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Maria Dolens

Quando ero ragazzo, si celebrava con orgoglio il 4 novembre, “Festa della Vittoria” nella prima guerra mondiale. A scuola, si imparava a memoria l’ultimo bollettino di guerra, chiamato “Bollettino della Vittoria”,
it.wikipedia.org/wiki/Bollettino_della_Vittoria
il cui testo è inciso nel marmo del monumento romano al Milite Ignoto, su lapidi di marmo nei Municipi italiani, e su lastre di bronzo sui muri di molte caserme italiane; colpiva in particolare la frase finale:
“I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza”.
In quella “ebbrezza”, non si ragionava che la guerra aveva provocato milioni di morti e di feriti e distruzioni di massa; e, quanto ai combattenti italiani, si ricordavano soltanto quelli che avevano militato nelle Forze armate italiane, dimenticando completamente le decine di migliaia di altri “italiani” che, per cittadinanza o per scelta, avevano combattuto nel campo avverso (sudtirolesi, trentini, goriziani, triestini, istriani, dalmati).
Soltanto nel 2015, un secolo dopo l’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mondiale, è iniziata la revisione di quell’atteggiamento: così, il calendario 2015 dell’Esercito Italiano ha pubblicato un cavalleresco trafiletto e una foto a proposito del sudtirolese Sepp Innerkofer
it.wikipedia.org/wiki/Sepp_Innerkofler
de.wikipedia.org/wiki/Sepp_Innerkofler
e nel 2017 la Provincia di Trento ha emanato una legge con molteplici iniziative per ricordare i caduti trentini delle due parti

“Nel cuore nessuna croce manca”: le iniziative per il 14 ottobre


con un motto (“nel cuore nessuna croce manca”) tratto da una poesia di Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Ungaretti

SAN MARTINO DEL CARSO

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato

°°°°°

SANKTA MARTENO DE L’ KARSO

El tiuj domoj
neni’ postrestis
krom kelka
murfalintaĵo

El multaj
kun mi amkorespondaj
eĉ ne postrestis
tia malmulto

Enkore tamen
nenia kruco mankas

Ĉi koro estas
la land’ plej turmentita.

Giuseppe Ungaretti, trad. Gaudenzio Pisoni
(“Enlumas min senlimo”, 1990, p. 119)

Oggi, ricordo quel 4 novembre 1918 (esattamente cento anni fa) in un modo particolare, come fine (per l’Italia) della prima guerra mondiale, e giornata della pace riconquistata, da dedicare all’auspicio che non ci sia più guerra.
Dopo la prima guerra mondiale, su iniziativa di Don Antonio Rossaro, con il bronzo dei cannoni dei diversi Paesi belligeranti, si fuse una grande campana (una delle più grandi al mondo), collocata a Rovereto (Trentino),
it.wikipedia.org/wiki/Campana_dei_Caduti
de.wikipedia.org/wiki/Gefallenenglocke_(Rovereto)
che suonasse in memoria dei caduti di quella guerra (attualmente, suona in memoria dei caduti di tutte le guerre, non soltanto di quelli della prima guerra mondiale)

Alla campana fu dato il nome latino “Maria dolens” (Maria Addolorata), in qualche modo in rapporto con la sequenza latina medioevale “Stabat mater”
it.wikipedia.org/wiki/Stabat_Mater
La campana ha subìto molte traversie (fu necessario rifonderla più volte: quella attuale è la quarta). Continua a manifestare l’aspirazione alla pace; ne cura la gestione un’apposita organizzazione senza scopo di lucro, che si prefigge di collaborare all’educazione delle nuove generazioni alla pace e al rispetto dei diritti umani.
La rivista “Itala Esperanta Revuo” (in seguito, “L’Esperanto”) ha parlato tre volte della campana (rispettivamente nei numeri 1926-11, p. 208-210; 1927-7, p. 8; 1988-1, p. 9). Trascrivo, con traduzione in italiano, una parte del lungo articolo del 1926 (si noti la menzione dell’Austria quale “secolare nemico”; su questo, v.
www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2017/04/24/franz-jonas/ ).
Allego:
– una cartolina della campana;
– un francobollo italiano del 1958, su bozzetto di Giovanni Savini e Mario Colombati, per il cinquantesimo anniversario della Vittoria, con l’immagine della campana “Maria dolens”;
– un ritaglio dal calendario 2015 dell’Esercito Italiano, con un trafiletto commemorativo e una foto di Sepp Innerkofler.


