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L’autoritratto di Michelangelo

Il 25 maggio è l’anniversario della morte (nel 1958) del medico e letterato italiano (calabrese) Francesco La Cava (1877-1958)

it.wikipedia.org/wiki/Francesco_La_Cava#Il_volto_di_Michelangelo_scoperto_nel_Giudizio_Finale

oggi dimenticato, ma che ebbe un momento di notorietà nel 1925, quando pubblicò uno studio intitolato “Il volto di Michelangelo scoperto nel Giudizio Finale”.

Ai nostri giorni la cosa è accettata senza discussioni, ma a suo tempo la “scoperta” di La Cava fu violentemente contestata dagli storici dell’arte “ufficiali”, i quali non potevano ammettere che un semplice “dilettante” si fosse accorto di quello che loro non avevano visto.

In effetti, se si guarda bene il viso della pelle scuoiata di San Bartolomeo nel “Giudizio Universale”, si vede chiaramente l’autoritratto di Michelangelo Buonarroti.

Non è questa l’unica curiosità del dipinto, e, più in generale, degli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina, che sono pieni di immagini non convenzionali.

Limitando l’esame alla parte del “Giudizio” con le anime dei giusti (in allegato), si vedono:

– due uomini chiaramente ebrei (uno con il cappello a due punte, e l’altro con il copricapo giallo), in un’epoca in cui i non cristiani erano in via di principio esclusi dal Paradiso;

– moltissime donne, per di più nude (prima dell’intervento “riparatore” di Daniele da Volterra, incaricato di “vestire gli ignudi”, e per questo soprannominato “Il Braghettone”

it.wikipedia.org/wiki/Daniele_da_Volterra )

in un’epoca in cui i teologi discutevano se le donne avessero un’anima;

maschi che si abbracciano e si baciano tra di loro.

Sul restauro degli affreschi della Cappella Sistina, un bell’articolo in Esperanto è pubblicato su “Espero katolika” 1984-11/12, p. 194-196

www.esperokatolika.org/ek19811985/ek1984_1112.htm#5

 

 

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