Eventi · Luoghi

Marcinelle

L’8-a agosto 1956 ci fu a Marcinelle (Belgio) un disastro minerario
it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_Marcinelle
in cui morirono 262 minatori di 12 Paesi; di essi, 136 erano emigrati italiani, per metà dell’Abruzzo, la regione di Ignazio Silone e del suo “Fontamara”.
Tutto ebbe inizio il 20 giugno 1946, con un Accordo tra l’Italia e il Belgio
it.wikipedia.org/wiki/Protocollo_italo-belga
Subito dopo la seconda guerra mondiale, l’Italia aveva un’enorme quantità di poveri disoccupati e penuria di carbone per le sue industrie del nord, mentre il Belgio aveva molto carbone da estrarre ma pochi lavoratori, tanto più che il lavoro in miniera è molto pesante, insalubre e pericoloso (tra il 1946 ed il 1963, morirono in Belgio 867 minatori italiani), ed i belgi non amavano praticarlo (proprio come accade adesso con gli extracomunitari…).
Perciò, il Belgio e l’Italia fecero un accordo, in base al quale l’Italia avrebbe mandato 50.000 lavoratori, ed il Belgio avrebbe fornito all’Italia carbone ad un prezzo di favore.
I manifesti rosa, affissi soprattutto nelle più povere regioni italiane (quelle centrali e meridionali), promettevano una buona paga, un alloggio idoneo, cibo secondo le usanze italiane (!), carbone gratis, biglietti ferroviari gratis (ma solo per i futuri permessi, perché il viaggio di andata era a carico dei lavoratori); soprattutto (era questa la maggiore attrattiva) veniva prospettata la possibilità di stabilirsi definitivamente in Belgio con le famiglie, “dopo l’espletamento di alcune formalità”.
La realtà, però, si dimostrò assai diversa: basta pensare, ad esempio, che gli “alloggi idonei” erano le baracche che in precedenza avevano ospitato i prigionieri di guerra russi e tedeschi; e che se un minatore, constatata la vera situazione (il contratto veniva firmato in anticipo a Milano), abbandonava il lavoro prima di cinque anni, era messo in galera.
Tuttavia, la povertà in Italia era così grande che in totale emigrarono in Belgio 140.000 italiani, che per mantenere le famiglie accettarono di sacrificare la salute o addirittura la vita. Io stesso ho uno zio paterno (siciliano) che emigrò, e morì di silicosi (ma il figlio diventò ingegnere minerario).
Tra l’altro, c’erano da superare anche difficoltà linguistiche; durante il viaggio di andata (che aveva luogo a treni completi, e con particolari cautele per evitare che si intrufolassero clandestini) l’impresa mineraria pagava un interprete; ma giunti a destinazione gli emigrati, spesso analfabeti, erano abbandonati a se stessi. Inoltre, all’epoca pochi italiani parlavano la lingua italiana, ma in grande maggioranza conoscevano soltanto il proprio particolare dialetto, sicché perfino tra italiani di diverse zone la comprensione era difficile. Di fatto, avvenne un interessante fenomeno, non molto studiato: si formò una specie di interlingua popolare, che prese i termini dai vari dialetti e dal francese storpiato (ad esempio, mio zio mi raccontava, quando ero ragazzo, che il lavoro in miniera era “dangeloso”, storpiatura del francese “dangereux”, cioè “pericoloso”).
Della tragedia di Marcinelle parlava negli ultimi tempi, ad ogni anniversario, Radio Roma-Esperanto (RAI Internazionale); trascrivo l’articolo del 9 agosto 2003, ed allego:
– un particolare della prima pagina del giornale “Corriere d’informazione” dell’8-/9 agosto 1956;
– i francobolli italiani del 1971 (con i ritratti di Konrad Adenauer, Robert Schuman ed Alcide De Gasperi) per il 20° anniversario del Trattato che nel 1951 istituì la “Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio” (CECA), antenata della Comunità Europea e dell’Unione Europea: all’epoca, infatti, il carbone aveva un importante ruolo economico, e fu uno degli incentivi fondamentali per una collaborazione europea.


RAI INTERNATIONAL – RAI INTERNACIA
RADIO ROMA – ESPERANTO 9.8.2003

Alle 12,30, con un minuto di raccoglimento in tutti i Comuni della Penisola, si è celebrata ieri, 8 agosto, la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. La scelta di questa data è legata ad un evento tragico: L’8 agosto del 1956, 262 minatori, 136 dei quali italiani, persero la vita nel crollo di una miniera, a Marcinelle, in Belgio. Il Ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, è tornato a Marcinelle, per rendere omaggio a quanti vi persero la vita 47 anni fa. Tremaglia ha rinnovato un pellegrinaggio reso ancor più solenne dalla celebrazione della Giornata del sacrificio del lavoro italiano, istituita dal Governo su sua iniziativa. Ed è sempre Tremaglia che, con una lettera ai ministri degli Interni e degli Esteri e agli amministratori locali, ha chiesto il minuto di raccoglimento in tutti gli Enti locali, nelle Ambasciate e nei Consolati, “affinché la sofferenza e il dolore che hanno colpito tanti nostri emigrati, non siano dimenticati”. E nello “stesso momento – ha detto inoltre Tremaglia – rivolgiamo il nostro pensiero ai disperati di oggi che giungono sulle nostre coste”.

​Je tagmezo kaj duono de hieraŭ, la oka de aŭgusto, per unu minuto da silenta medito en ĉiuj italaj komunumoj, estis solenita la nacia tago de la sinofero de la italaj laboristoj en la mondo. La elekto de ĉi tiu dato estas ligita al tragika okazintaĵo. La okan de aŭgusto 1956, do antaŭ kvardek sep jaroj, ducent sesdek du ministoj, el kiuj cent tridek ses italoj, perdis la vivon en la disfalo de minejo en Marcinelle, Belgio. La Ministro pri Italoj en la mondo, Mirko Tremaglia, reiris al Marcinelle por omaĝi al tiuj, kiuj mortis tie. La pilgrimo fariĝis des pli solena pro la celebrado de la tago de la sinofero de la italaj laboristoj, starigita de la itala Registaro ĝuste laŭ propono de Ministro Tremaglia; kaj ankoraŭ Tremaglia petis la minuton da silenta meditado, per letero al la Ministroj pri Internaj Aferoj kaj pri Eksterlandaj Aferoj, al la lokaj instancoj, al la ambasadorejoj kaj al konsulejoj, “por ke ne estu forgesitaj la sufero kaj la doloro, kiuj trafis tiom multe da migrintoj”. En la sama momento – aldonis Ministro Tremaglia – ni turnas nian penson al la hodiaŭaj mizeruloj, kiuj atingas la italajn marbordojn”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *