Personaggi

Heinrich Schliemann

Il 26 dicembre è l’anniversario della morte (nel 1890) del commerciante e archeologo tedesco Heinrich Schliemann (1\822-1890)
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famoso soprattutto per le scoperte archelogiche compiute in Turchia, nella località di Hissarlik: il 4 agosto 1872 Schliemann comiciò a riportare alla luce l’antica città di Troia, o per meglio dire: otto città diverse, costruite una sull’altra a partire da una di circa 3000 anni prima di Cristo; quella omerica fu identificata nel settimo strato (1250- 1200 a.C.), che reca segni di incendio, quello di quando Troia fu rasa al suolo dagli Achei.
Fin quando, nel 1874, Schliemann rese note le sue scoperte, era stato considerato un visionario, perché si riteneva che Troia fosse soltanto un mito.
Un’altra eccezionale scoperta fu fatta il 15 giugno 1873: un tesoro (contenuto in un recipiente di rame largo 1 metro e alto 45 cm) costituito da più di 8.700 gioielli d’oro, conosciuto come il “tesoro di Priamo”.
Per diventarne proprietario, Schliemann pagò alla Turchia (che ne rivendicava la proprietà) una ingente somma; poi donò il tesoro alla Germania, dove rimase fino alla seconda guerra mondiale.
Il 6 marzo 1945 Adolf Hitler ordinò che il tesoro fosse nascosto nelle miniere di sale di Helmstedt, per evitare che cadesse in mano ai sovietici. L’ordine di Hitler non venne eseguito, e il tesoro finì a Mosca, dove è conservato nel Museo Puškin.
Quattro Paesi si contendono quel tesoro: la Turchia (dove è stato trovato), la Grecia (erede della tradizione omerica), la Germania (a cui fu donato dall’archeologo) e la Russia (dove si trova attualmente).
Schliemann compì anche un’altra importante scoperta: il 7 agosto 1879 iniziò a Micene, in Grecia, gli scavi che condussero al ritrovamento di numerose tombe (con gioielli, maschere funerarie, armi ed utensili), attribuite tra gli altri ad Agamennone e Cassandra, uccisi da Clitemnestra e dal suo amante Egisto.
I reperti (in particolare, la meravigliosa maschera funeraria d’oro conosciuta come la “Maschera di Agamennone”, di cui peraltro è discussa l’autenticità) sono conservati al Museo archeologico nazionale di Atene.
Meno nota è un’altra ricerca di Schliemann, rimasta senza esito: il “continente perduto” di Atlantide.
Schliemann studiò tutta la vita da autodidatta; non solo l’archeologia, ma anche le lingue (ne conosceva una ventina, oltre il tedesco: in particolare, inglese, francese, spagnolo, italiano, russo, arabo, ebraico, greco antico).
Morì a Napoli, durante uno dei suoi numerosi viaggi in Grecia; per questo motivo, nel 1973 fu collocata una lapide commemorativa nella Villa Comunale di quella città; ne parlò la trasmissione di Radio Roma-Esperanto del 18 novembre 1973 (v. sotto, con traduzione in italiano).
Allego l’immagine della lapide di Napoli, e quella del monumento a Schliemann nella città natale (Schwerin).


(Segue traduzione in italiano)

RADIO ROMA – ESPERANTO, 18.11.1973
GRAVA GERMANO HONORITA EN NAPOLO
En la Komunuma Vilao de Napolo estis metita memortabulo, kiu diras: “Germanujo dediĉas ĉi tiun tabulon al la senmorta memoro de unu el siaj plej elstaraj filoj, HEINRICH SCHLIEMANN, kiu, rekondukinte al la lumo la restaĵojn de Trojo, Mikeno kaj Tirinto, redonis al la mondo la konon de la homera mondo”.
Kiel konate Schliemann – kiu lernis kiel aŭtodidakto arkeologion kaj plurajn lingvojn – restadis ofte en Napolo, kaj en ĉi tiu mortis en la jaro 1890.

(traduzione):
RADIO ROMA – ESPERANTO, 18.11.1973
UN TEDESCO IMPORTANTE ONORATO A NAPOLI
Nella Villa Copmunale di Napoli è stata posta una lapide, che dice: “La Germania dedica questa lapide alla memoria imperitura di uno dei suoi figli più illustri, HEINRICH SCHLIEMANN, il quale riportando alla luce le vestigia di Troia Micene e Tirinto ha ridato al mondo la conoscenza della cultura omerica”.
Come è noto, Schliemann – che studiò da autodidatta l’archeologia e molte lingue – soggiornò spesso a Napoli, e lì morì nel 1890.

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