Personaggi

Camillo Boito

Il 28 giugno è l’anniversario della morte (nel 1914) dell’architetto e scrittore italiano Camillo Boito (1836-1914)

it.wikipedia.org/wiki/Camillo_Boito

fratello del più noto letterato e musicista Arrigo Boito.

Non è tra i più famosi scrittori italiani, ma dalla sua novella “Senso”, il regista Luchino Visconti

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2017/12/23/tomasi-di-lampedusa/

ha tratto il conosciutissimo film omonimo

it.wikipedia.org/wiki/Senso_(film)

(la cui trama è però molto diversa da quella originale), alla cui sceneggiatura ha partecipato, tra gli altri, lo scrittore Carlo Alianello

www.bitoteko.it/esperanto-vivo/2018/03/20/carlo-alianello/

La novella è stata tradotta in Esperanto da Jean-Luc Tortel (prefazione di Carlo Minnaja), Kava-Pech, Dobřichovice 2004.

Ne trascrivo la recensione, di Silvia Garnero, apparsa su “L’Esperanto” 2010-1, p. 19, aggiungendo la traduzione in italiano.

Allego:

la copertina della versione in Esperanto di “Senso”;

il francobollo italiano del 2006, di Maria Carmela Perrini, per il centenario della nascita di Luchino Visconti, con la citazione (in alto a destra) del film “Senso”.


Segue traduzione in italiano

 

Legebla unuspire

La aŭtoro de tiu ĉi novelo naskiĝis en Romo la 30an de oktobro 1836 kaj mortis en Milano la 28an de junio 1914. Li nur verkis du novelarojn, kaj “Senso” aperis kiel lasta el liaj noveloj en la jaro1883; fakte Kamilo Boito estis arkitekto; tamen “Senso” famiĝis ankaŭ danke al samtitola filmo “Senso” aperinta en 1954, kies reĝisoro estis Luchino Visconti [Lukino Viskonti] kaj kies ĉefrolantojn estis Alida Valli kaj Massimo Girotti[Ĝiroti].

La travivaĵoj estas rakontataj al la leganto pere de la “sekreta kajereto” de la ĉefrolantino, fakte la venetia grafino Livia [Livja] je la epoko de nia novelo estas trideknaŭjaraĝa kaj finfine kuraĝas rakonti sian ĝistiaman vivon. Ŝia memoro reiras al la tempo de la plena juneco, kiam, nur dudekdu jaraĝa, Livia antaŭe altirita de la beleco de juna soldato, tuj lin forlasas por edziniĝi al maljuna kaj malforta sed tre riĉa kaj avara grafo dum la juna, sennoma soldato mortas dum la tiel nomata “tria milito por sendependiĝo”. Livia havas apartan karakteron: ŝi ĉiam estas malkvieta kaj altirita nur sense de la vira beleco. Fakte ŝi tuj forlasas la edzon kaj, en la venecia etoso varma kaj volupta, estante belega kaj plaĉa virino ŝi sukcesas altiri al si per terura pasio oficiron de la aŭstra armeo Remigio Ruiz [Remiĝo]. La oficiro estas prezentita al leganto kvazaŭ temus pri Adoniso aŭ Heraklo; Remigio estas tre bela kaj fortika viro, sed li estas samtempe malnobla, malmorala kaj cinika. Ĝuste tiuj ĉi malvirtoj de malheroeco altiras sense Livia­n. Tiu anima malnoblo ŝajnas al Livia preskaŭ spuro de neesplorebla vireca energio. La pasio, nur sensa, puŝas Livia-n antaŭ ĉio al la adulto, poste al malespero. Kiam finfine Livia konscias ke Remigio nur celis havi de ŝi monon por povi dizerti de la armeo por vivi diboĉe kaj trankvile dum la milito daŭras, ŝi, sin sentinte humiligita de sia amanto, decidiĝas raporti lian misfaron kaj mortpafigi lin tiamaniere. Por sin liberigi de la humiliĝo kaj de la honto Livia faras preskaŭ memanalizon de sia karaktero kaj poste, kiam venas malstreĉiĝo en ŝian menson ŝi tuj alvokas alian amanton, Gino [Ĝino], kiu vere amas ŝin.

