĉ kiam estas festo;
iuj metis eĉ sakojn da sablo protekte de l’ fenestro;
kelkfoje daŭras semajnojn la silento kiu vundas;
kaj kiam mankas io por diri, la temp’ eĉ tro abundas.

Sed laŭ ĵusa informo aŭdita per televido
venos kun la novjar’ transformo: ni atendas ĝin kun granda fido.
Trifoje estos Kristnasko, la tagoj festoplenos;
ĉiu Kristo povos lasi la krucon kaj la birdoj finfine revenos;
haveblos io por manĝi kaj lum’ dum tuta jaro;
la mutuloj ekpovos paroli kiel jam la surdularo;

kaj ĉiu ajn amoros laŭ sia propra plaĉ’;
ankaŭ pastroj ekrajtos edziĝi post atingo de certa aĝ’;
kaj oni ne tro protestos pro ebla malaper’
de tiuj, kiuj malhonestos aŭ kretenos sen esper’.

Vidu, do, amiko, ke ne konvenas skeptiko,
kaj vidu mian kontenton
ĉeesti tiun ĉi momenton;
vidu, vidu, vidu, vidu,
vidu, do, amiko,
necesas ion inventi
por povi iom humuri,
por malesperon ne senti;
kaj se ĉi tiu jaro pasos tro rapida,
vidu, do, amiko,
ke iĝas tiom decida
la partopren’ per mia briko.

Nova jaro alvenas; post jar’ finiĝos ĝi.
Esti preta mi penas: plej gravas tio ĉi.

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