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Cattedrale di Ferrara

Il 19 novembre 2018 sono iniziati i lavori di consolidamento della Cattedrale di Ferrara (Emilia, Italia settentronale), necessari ed urgenti a seguito dei controlli antisimici effettuati dopo il terremoto del 2012.
Anche se non ci sono pericoli imminenti di crollo, dovranno essere consolidati gli otto piloni portanti; per fare questo, i piloni dovranno essere spogliati degli affreschi e delle statue. La spesa complessiva (a carico dello Stato, della Regione e della Curia), è di 900 mila euro.
La Cattedrale di Ferrara è famosa per due motivi: per il valore artistico (sia architettonico che scultoreo), e per il presunto legame con la nascita della lingua italiana volgare.
In altra occasione parlerò dell’aspetto artistico; oggi, invece, mi limiterò a quello linguistico, ricordando che per secoli si è creduto che uno dei primissimi testi in italiano volgare fosse questa iscrizione nella Cattedrale di Ferrara:
Li mile cento trenta cenqe nato
fo questo templo a S. Gogio donato
da Glelmo ciptadin per so amore
e tua fo l’opera Nicolao scolptore
e cioè:
Nel 1135 nato
fu questo tempio a S. Giorgio donato
dal cittadino Guglielmo per amore verso di lui
e tua fu l’opera, o scultore Nicolò.
Il problema è che questa iscrizione (ancora oggi citata in alcuni manuali scolastici italiani) in realtà non esiste fisicamente, ma è stata tramandata (con alcune varianti) da Girolamo Baruffaldi nel 1713 e Antenore Scalabrini nel 1773, i quali l’avrebbero ricavata da vecchie carte, scritte prima che un terremoto la distruggesse nel 1571.
Il linguista Tristano Bolelli, nel volume “Qualche parola al giorno” (n. 31), ha esaminato a fondo la questione, concludendo che si tratta di una falsificazione, poiché è inverosimile che un testo sostanzialmente toscano (dell’Italia centrale) trovasse posto, nell’anno 1135, in area emiliana (settentrionale), e poiché il tipo di verso (endecasillabo) entrò in Italia soltanto un secolo dopo, per influenza provenzale.
Perché questa falsificazione?
Scrive Bolelli: “L’orgoglio municipale degli Italiani è ed era molto forte. La gloria di avere documenti molto antichi, tali da mettere in crisi il primato linguistico di Firenze, ottenuto coi grandi scrittori del Trecento, fu molto sentita”.
Ammesso che l’iscrizione sia veramente esistita, è verosimile che sia stata composta alcuni secoli dopo quell’anno 1135.
Allego la copertina del numero 1996-4 della rivista “L’Esperanto”, con la facciata della Cattedrale di Ferrara; in occasione del 65° Congresso italiano di Esperanto, avvenuto in quella città nel 1996, nella Cattedrale fu celebrata la Santa Messa in Esperanto, secondo i testi liturgici approvati dalla Santa Sede l’8 novembre 1990.

 

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