Dum la tuta rakonto la leganto tuj povas konscii, ke la verkisto estas fakulo pri arto kaj ne nur verkisto ĉar la etoso kaj la pejzaĝo mem aperas antaŭ la okuloj de la leganto kiel pentraĵoj pri Venecio, kaj la ĉefrolantoj estas preskaŭ marmoraj statuoj firmaj je sia cinikeco.

La tradukisto sukcesis doni al la leganto freŝan kaj allogan verkon kiun oni legas preskaŭ unuspire malgraŭ aŭ danke al la maniero traduki la verkon, kiun, kiel diras Profesoro Karlo Minnaja en sia antaŭparolo al la verko mem, ne estas tute komparebla kun la itala originalo; fakte la tradukinto mallongigis la frazojn kaj iom ŝanĝis la interpunkcion.

Silvia Garnero, “L’Esperanto” 2010-1, p. 19

 

*****

 

Si può leggere tutto d’un fiato

L’autore di questa novella nacque a Roma il 30 ottobre 1836 e morì a en Milano il 28 giugno 1914: Scrisse soltanto due raccolte di novelle, e “Senso” apparve come ultima delle sue novelle nel 1883; difatti Camillo Boito era architetto; tuttavia “Senso” è diventata famosa anche grazie all’omonimo film “Senso” apparso nel 1954, con Luchino Visconti come regista e Alida Valli e Massimo Girotti come protagonisti.

Le vicende sono raccontate al lettore attraverso il “diario intimo” della protagonista; difatti, la contessa veneta Livia all’epoca della novella aveva trentanove anni, e alla fine trova il coraggio di raccontare la sua vita fino a quel momento. Il suo ricordo torna al tempo del fiore della gioventù, quando, a soli ventidue anni, Livia, prima attratta dalla bellezza di un giovane soldato, subito lo lascia per sposare un conte vecchio e cagionevole, ma molto ricco e avaro, mentre il giovane, anonimo soldato muore durante la cosiddetta “terza guerra d’indipendenza”. Livia ha un carattere particolare: è sempre inquieta, e attratta soltanto sensualmente dalla bellezza maschile. Difatti lascia il marito e, nell’atmosfera veneziana calda e voluttuosa, essendo una donna molto bella e piacevole riesce ad attirare a sé con una passione tremenda l’ufficiale dell’esercito austriaco Remigio Ruiz. L’ufficiale è presentato al lettore come se si trattasse di Adone o di Ercole: Remigio è un uomo bellissimo e vigoroso, ma al tempo stesso è ignobile, immorale e cinico. Proprio questi vizi di mancanza di eroismo attirano sensualmente Livia. Quella ignobiltà sembra a Livia quasi l’impronta di una insondabile energia virile. La passione, soltanto dei sensi, spinge Livia anzitutto all’adulterio, poi alla disperazione. Quando infine Livia si rende conto che Remigio mirava soltanto al suo denaro per poter disertare dall’esercito e vivere in bisboccia e tranquillamente mentre la guerra continua, lei, sentitasi umiliata dall’amante, si decide a denunciare il suo misfatto e farlo così fucilare. Per liberarsi della umiliazione e della vergogna, Livia fa quasi un’autoanalisi del suo carattere, e poi, quando nella sua mente viene la distensione, subito chiama un altro amante, Gino, che davvero le vuole bene.

Nel corso di tutto il racconto il lettore può accorgersi che lo scrittore è un esperto d’arte e non soltanto uno scrittore, perché l’atmosfera e il paesaggio stesso appaiono agli occhi del lettore come quadri veneziani, e i protagonisti sono quasi statue di marmo saldi nel loro cinismo.

Il traduttore è riuscito a dare al lettore un’opera fresca e attraente, che si legge quasi d’un fiato, malgrado o grazie al modo di tradurre l’opera, che – come dice il Professor Carlo Minnaja nella prefazione – non è del tutto paragonabile con l’originale in italiano; difatti, il traduttore ha abbreviato le frasi, ed ha un po’ cambiato la punteggiatura.

Silvia Garnero, “L’Esperanto” 2010-1, p. 19

 

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