(Segue traduzione in italiano)

LA SONORILEGO DE LA MILITMORTINTOJ EN ROVERETO

Maria Dolens estas la nomo. Farita per amo kaj pieco, ĝi kolektas en si la sopirojn, la larmojn, la malĝojecon de multaj patrinoj, vidvinoj kaj militorfoj. Ĝi portas ĉiuvespere kisojn kaj preĝojn al ĉiuj militmortintoj enterigitaj en la malgrandaj milittombejoj, dissemitaj sur la sangaj batalkampoj, disperditaj sur la montoj, en la maroj, sur la glaciejoj, ĉiuloke kie pasis batalo.
La sonorilego havas propran statuton formitan el 8 artikoloj.
La tri unuaj estas la plej gravaj :
I. ….la sonorilego de militmortintoj estas ekskluzive dediĉita al ĉiuj mortintoj pro la granda milito, kaj nur por ili ĝi devas soni; tial ke estas absolute malpermesata la uzado per kia ajn alia cirkonstanco.
II. La sonorilego estas sonata ĉiuvespere je la nokta horo, antikva kaj ĝentila itala moro destinata al la ĉiutaga kulto de la mortintoj.
III. Unujarfoje ĝia sono, post la kutima sono, rememorigos plie ĉiujn mortintojn, tiujn de iu speciala nacio.
Jen la datoj:
9 Januaro — Turkujo: fino de la sanga batalo de Dardaneloj, 1916;
22 Marto — Rusujo: falo de la fortikaĵo de Przemyśl, 1916;
9 Aprilo — Portugalujo: sanga batalo di Lys, 1918;
30 Majo — Usono: tago por la rememorigo de mortintoj de Usono;
15 Junio — Ĉeĥoslovakujo: sanga batalo ĉe Piave, 1918.
27 Junio — Montenegro: eniro al Scutari post kruelaj bataloj, 1915;
22 Aŭgusto — Germanio: tago por la rememorigo de mortintoj de Germanio;
30 Aŭgusto — Aŭstrujo: sanga batalo de Lwów kaj Komarów, 1914;
11 Septembro — Francujo: sanga batalo de Marne, 1914;
15 Septembro — Serbujo: rompado de la Salonika fronto, 1918;
22 Oktobro — Belgujo: sanga batalo de Ysère, 1914;
29 Oktobro — Anglujo: sanga batalo ĉe Piave, 1918;
4 Novembro— Italujo: venko de la itala armeo kontraŭ la jarcenta malamiko;
7 Novembro — Japanujo: dato politike grava por Japanujo;
27 Novembro — Bulgarujo: pactraktato 1919;
1 Decembro — Rumanujo: sanga batalo de Argesh, 1916.
Antaŭe sur la supera parto de la sonorilo belega bildo de Ecce Homo rememorigas la oferojn de l’ homaro dum la granda milito. Sur la sonorilego estas gravuritaj la jenaj vortoj: «Dormite in umbra noctis, laetamini in lumine Christi, dum aere jungo populos et vestras laudes celebro» — Dormu en la nokta mallumo, ĝojegu en la Krista lumo, dum mi per la voĉo de la bronzo kunfratigas la gentojn kaj celebras viajn laŭdojn.
…….
Giulio Matuella
(“Itala Esperanta Revuo” 1926-11, p. 208-210)

°°°°°

(traduzione):
LA CAMPANA DEI CADUTI A ROVERETO

Maria Dolens è il suo nome. Fatta con amore e pietà, raccoglie i sospiri le lacrime, la tristezza di molte madri, vedove e orfani di guerra. Porta ogni sera baci e preghiere a tutti i caduti in guerra, sepolti nei piccoli cimiteri militari sparsi sui sanguinosi campi di battaglia, dispersi si monti nei mari, sui ghiacciai, dovunque sia passata la battaglia.
La campana ha un proprio statuto, composto di 8 articoli.
I primi tre sono i più importanti:
….la campana dei caduti in guerra sé dedicata esclusivamente a tutti i morti nella grande guerra, e solo per loro deve suonare; ne è quindi assolutamente vietato l’uso per qualunque altra circostanza;
La campana è suonata ogni sera all’ora di notte, antico e gentile costume italiano destinato al culto quotidiano dei defunti;
Una volta l’anno il suo suono, dopo quello abituale, ricorderà inoltre tutti i morti di una particolare nazione.
Queste sono le date:
9 gennaio — Turchia: fine della sanguinosa battaglia dei Dardanelli, 1916;
22 marzo — Russia: caduta della fortezza di Przemyśl, 1916;
9 aprile — Portogallo: sanguinosa battaglia di Lys, 1918;
30 maggio — Stati Uniti d’America: giornata di commemorazione dei caduti degli USA;
15 giugno — Cecoslovacchia: sanguinosa battaglia del Piave, 1918.
27 giugno — Montenegro: ingresso a Scutari dopo aspre battaglie, 1915;
22 agosto — Germanio: giornata di commemorazione dei caduti della Germania;
30 agosto — Austria: sanguinosa battaglia di Lwów e Komarów, 1914;
11 settembre — Francia: sanguinosa battaglia della Marna, 1914;
15 settembre — Serbia: sfondamento del fronte di Salonicco, 1918;
22 ottobre — Belgio: sanguinosa battaglia di Ysère, 1914;
29 ottobre — Inghilterra: sanguinosa battaglia del Piave, 1918;
4 novembre— Italia: vittoria dell’esercito italiano contro il secolare nemico;
7 novembre — Giappone: data politicamente importante per il Giappone;
27 novembre — Bulgaria: trattato di pace 1919;
1 dicembre — Romania: sanguinosa battaglia dell’Argesh, 1916.
Sul davanti della campana, in alto, una bellissima immagine di “Ecce Homo” ricorda i sacrifici dell’umanità durante la grande guerra. Sulla campana sono incise queste parole in latino: «Dormite in umbra noctis, laetamini in lumine Christi, dum aere jungo populos et vestras laudes celebro» — Dormite nell’oscurità della notte, rallegratevi nella luce di Cristo, mentre con il bronzo unisco i popoli e celebro le vostre lodi.
…….
Giulio Matuella
(“Itala Esperanta Revuo” 1926-11, p. 208-210)

 

2 pensieri su “Maria Dolens

  1. Pri la aserto “En tiu ebriiĝo, oni ne pripensis, ke la milito estis kaŭzinta milionojn da mortintoj kaj vunditoj kaj amasajn detruojn” veras ke tia estis la sinteno de la plimulto. Sed ne de ĉiuj.

    Mi volas mencii la romanon “Mors tua” de Matilde Serao (1926), kie la verkistino montras unue la etoson de la militkomenco, kiam la junuloj lasas siajn domojn certaj pri facila venko, kaj laste la etoson de la reveno, post doloraj spertoj. Fine unu el la ĉefroluloj vojaĝas al Aŭstrio por redoni al la familianoj de iu aŭstria militisto, kiun li vidis morti, aĵon de la mortinta (mi nun mi ne memoras ĉu medalon aŭ alian aferon) kaj novaĵoj pri lia morto.

    Mi trafis tiun romanon antaŭ pluraj jaroj en la biblioteko de Albano, do ĝi ne estis tute forgesata. Sed nur lastatempe ĝi estis reeldonita kaj ekhavis novan atenton.

    Legu ekzemple: http://www.gliamantideilibri.it/mors-tua-matilde-serao/

    1. Certamente, qualcuno che non la pensava come i “trionfalisti” c’era; ma si trattava di una piccola minoranza. La retorica nazionalita non consentiva di pensare a parlare diversamente; l’atteggiamento generale era quello della popolare “Canzone del Piave”:
      Sendube, iu kiu ne samopiniis kun la “triumfistoj” ekzistis; sed temis pri malgranda minoritato. La naciisma retoriko ne ebligis pensi kaj paroli alie; la ĝenerala sinteno estis tiu de la populara “Kanzono de l’ Piave”:

      “Indietreggiò il nemico
      fino a Trieste, fino a Trento,
      e la Vittoria sciolse le ali del vento!”
      (traduko:
      retretis la malamiko
      ĝis Triesto, ĝis Trento,
      kaj la Venko malligis sian hararon al la vento!”

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